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 ITALIA - ITALIA - Italia. Censis: piu' attenzione alla ricerca
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23 dicembre 2004 18:33
 
La ricerca italiana deve essere al piu' presto portata al livello degli altri Paesi europei, avverte un recente rapporto del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali). Nel suo rapporto annuale sulla situazione sociale in Italia, il Censis confronta la situazione del Paese in vari settori con quella delle altre nazioni dell'Ue. "Il ritardo accumulato a livello nazionale e ragguardevole", afferma il Censis. "Dobbiamo agire subito e adottare misure politiche per mettere piu' risorse produttive a disposizione della ricerca e dell'innovazione".
In Italia vi sono 2,82 ricercatori per ogni 1.000 occupati, rispetto a una media europea di 5,7. E se ci si confronta con il Giappone (9,4 ricercatori per 1.000 occupati) o con la Finlandia (13,8), la situazione risulta ancora piu' drammatica. In termini di brevetti italiani registrati all'UEB (Ufficio europeo dei brevetti), la media italiana e di 64,6 per milione di abitanti, rispetto a una media europea di 103,6. Inoltre l'Italia investe nella R&S (Ricerca e sviluppo) l'1,07% del suo PIL, cioe' lo 0,91% in meno della media europea. Per quanto riguarda i finanziamenti privati alla ricerca, l'industria italiana spende lo 0,57% del suo valore aggiunto totale, rispetto al 4,78% della Svezia, il 2,55% degli USA e l'1,61% dell'UE.
Per finire, il Censis suggerisce di concentrarsi sulle nanotecnologie, un settore in cui l'Italia sta lavorando bene. In effetti, secondo il primo censimento sulle nanotecnologie italiane pubblicato da Nanotech.It e AIRI (Associazione italiana per la ricerca industriale), nel settore lavorano 93 organizzazioni pubbliche e 23 aziende private. Inoltre, dal 2000 al 2003, il numero di ricercatori attivi nel settore ha superato i 1.300, sono stati concessi 245 brevetti e pubblicati 2.400 lavori. Per il testo completo del rapporto Censis (in italiano): clicca qui
 
 
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In Italia vi sono 2,82 ricercatori per ogni 1.000 occupati, rispetto a una media europea di 5,7. E se ci si confronta con il Giappone (9,4 ricercatori per 1.000 occupati) o con la Finlandia (13,8), la situazione risulta ancora piu' drammatica. In termini di brevetti italiani registrati all'UEB (Ufficio europeo dei brevetti), la media italiana e di 64,6 per milione di abitanti, rispetto a una media europea di 103,6. Inoltre l'Italia investe nella R&S (Ricerca e sviluppo) l'1,07% del suo PIL, cioe' lo 0,91% in meno della media europea. Per quanto riguarda i finanziamenti privati alla ricerca, l'industria italiana spende lo 0,57% del suo valore aggiunto totale, rispetto al 4,78% della Svezia, il 2,55% degli USA e l'1,61% dell'UE.
Per finire, il Censis suggerisce di concentrarsi sulle nanotecnologie, un settore in cui l'Italia sta lavorando bene. In effetti, secondo il primo censimento sulle nanotecnologie italiane pubblicato da Nanotech.It e AIRI (Associazione italiana per la ricerca industriale), nel settore lavorano 93 organizzazioni pubbliche e 23 aziende private. Inoltre, dal 2000 al 2003, il numero di ricercatori attivi nel settore ha superato i 1.300, sono stati concessi 245 brevetti e pubblicati 2.400 lavori. Per il testo completo del rapporto Censis (in italiano): clicca qui
 
 
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