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 ITALIA - ITALIA - Italia. D'Agostino e il no ai referendum
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17 febbraio 2005 19:31
 
"Votero' no al referendum per modificare la legge sulla fecondazione assistita. Perche' se passassero i quesiti, che sono fragili e non pienamente giustificati, si creerebbe una situazione peggiore di quella normata dalla legge". Lo afferma il professor Francesco D'Agostino, presidente del Comitato nazionale di bioetica, in una conferenza all'Universita' Lumsa il 17 febbraio a Roma.
"No all'amputazione del provvedimento che seppur migliorabile da un punto di vista tecnico, e' una buona legge perche' si richiama e promuove esplicitamente principi che non sono confessionali. Sono valori antropologici fondamentali". La tutela del concepito, il divieto di fecondazione eterologa, il no alla sperimentazione sugli embrioni o alla creazione di embrioni destinati a essere congelati e 'dimenticati' "non sono principi assurdi ne' stravaganti. E il tentativo di criticare questa legge classificandola come cattolica e' ideologico". In particolare, D'Agostino obietta che"solo nel 5% dei casi, l'assoluta sterilita' di uno dei componenti della coppia potrebbe essere risolta con il ricorso a un donatore di gameti. Una percentuale destinata a diventare irrisoria negli anni, visti i progressi delle tecniche di fecondazione assistita, mentre l'eterologa viola il diritto del nascituro di avere come genitori due figure certe".
Quanto al numero degli embrioni da creare e impiantare nella donna, secondo la legge non piu' di tre, "si tratta di una scelta tecnica affidata alla saggezza del medico e al dialogo fra lo specialista e la coppia. Ma bisogna prendere posizione davanti al fenomeno macabro degli embrioni sovrannumerari congelati, in Italia circa 30 mila: chi e' contro la selezione eugenetica, non puo' non considerare ragionevoli questi paletti posti dalla legge 40". L'invito, in vista del referendum, e' quello di promuovere un dibattito laico e civile: "il confronto attuale, sopra le righe, rischia di creare lacerazioni all'interno della societa"'.
 
 
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"Votero' no al referendum per modificare la legge sulla fecondazione assistita. Perche' se passassero i quesiti, che sono fragili e non pienamente giustificati, si creerebbe una situazione peggiore di quella normata dalla legge". Lo afferma il professor Francesco D'Agostino, presidente del Comitato nazionale di bioetica, in una conferenza all'Universita' Lumsa il 17 febbraio a Roma.
"No all'amputazione del provvedimento che seppur migliorabile da un punto di vista tecnico, e' una buona legge perche' si richiama e promuove esplicitamente principi che non sono confessionali. Sono valori antropologici fondamentali". La tutela del concepito, il divieto di fecondazione eterologa, il no alla sperimentazione sugli embrioni o alla creazione di embrioni destinati a essere congelati e 'dimenticati' "non sono principi assurdi ne' stravaganti. E il tentativo di criticare questa legge classificandola come cattolica e' ideologico". In particolare, D'Agostino obietta che"solo nel 5% dei casi, l'assoluta sterilita' di uno dei componenti della coppia potrebbe essere risolta con il ricorso a un donatore di gameti. Una percentuale destinata a diventare irrisoria negli anni, visti i progressi delle tecniche di fecondazione assistita, mentre l'eterologa viola il diritto del nascituro di avere come genitori due figure certe".
Quanto al numero degli embrioni da creare e impiantare nella donna, secondo la legge non piu' di tre, "si tratta di una scelta tecnica affidata alla saggezza del medico e al dialogo fra lo specialista e la coppia. Ma bisogna prendere posizione davanti al fenomeno macabro degli embrioni sovrannumerari congelati, in Italia circa 30 mila: chi e' contro la selezione eugenetica, non puo' non considerare ragionevoli questi paletti posti dalla legge 40". L'invito, in vista del referendum, e' quello di promuovere un dibattito laico e civile: "il confronto attuale, sopra le righe, rischia di creare lacerazioni all'interno della societa"'.
 
 
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