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 ITALIA - ITALIA - Italia. Appello di 100 scienziati per votare si' ai referendum
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28 aprile 2005 20:37
 
"Andate a votare quattro si' al referendum sulla legge per la fecondazione assistita", cosi' l'appello di un centinaio di ricercatori italiani, primo firmatario Umberto Veronesi, e che ha gia' raccolto prestigiose adesioni come quelle di Edoardo Boncinelli, Alberto Piazza, Giulio Cossu, Carlo Alberto Redi, Antonino Forabosco.
"La ricerca sulle cellule staminali embrionali, vietata oggi dalla legge 40, non puo' e non deve essere fermata per non impedire una possibile cura di tante malattie degenerative", sostengono i ricercatori.
Cinque le motivazioni. In primo luogo, perche' la legge, limitando a tre il numero di ovociti che si possono fecondare e vietando il congelamento degli embrioni, aumenta i rischi per la salute della donna e diminuisce le probabilita' di successo. Punto secondo: vietando la donazione dei gameti impedisce a molte coppie sterili di avere figli anche quando uno dei due partner potrebbe essere genitore biologico. Terzo: la legge proibisce la diagnosi pre-impianto nei casi di coppie a rischio per malattie genetiche, anche quando le probabilita' di far nascere un bimbo affetto da una grave malattia sono altissime. Paradossalmente le stesse coppie potranno ricorrere poi all'aborto terapeutico. Quarto punto: attribuendo al concepito, gia' allo stadio di poche cellule indifferenziate, gli stessi diritti delle persone gia' nate, la legge preclude qualsiasi ricerca scientifica anche sugli embrioni che andranno persi. Quinto punto: l'equivalenza delle cellule staminali adulte rispetto a quelle embrionali non e' scientificamente provata. Ma cosi' la legge vieta la possibilita' di utilizzare le ricerche attraverso le cellule embrionali per combattere gravi malattie, da quelle degenerative a quelle tumorali.
"La ricerca sulle cellule staminali embrionali, vietata oggi dalla legge 40, non puo' e non deve esser fermata -dice Giulio Cossu, docente di Istologia all'Ateneo romano La Sapienza- per non impedire una possibile cura di tante malattie degenerative". Dal Parkinson alla distrofia muscolare, dall'Alzheimer alla corea di Huntigton, dalla sclerosi laterale amiotrofica fino a tumori e leucemie, diabete ed infarto. "Usare gli embrioni sovrannumero congelati e destinati a morte certa per far ricerca sulle cellule staminali embrionali -continua Antonino Forabosco, docente di genetica all'Universita' di Modena- ci permette di capire le tante malattie genetiche e degenerative e individuare una cura possibile: e' inammissibile bloccare tutto per un credo religioso secondo cui l'embrione sarebbe persona". "Nessuno di noi ha promesso nulla, tranne avere la possibilita' di fare una ricerca sulle staminali embrionali che sembra offrire sviluppi interessanti" dice Carlo Alberto Redi, ordinario di Biologia dello Sviluppo all'Universita' di Pavia. "Da credente votero' quattro si' -afferma il professor Carlo Bulletti, direttore dell'Istituto di Fisiopatologia della Riproduzione dell'ospedale di Rimini- perche' non condivido che lo Stato imponga a tutti un principio religioso e cattolico".
 
 
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"La ricerca sulle cellule staminali embrionali, vietata oggi dalla legge 40, non puo' e non deve essere fermata per non impedire una possibile cura di tante malattie degenerative", sostengono i ricercatori.
Cinque le motivazioni. In primo luogo, perche' la legge, limitando a tre il numero di ovociti che si possono fecondare e vietando il congelamento degli embrioni, aumenta i rischi per la salute della donna e diminuisce le probabilita' di successo. Punto secondo: vietando la donazione dei gameti impedisce a molte coppie sterili di avere figli anche quando uno dei due partner potrebbe essere genitore biologico. Terzo: la legge proibisce la diagnosi pre-impianto nei casi di coppie a rischio per malattie genetiche, anche quando le probabilita' di far nascere un bimbo affetto da una grave malattia sono altissime. Paradossalmente le stesse coppie potranno ricorrere poi all'aborto terapeutico. Quarto punto: attribuendo al concepito, gia' allo stadio di poche cellule indifferenziate, gli stessi diritti delle persone gia' nate, la legge preclude qualsiasi ricerca scientifica anche sugli embrioni che andranno persi. Quinto punto: l'equivalenza delle cellule staminali adulte rispetto a quelle embrionali non e' scientificamente provata. Ma cosi' la legge vieta la possibilita' di utilizzare le ricerche attraverso le cellule embrionali per combattere gravi malattie, da quelle degenerative a quelle tumorali.
"La ricerca sulle cellule staminali embrionali, vietata oggi dalla legge 40, non puo' e non deve esser fermata -dice Giulio Cossu, docente di Istologia all'Ateneo romano La Sapienza- per non impedire una possibile cura di tante malattie degenerative". Dal Parkinson alla distrofia muscolare, dall'Alzheimer alla corea di Huntigton, dalla sclerosi laterale amiotrofica fino a tumori e leucemie, diabete ed infarto. "Usare gli embrioni sovrannumero congelati e destinati a morte certa per far ricerca sulle cellule staminali embrionali -continua Antonino Forabosco, docente di genetica all'Universita' di Modena- ci permette di capire le tante malattie genetiche e degenerative e individuare una cura possibile: e' inammissibile bloccare tutto per un credo religioso secondo cui l'embrione sarebbe persona". "Nessuno di noi ha promesso nulla, tranne avere la possibilita' di fare una ricerca sulle staminali embrionali che sembra offrire sviluppi interessanti" dice Carlo Alberto Redi, ordinario di Biologia dello Sviluppo all'Universita' di Pavia. "Da credente votero' quattro si' -afferma il professor Carlo Bulletti, direttore dell'Istituto di Fisiopatologia della Riproduzione dell'ospedale di Rimini- perche' non condivido che lo Stato imponga a tutti un principio religioso e cattolico".
 
 
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