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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Gb. Colonia di cellule staminali embrionali prodotte in laboratorio
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21 agosto 2003 17:40
 
Un gruppo di scienziati britannici e' riuscito per la prima volta a coltivare in laboratorio una colonia di cellule staminali estratte da embrioni umani nelle loro prime fasi di vita. Si tratta una vera e propria svolta per la ricerca nel Regno Unito, che apre la strada a cure mediche rivoluzionarie. Se da una parte il mondo scientifico ha accolto con entusiasmo la notizia (pubblicata dalla rivista Reproductive Biology), dall'altra i gruppi che si battono per il diritto alla vita hanno subito condannato il lavoro degli scienziati sottolineando che la ricerca sugli embrioni umani e' moralmente inaccettabile.
Un'équipe di ricercatori guidata dal dottor Stephen Minger del King's College di Londra ha prodotto tre colonie di cellule staminali da un totale di 58 embrioni umani, scartati dopo dei test di diagnosi genetica pre impianto nelle tecniche di fecondazione in vitro (che non sarebbero mai stati impiantati in utero perche' avrebbero ereditato malattie genetiche). Di queste, due non sono riuscite a sopravvivere mentre la terza cresce ormai da molti mesi e attualmente e' composta da centinaia di migliaia di cellule (identiche tra loro). La colonia di cellule sara' depositata nella banca di cellule staminali del Medical Research Council inaugurata lo scorso anno ad Hertfordshire (nord di Londra).
Le cellule sono state prelevate da embrioni umani di appena 5 giorni di vita scartati da trattamenti di fertilizzazione in vitro nelle cliniche londinesi di Guy e St. Thomas (con il permesso delle dirette interessate). "Siamo molto eccitati -ha commentato il dottor Minger-. Il possibile utilizzo terapeutico di queste cellule e' quasi infinito e potrebbe aiutare nella lotta contro malattie come il morbo di Parkinson e il diabete". "Le cellule staminali di origine embrionale si trovano nelle fasi iniziali dello sviluppo e sono capaci di dare luogo a tutti i tipi differenti di cellule nell'organismo umano. Questo significa che i loro possibili usi terapeutici sono quasi infiniti". E Minger ha anche accennato che erano particolarmente interessati alla ricerca per la generazione di nuove cellule per i trapianti in casi di diabete e per la malattia del Parkinson, cosi' come pure per i pazienti con problemi cardiaci.
"E' un giorno emozionante per la scienza nel Regno Unito", ha annotato Georges Radda, direttore del Medical Research Council. Peter Braude, uno dei responsabili dello studio ha spiegato che sono necessarie molte cellule per approfondire la ricerca, cosa difficile per il numero limitato degli embrioni da utilizzare.
L'équipe del King's College ha ricevuto per prima nel Regno Unito la licenza dall'Autorita' per la fecondazione e l'embriologia per coltivare cellule staminali prelevate da embrioni umani. La licenza e' stata assegnata nel marzo dell'anno scorso, solo qualche giorno dopo il disco verde della Camera dei Lord britannica a questo tipo di ricerca nel Paese.
Se per il Regno Unito il risultato conseguito dal dottor Minger costituisce un primato assoluto, la prima colonia di cellule staminali e' stata prodotta oltre quattro anni fa da Jamie Thomson negli Stati Uniti.
Secondo il parere del prof. Robin Lovell-Badge, dell'MRC's National Institute for Medical Research, "Questo e' un avvenimento importante, non solo per gli scienziati britannici ma anche per il tipo di leggi che regolano la ricerca sugli embrioni. Le linee cellulari umane ottenute potrebbero contenere delle malattie genetiche, ma questo non e' un problema ai fini della ricerca. Al contrario, ci permette di conoscere meglio alcune patologie, cercare eventuali cure e analizzare le proprieta' delle cellule. Adesso pero' e' necessario che altre linee cellulari vengano prodotte e messe a disposizione degli scienziati, se veramente vogliamo ottenere i risultati sperati in campo terapeutico".
E Alistair Kent direttore del Genetic Interest Group ha dichiarato che "condurre la ricerca su embrioni che non verranno mai impiantati, con l'intento di dare nuove speranze ai malati gravi, e' molto piu' etico che lasciarli a se stessi, in balia della sofferenza. Credo che le donne che hanno deciso di donare i loro embrioni stiamo compiendo un gesto meraviglioso, e per questo andrebbero applaudite". Gesti di umanita' quindi, senza i secondi fini fantascientifici predetti da Jack Scarisbick, presidente del gruppo anti-abortista "Life", secondo il quale "questo e' il primo passo verso la clonazione umana. Ora hanno utilizzato embrioni sovrannumerari, ma domani useranno esseri umani clonati. Dicono che comunque quegli embrioni erano destinati alla distruzione, ma e' come rubare ad un soldato morto: un ulteriore affronto alla dignita'. Gli scienziati sono ovviamente entusiasti, perche' c'e' molto denaro dietro a tutto cio'. E denaro significa business fiorente, e quindi potere. E' il frutto proibito: giocare con la vita umana".
 
