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 CANADA - CANADA - Canada. Le staminali della retina e le possibilita' di cura alla cecita'
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6 gennaio 2005 18:18
 
Le cellule staminali della retina umana si rigenerano una volta trapiantate negli occhi di pollo e di topo secondo uno studio di alcuni scienziati dell'Universita' di Toronto, le cui conclusioni sono state rese note dall'Accademia Nazionale delle Scienze. Il passo successivo sara' quello di verificare se avviene la stessa cosa in occhi malati, sempre con la prospettiva di trattare in futuro occhi umani.
La retina si trova nella parte posteriore dell'occhio, ed e' dove i raggi di luce si trasformano in immagini. Funziona come la pellicola in una camera per catturare le immagini, trasformandole in segnali elettrici, che vengono inviati al cervello. Quando la luce li raggiunge, i pigmenti perdono il loro colore. Questo processo di decolorazione fa liberare impulsi nervosi, che vengono trasmessi al cervello.
I ricercatori hanno prelevato cellule staminali umane e le hanno trapiantate negli occhi dei topi e dei polli nati da un giorno. Le cellule trapiantate si sono sviluppate come fotorecettrici.
"Quando i loro occhi si sono sviluppati completamente, le cellule umane sono sopravvissute, sono migrate nella parte sensoriale dell'occhio e hanno formato le cellule corrette", spiega la ricercatrice Brenda Cole, che ha guidato lo studio.
I risultati aiuteranno i ricercatori a scoprire se le cellule staminali possono essere utilizzate per trattare malattie degenerative della retina, come la retinite pigmentosa o la degenerazione maculare, che sono le cause piu' comuni di cecita' nei Paesi sviluppati. Entrambe le malattie colpiscono le cellule fotorecettrici della parte posteriore della retina, mentre le cellule nervose situate davanti, generalmente restano intatte.
"Stiamo iniziando con i topi per vedere se si possono superare i fattori genetici coinvolti nella malattia", ha spiegato la dottoressa Cole. Ed ha aggiunto: "l'occhio dice alle cellule staminali cio' che devono fare, per cui in un tipo specifico di malattia e' importante sapere i segnali dell'occhio perche' possiamo inibire o proteggere le cellule staminali".
Per il dottor Stephen Minger, direttore del laboratorio di biologia di cellule staminali al King's College di Londra, "come primo passo credo che questa ricerca sia superba". Ora sara' importante verificare, ha aggiunto, che le cellule impiantate funzionano normalmente o che funzionano anche nelle diverse fasi della malattia. Inoltre occorre verificare se sia possibile generare un numero sufficiente di cellule per riparare i danni negli uomini.
 
 
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La retina si trova nella parte posteriore dell'occhio, ed e' dove i raggi di luce si trasformano in immagini. Funziona come la pellicola in una camera per catturare le immagini, trasformandole in segnali elettrici, che vengono inviati al cervello. Quando la luce li raggiunge, i pigmenti perdono il loro colore. Questo processo di decolorazione fa liberare impulsi nervosi, che vengono trasmessi al cervello.
I ricercatori hanno prelevato cellule staminali umane e le hanno trapiantate negli occhi dei topi e dei polli nati da un giorno. Le cellule trapiantate si sono sviluppate come fotorecettrici.
"Quando i loro occhi si sono sviluppati completamente, le cellule umane sono sopravvissute, sono migrate nella parte sensoriale dell'occhio e hanno formato le cellule corrette", spiega la ricercatrice Brenda Cole, che ha guidato lo studio.
I risultati aiuteranno i ricercatori a scoprire se le cellule staminali possono essere utilizzate per trattare malattie degenerative della retina, come la retinite pigmentosa o la degenerazione maculare, che sono le cause piu' comuni di cecita' nei Paesi sviluppati. Entrambe le malattie colpiscono le cellule fotorecettrici della parte posteriore della retina, mentre le cellule nervose situate davanti, generalmente restano intatte.
"Stiamo iniziando con i topi per vedere se si possono superare i fattori genetici coinvolti nella malattia", ha spiegato la dottoressa Cole. Ed ha aggiunto: "l'occhio dice alle cellule staminali cio' che devono fare, per cui in un tipo specifico di malattia e' importante sapere i segnali dell'occhio perche' possiamo inibire o proteggere le cellule staminali".
Per il dottor Stephen Minger, direttore del laboratorio di biologia di cellule staminali al King's College di Londra, "come primo passo credo che questa ricerca sia superba". Ora sara' importante verificare, ha aggiunto, che le cellule impiantate funzionano normalmente o che funzionano anche nelle diverse fasi della malattia. Inoltre occorre verificare se sia possibile generare un numero sufficiente di cellule per riparare i danni negli uomini.
 
 
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