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 GERMANIA - GERMANIA - Germania. Fecondazione assistita, l'attuale legge causa la lotteria degli embrioni
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23 luglio 2002 20:01
 
Da quando e' venuta al mondo la prima bambina in provetta (1978), la fecondazione in vitro ha avuto una crescita esponenziale. Attualmente in Germania si effettuano 45.000 interventi l'anno. Purtroppo il risultato e' spesso preoccupante: una donna puo' facilmente partorire due o tre bambini dopo che le sono stati impiantati due o tre embrioni. Eppure, da un punto di vista tecnico, oggi e' possibile ovviare al problema. L'ostacolo risiede nelle leggi, come quella tedesca, o nell'ambizione di molte cliniche inglesi e statunitensi di dimostrare l'alta probabilita' di successo. E cosi' si utilizzano embrioni in eccesso, con conseguenti gravidanze multiple.
Sarebbe molto meglio calcolare le nascite ottenute dall'impianto di singoli embrioni, e non in base al numero di interventi effettuati. E' infatti questa la direzione di marcia auspicata dai medici tedeschi, ai quali interessa ottenere un'alta percentuale di gravidanze monozigotiche portate a compimento. Spiega Gerhard Leyendecker della Clinica Femminile di Darmstadt: la quota attuale e' solo del 26%. E la colpa e' della legge vigente, che ci costringe a scegliere quale ovocita sia da impiantare gia' nello stadio del pro-nucleo. Il guaio e' che una decisione sensata sulle possibilita' di sopravvivenza la si puo' avere non prima dello stadio di embrione ad otto cellule o, meglio ancora di blastocisti. Solo allora diventa attivo il materiale genetico proprio dell'embrione, e diventa possibile una previsione sufficientemente attendibile. Invece oggi impiantiamo embrioni, coscienti che non ce la faranno a sopravvivere. E' la legge a imporcelo. Con quali risultati? Da un lato abbiamo probabilita' di riuscita piuttosto basse; dall'altro, aumenta il rischio di gravidanze multiple. Stando al registro della fecondazione assistita (IVF-Register), le gravidanze gemellari sono il 28% se si utilizzano tre embrioni, il 23% nel caso di due. "Agiamo contro l'interesse delle future mamme e dei loro figli", commenta amaramente Leyendecker. I parti gemellari o trigemini rappresentano infatti un rischio per mamma e bambino (parti prematuri, infezioni, neonati sottopeso, aumento del rischio di mortalita'). "Dovremmo invece poter valutare gli embrioni e sceglierne uno, al massimo due. Non si tratterebbe di una selezione, poiche' si eviterebbe soltanto l'impiego di quegli embrioni che gia' al microscopio risultano inadatti a svilupparsi ulteriormente". Con una riforma della legge attuale, la fecondazione assistita consentirebbe di ottenere il 40% di gravidanze con l'impianto di un solo embrione e, nello stesso tempo, si escluderebbero le gravidanze multiple. Anche il medico svedese Lars Hamberger concorda sul fatto che i mezzi tecnici attuali consentono questo salto di qualita'. "in donne sotto i 37 anni siamo gia' al 35-40% di successo con l'utilizzo di un solo embrione. E, tramite l'osservazione e gli impianti mirati, si possono ottenere risultati analoghi anche in donne piu' vecchie".
 
 
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Sarebbe molto meglio calcolare le nascite ottenute dall'impianto di singoli embrioni, e non in base al numero di interventi effettuati. E' infatti questa la direzione di marcia auspicata dai medici tedeschi, ai quali interessa ottenere un'alta percentuale di gravidanze monozigotiche portate a compimento. Spiega Gerhard Leyendecker della Clinica Femminile di Darmstadt: la quota attuale e' solo del 26%. E la colpa e' della legge vigente, che ci costringe a scegliere quale ovocita sia da impiantare gia' nello stadio del pro-nucleo. Il guaio e' che una decisione sensata sulle possibilita' di sopravvivenza la si puo' avere non prima dello stadio di embrione ad otto cellule o, meglio ancora di blastocisti. Solo allora diventa attivo il materiale genetico proprio dell'embrione, e diventa possibile una previsione sufficientemente attendibile. Invece oggi impiantiamo embrioni, coscienti che non ce la faranno a sopravvivere. E' la legge a imporcelo. Con quali risultati? Da un lato abbiamo probabilita' di riuscita piuttosto basse; dall'altro, aumenta il rischio di gravidanze multiple. Stando al registro della fecondazione assistita (IVF-Register), le gravidanze gemellari sono il 28% se si utilizzano tre embrioni, il 23% nel caso di due. "Agiamo contro l'interesse delle future mamme e dei loro figli", commenta amaramente Leyendecker. I parti gemellari o trigemini rappresentano infatti un rischio per mamma e bambino (parti prematuri, infezioni, neonati sottopeso, aumento del rischio di mortalita'). "Dovremmo invece poter valutare gli embrioni e sceglierne uno, al massimo due. Non si tratterebbe di una selezione, poiche' si eviterebbe soltanto l'impiego di quegli embrioni che gia' al microscopio risultano inadatti a svilupparsi ulteriormente". Con una riforma della legge attuale, la fecondazione assistita consentirebbe di ottenere il 40% di gravidanze con l'impianto di un solo embrione e, nello stesso tempo, si escluderebbero le gravidanze multiple. Anche il medico svedese Lars Hamberger concorda sul fatto che i mezzi tecnici attuali consentono questo salto di qualita'. "in donne sotto i 37 anni siamo gia' al 35-40% di successo con l'utilizzo di un solo embrione. E, tramite l'osservazione e gli impianti mirati, si possono ottenere risultati analoghi anche in donne piu' vecchie".
 
 
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