Il 14 maggio, la ministra dell'Educazione e della Ricerca, Edelgard Buhlmann, ha inaugurato la conferenza internazionale promossa dal Governo tedesco intitolata "La clonazione nella ricerca biomedica e riproduttiva". La conferenza, che durera' tre giorni e vedra' la partecipazione di quaranta esperti provenienti da diversi Paesi, dovra' discutere dei limiti etici della clonazione.
Verdi e Union hanno criticato la "scelta unilaterale" dei relatori. La ministra ha voluto mettere in chiaro fin da subito che la ricerca sulla clonazione a scopo terapeutico non deve comportare la distruzione di embrioni umani. E' "eticamente inaccettabile", utilizzare la clonazione per produrre embrioni umani che poi dovranno essere distrutti per ricavarne tessuti. E cosi' ha chiarito che il Governo tedesco non ha nessuna intenzione di autorizzare la clonazione terapeutica sul proprio territorio. La ministra si e' invece mostrata piu' possibilista verso altri metodi che, pur essendo simili alla clonazione terapeutica, possono prescindere dagli embrioni. Si puo' per esempio ipotizzare di reperire tessuti sostitutivi direttamente dalle cellule staminali. Intorno a queste tecniche e' necessaria "una discussione approfondita e differenziata".
Per quanto riguarda il divieto di clonazione a livello internazionale, di cui si discutera' in sede Onu il prossimo autunno, Buhlmann ritiene che trovare soluzioni soddisfacenti per tutti su problemi di natura etica e' quanto mai difficile in un mondo caratterizzato da pluralismo. Eppure bisognera' cercare una soluzione che rispetti la sovranita' dei singoli Stati e nello stesso tempo fissi degli standard comuni. Ha concluso, dicendo, che le decisioni politiche devono in ogni caso ancorarsi alla tutela della vita e al rispetto della dignita' umana.

Il 14 maggio, la ministra dell'Educazione e della Ricerca, Edelgard Buhlmann, ha inaugurato la conferenza internazionale promossa dal Governo tedesco intitolata "La clonazione nella ricerca biomedica e riproduttiva". La conferenza, che durera' tre giorni e vedra' la partecipazione di quaranta esperti provenienti da diversi Paesi, dovra' discutere dei limiti etici della clonazione.
Verdi e Union hanno criticato la "scelta unilaterale" dei relatori. La ministra ha voluto mettere in chiaro fin da subito che la ricerca sulla clonazione a scopo terapeutico non deve comportare la distruzione di embrioni umani. E' "eticamente inaccettabile", utilizzare la clonazione per produrre embrioni umani che poi dovranno essere distrutti per ricavarne tessuti. E cosi' ha chiarito che il Governo tedesco non ha nessuna intenzione di autorizzare la clonazione terapeutica sul proprio territorio. La ministra si e' invece mostrata piu' possibilista verso altri metodi che, pur essendo simili alla clonazione terapeutica, possono prescindere dagli embrioni. Si puo' per esempio ipotizzare di reperire tessuti sostitutivi direttamente dalle cellule staminali. Intorno a queste tecniche e' necessaria "una discussione approfondita e differenziata".
Per quanto riguarda il divieto di clonazione a livello internazionale, di cui si discutera' in sede Onu il prossimo autunno, Buhlmann ritiene che trovare soluzioni soddisfacenti per tutti su problemi di natura etica e' quanto mai difficile in un mondo caratterizzato da pluralismo. Eppure bisognera' cercare una soluzione che rispetti la sovranita' dei singoli Stati e nello stesso tempo fissi degli standard comuni. Ha concluso, dicendo, che le decisioni politiche devono in ogni caso ancorarsi alla tutela della vita e al rispetto della dignita' umana.