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 ITALIA - ITALIA - Italia. Fecondazione negata: burocrazia o moralismo?
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19 settembre 2002 13:51
 
Respinti dall'ospedale Sant'Anna di Torino perché non sposati, si sono rivolti a un avvocato per ottenere la fecondazione medica assistita. Ai sanitari che motivavano il loro rifiuto in base ad un divieto stabilito da una circolare del ministro della Sanita' Degan nel 1985, i giovani hanno chiesto come fare altrimenti e il Sant'Anna ha risposto loro di rivolgersi all'unico altro ospedale piemontese autorizzato alla cura di patologie della riproduzione, l'Ospedale Maggiore di Fossano.
Del caso si e' interessato il consigliere regionale radicale Carmelo Palma (nella foto), che ha dichiarato: "Sarebbe grave se la vicenda dell'Ospedale Sant'Anna evidenziasse una sorta di "oscurantismo bioetico". Ma non e' cosi'. E', se possibile, molto peggio. E' una situazione in cui si sommano "razionalita'" burocratiche e ostruzionismi politici; in cui l'unico dato sostanzialmente irrilevante dal punto di vista giuridico risulta essere la concreta possibilita' di esercizio di un diritto e di accesso ad una cura che e' solo teoricamente garantita dal servizio pubblico. Mi pare che i dirigenti del Sant'Anna abbiano giustificato per fini "burocratico-organizzativi" l'uso di una vecchissima circolare del 1985 (Ministro della sanità Degan) per garantire la priorita' (e di fatto, viste le liste d'attesa, l'esclusiva) dei trattamenti alle coppie sposate e siano i primi a non farne, in senso stretto, una questione giuridica. Il fatto che un'altra struttura sanitaria pubblica piemontese -l'Ospedale di Fossano- non attui la circolare Degan dimostra che il problema non sono le leggi e le norme vigenti (persino l'orrenda proposta dell'attuale maggioranza governativa non esclude le coppie di fatto dalle pratiche di fecondazione assistita), ma le scelte di politica e di governo sanitario. Qualunque altro criterio di selezione (l'eta', lo stato di salute, l'"anzianita'" di matrimonio o convivenza) delle coppie richiedenti, finalizzato a sfoltire le liste d'attesa, sarebbe altrettanto discrezionale e odioso. A fronte della cronica insufficienza delle strutture sanitarie attrezzate per garantire questa prestazione, la Regione non deve, semplicemente, "disapplicare" la vecchia circolare Degan (con l'unico risultato di avere liste d'attesa piu' lunghe, ma magari "miste" di coppie sposate e non sposate), ma deve, soprattutto ed innanzitutto, accreditare a questi fini un numero consistente di strutture private, assicurando prestazioni "convenzionate" almeno a quelle coppie (poco importa se sposate o non sposate) il cui reddito non consenta- o consenta solo al prezzo di sacrifici disumani- di accedere direttamente ed in tempi rapidi alle prestazioni di fecondazione assistita. Cosa ne pensa l'Assessore D'Ambrosio?"
 
 
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Del caso si e' interessato il consigliere regionale radicale Carmelo Palma (nella foto), che ha dichiarato: "Sarebbe grave se la vicenda dell'Ospedale Sant'Anna evidenziasse una sorta di "oscurantismo bioetico". Ma non e' cosi'. E', se possibile, molto peggio. E' una situazione in cui si sommano "razionalita'" burocratiche e ostruzionismi politici; in cui l'unico dato sostanzialmente irrilevante dal punto di vista giuridico risulta essere la concreta possibilita' di esercizio di un diritto e di accesso ad una cura che e' solo teoricamente garantita dal servizio pubblico. Mi pare che i dirigenti del Sant'Anna abbiano giustificato per fini "burocratico-organizzativi" l'uso di una vecchissima circolare del 1985 (Ministro della sanità Degan) per garantire la priorita' (e di fatto, viste le liste d'attesa, l'esclusiva) dei trattamenti alle coppie sposate e siano i primi a non farne, in senso stretto, una questione giuridica. Il fatto che un'altra struttura sanitaria pubblica piemontese -l'Ospedale di Fossano- non attui la circolare Degan dimostra che il problema non sono le leggi e le norme vigenti (persino l'orrenda proposta dell'attuale maggioranza governativa non esclude le coppie di fatto dalle pratiche di fecondazione assistita), ma le scelte di politica e di governo sanitario. Qualunque altro criterio di selezione (l'eta', lo stato di salute, l'"anzianita'" di matrimonio o convivenza) delle coppie richiedenti, finalizzato a sfoltire le liste d'attesa, sarebbe altrettanto discrezionale e odioso. A fronte della cronica insufficienza delle strutture sanitarie attrezzate per garantire questa prestazione, la Regione non deve, semplicemente, "disapplicare" la vecchia circolare Degan (con l'unico risultato di avere liste d'attesa piu' lunghe, ma magari "miste" di coppie sposate e non sposate), ma deve, soprattutto ed innanzitutto, accreditare a questi fini un numero consistente di strutture private, assicurando prestazioni "convenzionate" almeno a quelle coppie (poco importa se sposate o non sposate) il cui reddito non consenta- o consenta solo al prezzo di sacrifici disumani- di accedere direttamente ed in tempi rapidi alle prestazioni di fecondazione assistita. Cosa ne pensa l'Assessore D'Ambrosio?"
 
 
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