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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Gb. Zavos e la clonazione dei morti, passando dagli ibridi uomo-mucca
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Notizia 
2 settembre 2004 20:24
 
Panayotis Zavos ne ha combinata un'altra, o forse sarebbe piu' corretto dire, ha anticipato di averne combinata un'altra! Stavolta avrebbe creato degli embrioni impiantando il Dna di una bambina e di un giovane uomo, entrambi morti, in ovuli di mucca. L'anticipazione e' del domenicale britannico Mail on Sunday che precisa come gli embrioni sono stati distrutti quando avevano raggiunto 64 cellule, cioe' oltre la dimensione utile per l'impianto in utero. Zavos ha spiegato di aver utilizzato ovuli di mucca perche' sono piu' grandi di quelli umani e quindi piu' facili da manipolare. Lo scienziato ha inoltre assicurato che non ha neppure per un attimo pensato di impiantare l'embrione ibrido in un utero di donna. Ma, ha aggiunto, la stessa tecnica potrebbe essere utilizzata per impiantare il Dna di una persona morta in un ovulo umano, creando un embrione che, se impiantato in un utero, potrebbe svilupparsi in un vero clone della persona morta.
Per gli appassionati, comunque vengono forniti anche maggiori dettagli del caso. Cady era una bella bambina bruna di 11 anni rimasta vittima di un incidente della strada. Poi c'e' l'inquietante testimonianza della mamma di Cady, una donna devastata dal dolore che dice ai microfoni di Channel 4 "mia figlia era tutto per me. Anche se c'e' una sola possibilita' su un miliardo che la clonazione possa funzionare, voglio che sia fatta". La donna, racconta Zavos, lo ha contattato nell'agosto del 2002 e gli ha consegnato un campione di sangue della figlia morta, come hanno fatto anche i disperati parenti di un uomo di 33 anni deceduto in un incidente di moto. Abr> Quelli che ha fatto e sta facendo con i campioni di sangue di Cady e dello sfortunato motociclista sono solo esperimenti per mettere a punto una tecnica per creare cloni da persone morte. "Non voglio far risorgere nessuno. I morti sono morti. Ma di loro rimangono le cellule che i loro parenti vogliono usare per riprodurre un bambino", dice Zavos che qualche mese fa aveva annunciato di aver impiantato un embrione clonato nell'utero di una donna e che successivamente ha detto che il tentativo non ha pero' avuto successo.
Dopo l'anticipazione del Mail on Sunday, il dottor Zavos ha tenuto una conferenza stampa a Londra il 31 agosto. Gli esperimenti con il Dna di persone morte e ovuli di mucca sono "il primo tentativo di verificare la capacita' embrionica di cellule umane post mortem", ha spiegato Zavos. Lo scienziato ha negato di sfruttare la disperazione di genitori devastati dalla perdita dei figli per condurre i suoi macabri esperimenti. "Io non sfrutto nessuno. Tutti i genitori che hanno fornito i campioni sapevano di prendere parte ad una ricerca e che per il momento non hanno la possibilita' di avere un nuovo bambino clonato", ha insistito Zavos ammettendo di aver ricevuto dei contributi in denaro da questi genitori, ma "solo per coprire le spese" degli esperimenti. Poi se l'e' presa con un gruppo di autorevoli scienziati britannici che, secondo lui, a gennaio ha inviato una lettera "segreta" a direttori di testate giornalistiche invitandoli a non dare pubblicita' al suo lavoro. "L'establishment britannico crede di poter impunemente attaccare la mia integrita'. Nel mio Paese, gli Usa, una lettera del genere sarebbe stata anticostituzionale", ha affermato il professor Zavos annunciando che in proposito consultera' i suoi legali.
 
 
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Panayotis Zavos ne ha combinata un'altra, o forse sarebbe piu' corretto dire, ha anticipato di averne combinata un'altra! Stavolta avrebbe creato degli embrioni impiantando il Dna di una bambina e di un giovane uomo, entrambi morti, in ovuli di mucca. L'anticipazione e' del domenicale britannico Mail on Sunday che precisa come gli embrioni sono stati distrutti quando avevano raggiunto 64 cellule, cioe' oltre la dimensione utile per l'impianto in utero. Zavos ha spiegato di aver utilizzato ovuli di mucca perche' sono piu' grandi di quelli umani e quindi piu' facili da manipolare. Lo scienziato ha inoltre assicurato che non ha neppure per un attimo pensato di impiantare l'embrione ibrido in un utero di donna. Ma, ha aggiunto, la stessa tecnica potrebbe essere utilizzata per impiantare il Dna di una persona morta in un ovulo umano, creando un embrione che, se impiantato in un utero, potrebbe svilupparsi in un vero clone della persona morta.
Per gli appassionati, comunque vengono forniti anche maggiori dettagli del caso. Cady era una bella bambina bruna di 11 anni rimasta vittima di un incidente della strada. Poi c'e' l'inquietante testimonianza della mamma di Cady, una donna devastata dal dolore che dice ai microfoni di Channel 4 "mia figlia era tutto per me. Anche se c'e' una sola possibilita' su un miliardo che la clonazione possa funzionare, voglio che sia fatta". La donna, racconta Zavos, lo ha contattato nell'agosto del 2002 e gli ha consegnato un campione di sangue della figlia morta, come hanno fatto anche i disperati parenti di un uomo di 33 anni deceduto in un incidente di moto. Abr> Quelli che ha fatto e sta facendo con i campioni di sangue di Cady e dello sfortunato motociclista sono solo esperimenti per mettere a punto una tecnica per creare cloni da persone morte. "Non voglio far risorgere nessuno. I morti sono morti. Ma di loro rimangono le cellule che i loro parenti vogliono usare per riprodurre un bambino", dice Zavos che qualche mese fa aveva annunciato di aver impiantato un embrione clonato nell'utero di una donna e che successivamente ha detto che il tentativo non ha pero' avuto successo.
Dopo l'anticipazione del Mail on Sunday, il dottor Zavos ha tenuto una conferenza stampa a Londra il 31 agosto. Gli esperimenti con il Dna di persone morte e ovuli di mucca sono "il primo tentativo di verificare la capacita' embrionica di cellule umane post mortem", ha spiegato Zavos. Lo scienziato ha negato di sfruttare la disperazione di genitori devastati dalla perdita dei figli per condurre i suoi macabri esperimenti. "Io non sfrutto nessuno. Tutti i genitori che hanno fornito i campioni sapevano di prendere parte ad una ricerca e che per il momento non hanno la possibilita' di avere un nuovo bambino clonato", ha insistito Zavos ammettendo di aver ricevuto dei contributi in denaro da questi genitori, ma "solo per coprire le spese" degli esperimenti. Poi se l'e' presa con un gruppo di autorevoli scienziati britannici che, secondo lui, a gennaio ha inviato una lettera "segreta" a direttori di testate giornalistiche invitandoli a non dare pubblicita' al suo lavoro. "L'establishment britannico crede di poter impunemente attaccare la mia integrita'. Nel mio Paese, gli Usa, una lettera del genere sarebbe stata anticostituzionale", ha affermato il professor Zavos annunciando che in proposito consultera' i suoi legali.
 
 
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