Dopo anni d'indugi, il Governo francese autorizza finalmente un gruppo di ricercatori a lavorare su cellule staminali embrionali umane. Una novita'. Nelle prossime settimane, anche due altri laboratori dovrebbero poter importare delle linee cellulari da Israele e Stati Uniti, allo scopo di mettere a punto una medicina capace di rigenerare neuroni, pelle e tessuti cardiaci.
Per comprendere la posta in gioco forse e' bene ricordare che cosa sia una cellula staminale. All'origine della vita c'e' un uovo, cellula unica derivata dall'incontro tra un ovulo e degli spermatozoi. Quest'entita' ben presto si divide, per assumere, nel giro di una settimana, lo stadio di embrione contenente un centinaio di cellule identiche, dette staminali. In virtu' e in misura della loro crescita, le unita' di base continuano a moltiplicarsi e a differenziarsi per formare, progressivamente, i 200 tipi di cellule componenti l'organismo umano (sangue, ossa, muscoli.). Gli scienziati non riconoscono ancora bene i sottili meccanismi che orientano una cellula originale verso questa o quella direzione. Certo, sono state condotte esperienze sulle cellule embrionali di origine animale. Ma, rammenta
Daniel Aberdam, direttore di ricerche all'Inserm (universita' di Nizza) e uno dei beneficiari della nuova politica governativa, "l'uomo non e' un topo. Per passare in futuro ad applicazioni terapeutiche, bisogna lavorare su cellule staminali umane".
Queste ricerche sono fondamentali. Solo loro potranno permettere di sapere quando e come trapiantare (o iniettare) le cellule nuove usate per riparare dei tessuti lesi. Una migliore conoscenza del processo di differenziazione cellulare facilitera' anche il trattamento di anomalie cardiache congenite che dovessero sorgere in uno stadio molto precoce dello sviluppo embrionale. Le prospettive offerte dalla terapia cellulare sono immense. Tuttavia, non ci saranno applicazioni concrete che tra numerosi anni. "Evitiamo d'imbarcarci in una storia come quella della terapia genica", mette in guardia
Michel Pucéat dell'Istituto di ricerca in bioterapia (Inserm-CNRS-universita' di Montpellier), specialista di cellule cardiache.
Le équipe francesi hanno soltanto cinque anni per svolgere i loro esperimenti. E' quanto dura l'autorizzazione provvisoria di cui fruiscono, in conformita' alla
legge di bioetica, votata nel luglio 2004.