Nelle pagine del quotidiano "Libero" viene ospitato il 2 febbraio un intervento di Luigi Montevecchi, Medico-Chirurgo Specialista in Ostetricia e Ginecologia, dell'Associazione Luca Coscioni per la Liberta' di Ricerca Scientifica, dal titolo "Clonazione umana e liberta' di ricerca scientifica".
Montevecchi dopo avere ricordato l'esistenza della legge 194 che dal 1978 regola l'interruzione di gravidanza, scrive: "Occorre domandarsi se l'uso di cellule staminali (e la conseguente successiva distruzione dell'embrione allo stadio di blastocisti) a fini terapeutici debba essere considerato meno etico rispetto alla volonta' della donna di interrompere la gravidanza (in una fase piu' avanzata di sviluppo) per motivi psichici relativi a circostanze economiche o sociali o familiari.
Questo mi sembra un punto essenziale: perche' se gia' in passato il Parlamento si e' espresso introducendo una scala di valori, lo faccia di nuovo consentendo la ricerca sulle cellule staminali. Se invece dovesse ritenere eticamente inaccettabile (con le conseguenti implicazioni giuridiche) la distruzione embrionaria allo stadio di blastocisti, allora si assuma anche la responsabilita' -davanti ai propri elettori- di abrogare la legge sulla interruzione volontaria della gravidanza, che consentirebbe, per motivazioni certamente non piu' nobili, la distruzione di embrioni che presentano probabilita' statisticamente maggiori di completare il loro sviluppo. Le due norme sarebbero infatti in palese contrasto".

Nelle pagine del quotidiano "Libero" viene ospitato il 2 febbraio un intervento di Luigi Montevecchi, Medico-Chirurgo Specialista in Ostetricia e Ginecologia, dell'Associazione Luca Coscioni per la Liberta' di Ricerca Scientifica, dal titolo "Clonazione umana e liberta' di ricerca scientifica".
Montevecchi dopo avere ricordato l'esistenza della legge 194 che dal 1978 regola l'interruzione di gravidanza, scrive: "Occorre domandarsi se l'uso di cellule staminali (e la conseguente successiva distruzione dell'embrione allo stadio di blastocisti) a fini terapeutici debba essere considerato meno etico rispetto alla volonta' della donna di interrompere la gravidanza (in una fase piu' avanzata di sviluppo) per motivi psichici relativi a circostanze economiche o sociali o familiari.
Questo mi sembra un punto essenziale: perche' se gia' in passato il Parlamento si e' espresso introducendo una scala di valori, lo faccia di nuovo consentendo la ricerca sulle cellule staminali. Se invece dovesse ritenere eticamente inaccettabile (con le conseguenti implicazioni giuridiche) la distruzione embrionaria allo stadio di blastocisti, allora si assuma anche la responsabilita' -davanti ai propri elettori- di abrogare la legge sulla interruzione volontaria della gravidanza, che consentirebbe, per motivazioni certamente non piu' nobili, la distruzione di embrioni che presentano probabilita' statisticamente maggiori di completare il loro sviluppo. Le due norme sarebbero infatti in palese contrasto".