 
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Un gruppo di scienziati britannici e' riuscito per la prima volta a coltivare in laboratorio una colonia di cellule staminali estratte da embrioni umani nelle loro prime fasi di vita. Si tratta una vera e propria svolta per la ricerca nel Regno Unito, che apre la strada a cure mediche rivoluzionarie. Se da una parte il mondo scientifico ha accolto con entusiasmo la notizia (pubblicata dalla rivista Reproductive Biology), dall'altra i gruppi che si battono per il diritto alla vita hanno subito condannato il lavoro degli scienziati sottolineando che la ricerca sugli embrioni umani e' moralmente inaccettabile.
Un'équipe di ricercatori guidata dal dottor Stephen Minger del King's College di Londra ha prodotto tre colonie di cellule staminali da un totale di 58 embrioni umani, scartati dopo dei test di diagnosi genetica pre impianto nelle tecniche di fecondazione in vitro (che non sarebbero mai stati impiantati in utero perche' avrebbero ereditato malattie genetiche). Di queste, due non sono riuscite a sopravvivere mentre la terza cresce ormai da molti mesi e attualmente e' composta da centinaia di migliaia di cellule (identiche tra loro). La colonia di cellule sara' depositata nella banca di cellule staminali del Medical Research Council inaugurata lo scorso anno ad Hertfordshire (nord di Londra).
Le cellule sono state prelevate da embrioni umani di appena 5 giorni di vita scartati da trattamenti di fertilizzazione in vitro nelle cliniche londinesi di Guy e St. Thomas (con il permesso delle dirette interessate). "Siamo molto eccitati -ha commentato il dottor Minger-. Il possibile utilizzo terapeutico di queste cellule e' quasi infinito e potrebbe aiutare nella lotta contro malattie come il morbo di Parkinson e il diabete". "Le cellule staminali di origine embrionale si trovano nelle fasi iniziali dello sviluppo e sono capaci di dare luogo a tutti i tipi differenti di cellule nell'organismo umano. Questo significa che i loro possibili usi terapeutici sono quasi infiniti". E Minger ha anche accennato che erano particolarmente interessati alla ricerca per la generazione di nuove cellule per i trapianti in casi di diabete e per la malattia del Parkinson, cosi' come pure per i pazienti con problemi cardiaci.
"E' un giorno emozionante per la scienza nel Regno Unito", ha annotato Georges Radda, direttore del Medical Research Council. Peter Braude, uno dei responsabili dello studio ha spiegato che sono necessarie molte cellule per approfondire la ricerca, cosa difficile per il numero limitato degli embrioni da utilizzare.
L'équipe del King's College ha ricevuto per prima nel Regno Unito la licenza dall'Autorita' per la fecondazione e l'embriologia per coltivare cellule staminali prelevate da embrioni umani. La licenza e' stata assegnata nel marzo dell'anno scorso, solo qualche giorno dopo il disco verde della Camera dei Lord britannica a questo tipo di ricerca nel Paese.
Se per il Regno Unito il risultato conseguito dal dottor Minger costituisce un primato assoluto, la prima colonia di cellule staminali e' stata prodotta oltre quattro anni fa da Jamie Thomson negli Stati Uniti.
Secondo il parere del prof. Robin Lovell-Badge, dell'MRC's National Institute for Medical Research, "Questo e' un avvenimento importante, non solo per gli scienziati britannici ma anche per il tipo di leggi che regolano la ricerca sugli embrioni. Le linee cellulari umane ottenute potrebbero contenere delle malattie genetiche, ma questo non e' un problema ai fini della ricerca. Al contrario, ci permette di conoscere meglio alcune patologie, cercare eventuali cure e analizzare le proprieta' delle cellule. Adesso pero' e' necessario che altre linee cellulari vengano prodotte e messe a disposizione degli scienziati, se veramente vogliamo ottenere i risultati sperati in campo terapeutico".
E Alistair Kent direttore del Genetic Interest Group ha dichiarato che "condurre la ricerca su embrioni che non verranno mai impiantati, con l'intento di dare nuove speranze ai malati gravi, e' molto piu' etico che lasciarli a se stessi, in balia della sofferenza. Credo che le donne che hanno deciso di donare i loro embrioni stiamo compiendo un gesto meraviglioso, e per questo andrebbero applaudite". Gesti di umanita' quindi, senza i secondi fini fantascientifici predetti da Jack Scarisbick, presidente del gruppo anti-abortista "Life", secondo il quale "questo e' il primo passo verso la clonazione umana. Ora hanno utilizzato embrioni sovrannumerari, ma domani useranno esseri umani clonati. Dicono che comunque quegli embrioni erano destinati alla distruzione, ma e' come rubare ad un soldato morto: un ulteriore affronto alla dignita'. Gli scienziati sono ovviamente entusiasti, perche' c'e' molto denaro dietro a tutto cio'. E denaro significa business fiorente, e quindi potere. E' il frutto proibito: giocare con la vita umana".
 
 
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