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 COREA DEL SUD - COREA DEL SUD - Corea del Sud. I colleghi di Hwang Woo Suk finalmente al sondaggio
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Notizia 
2 settembre 2004 20:05
 
Circa due scienziati coreani su tre che si occupano di cellule staminali si dichiarano contrari alla clonazione umana riproduttiva.
E' quanto emerso da un piccolo sondaggio svolto all'interno della Seoul National University condotto dal prof. Kim Ock-joo fra i 416 scienziati che ogni giorno hanno a che fare direttamente con l'argomento. Il 62% degli intervistati si e' dichiarato contrario alla tecnica di clonazione per scopi riproduttivi, un 30,6% parzialmente favorevole e un 4% completamente favorevole.
Alla domanda: "Qual e' secondo voi lo status morale dell'embrione?" piu' del 51% ha risposto dicendo di non voler accettare l'idea che un embrione venga considerato come un essere umano gia' formato. Lo stesso 51% ha pero' sottolineato l'importanza di rispettare comunque la vita umana anche quando questa si presenta solo in forma potenziale.
Per quanto riguarda la ricerca con le cellule staminali embrionali piu' dell'80% ritiene che sia una strada inevitabile, che pero' va percorsa in contemporanea con la ricerca sulle staminali adulte: l'una non deve eliminare l'altra. Nonostante questa considerazione il 46% sostiene che la ricerca sugli embrioni sia nettamente migliore per le finalita' terapeutiche, a fronte di un 20% in disaccordo.
Aperti gli scienziati coreani anche per la creazione di nuovi embrioni per soli scopi di ricerca: l'81,7% sosterrebbe progetti di questo genere, mentre un 52% sosterrebbe addirittura il trasferimento nucleare somatico fra diverse specie.
Nei rapporti con le istituzioni l'atteggiamento e' piuttosto cauto: solo il 29% infatti ha dichiarato di lavorare su progetti e laboratori gestiti dall'Istitutional Review Board (IRB); e un 22% ha risposto dicendo di non avere nemmeno idea di quali siano i compiti dell'IRB e di come possa monitorare certi scienziati. Questa risposta in particolare denota lo scarso livello di dibattito etico istituzionalizzato fra gli scienziati, in virtu' della loro ampia liberta' di gestione. C'e' da dire pero' che dall'inizio di quest'anno, secondo la legge in vigore, e' proprio l'IRB che dovrebbe controllare e gestire ogni ricerca basata sugli embrioni. Cosi' evidentemente non e', ma la legge e' stata approvata in gennaio ed e' probabile che occorra ancora del tempo per stabilizzare la situazione e dar tempo agli scienziati di abituarsi alla nuova normativa.
 
 
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E' quanto emerso da un piccolo sondaggio svolto all'interno della Seoul National University condotto dal prof. Kim Ock-joo fra i 416 scienziati che ogni giorno hanno a che fare direttamente con l'argomento. Il 62% degli intervistati si e' dichiarato contrario alla tecnica di clonazione per scopi riproduttivi, un 30,6% parzialmente favorevole e un 4% completamente favorevole.
Alla domanda: "Qual e' secondo voi lo status morale dell'embrione?" piu' del 51% ha risposto dicendo di non voler accettare l'idea che un embrione venga considerato come un essere umano gia' formato. Lo stesso 51% ha pero' sottolineato l'importanza di rispettare comunque la vita umana anche quando questa si presenta solo in forma potenziale.
Per quanto riguarda la ricerca con le cellule staminali embrionali piu' dell'80% ritiene che sia una strada inevitabile, che pero' va percorsa in contemporanea con la ricerca sulle staminali adulte: l'una non deve eliminare l'altra. Nonostante questa considerazione il 46% sostiene che la ricerca sugli embrioni sia nettamente migliore per le finalita' terapeutiche, a fronte di un 20% in disaccordo.
Aperti gli scienziati coreani anche per la creazione di nuovi embrioni per soli scopi di ricerca: l'81,7% sosterrebbe progetti di questo genere, mentre un 52% sosterrebbe addirittura il trasferimento nucleare somatico fra diverse specie.
Nei rapporti con le istituzioni l'atteggiamento e' piuttosto cauto: solo il 29% infatti ha dichiarato di lavorare su progetti e laboratori gestiti dall'Istitutional Review Board (IRB); e un 22% ha risposto dicendo di non avere nemmeno idea di quali siano i compiti dell'IRB e di come possa monitorare certi scienziati. Questa risposta in particolare denota lo scarso livello di dibattito etico istituzionalizzato fra gli scienziati, in virtu' della loro ampia liberta' di gestione. C'e' da dire pero' che dall'inizio di quest'anno, secondo la legge in vigore, e' proprio l'IRB che dovrebbe controllare e gestire ogni ricerca basata sugli embrioni. Cosi' evidentemente non e', ma la legge e' stata approvata in gennaio ed e' probabile che occorra ancora del tempo per stabilizzare la situazione e dar tempo agli scienziati di abituarsi alla nuova normativa.
 
 
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