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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Gb. All'Universita' di Cambridge si maltrattano gli animali?
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Notizia 
14 aprile 2005 19:03
 
Pecore sottoposte a processi di clonazione, topi che provano terapie contro le malattie diffuse a livello mondiale, scimmie malate di Parkinson per testare nuove cure. Gli animali di laboratorio sono oggi indispensabili per la ricerca di soluzioni a malattie che colpiscono gli umani. Ma la loro sofferenza e' un passaggio obbligato e inevitabile per nobili obbiettivi o un trattamento crudele non necessario? E anche nella sofferenza imposta in laboratorio devono esserci delle regole in grado di evitare che diventi crudelta' inutile?
Le domande non sono peregrine visto che l'Universita' di Cambridge si sta giocando la licenza per realizzare esperimenti con animali a seguito della denuncia di Richard Drabble. Difensore dei diritti degli animali e militante della British Union for the Abolition of Vivisection (Buav), e' riuscito ad infiltrarsi come tecnico di laboratorio nella prestigiosa Universita'. A febbraio Drabble si e' presentato all'High Court e ha portato con se' una serie di prove e documenti -anche di diffusione interna- per dimostrare che gli animali subiscono inutili sofferenze e maltrattamenti, se non vere e proprie torture. Scimmie paralizzate, per testare terapie contro il Parkinson e la malattia di Hutington, restavano anche 15 ore senza nessuna attenzione, altri animali venivano abbandonati al loro destino e lasciati morire. Nei documenti si riportava come durante gli esperimenti gli animali potevano gridare e avere paura, e si scrivevano i consigli su come castigarli.
Non sarebbero rispettate, insomma, le norme minime di protezione degli animali garantite in Gran Bretagna dall'Animal (Scientific Procedures) Act 1986.
Se la Corte dimostrera' che l'Universita' ha agito con malizia e perversione, l'Home Secretary ritirera' a Cambridge la licenza per gli esperimenti.
Sul sito Internet della British Union for the Abolition of Vivisection uno speciale su Cambridge: clicca qui
 
 
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Pecore sottoposte a processi di clonazione, topi che provano terapie contro le malattie diffuse a livello mondiale, scimmie malate di Parkinson per testare nuove cure. Gli animali di laboratorio sono oggi indispensabili per la ricerca di soluzioni a malattie che colpiscono gli umani. Ma la loro sofferenza e' un passaggio obbligato e inevitabile per nobili obbiettivi o un trattamento crudele non necessario? E anche nella sofferenza imposta in laboratorio devono esserci delle regole in grado di evitare che diventi crudelta' inutile?
Le domande non sono peregrine visto che l'Universita' di Cambridge si sta giocando la licenza per realizzare esperimenti con animali a seguito della denuncia di Richard Drabble. Difensore dei diritti degli animali e militante della British Union for the Abolition of Vivisection (Buav), e' riuscito ad infiltrarsi come tecnico di laboratorio nella prestigiosa Universita'. A febbraio Drabble si e' presentato all'High Court e ha portato con se' una serie di prove e documenti -anche di diffusione interna- per dimostrare che gli animali subiscono inutili sofferenze e maltrattamenti, se non vere e proprie torture. Scimmie paralizzate, per testare terapie contro il Parkinson e la malattia di Hutington, restavano anche 15 ore senza nessuna attenzione, altri animali venivano abbandonati al loro destino e lasciati morire. Nei documenti si riportava come durante gli esperimenti gli animali potevano gridare e avere paura, e si scrivevano i consigli su come castigarli.
Non sarebbero rispettate, insomma, le norme minime di protezione degli animali garantite in Gran Bretagna dall'Animal (Scientific Procedures) Act 1986.
Se la Corte dimostrera' che l'Universita' ha agito con malizia e perversione, l'Home Secretary ritirera' a Cambridge la licenza per gli esperimenti.
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