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 ARGENTINA - ARGENTINA - Argentina. Staminali per la cura della cornea
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Notizia 
15 maggio 2003 20:13
 
Scienziati del laboratorio Craveri e dell'Universita' Austral (Buenos Aires) stanno sviluppando la tecnica della coltivazione autologa della cornea, riprendendola da quella dello scienziato italiano Michele De Luca, che permette di coltivare l'epitelio della cornea a partire da cellule dello stesso paziente (autologhe) prese dall'occhio sano. "Noi abbiamo iniziato a lavorare con la coltivazione di epidermide e con la fabbricazione di pelle artificiale -ricorda il dottor Jorge Genovese, gia' vicepresidente de la Tissue Engineering Society International e direttore dell'area di biotecnologia del Craveri- In entrambi i casi si tratta di utilizzare una tecnologia che permette la crescita di alcune cellule".
"Se uno si brucia un occhio -spiega Genovese- ha la possibilita' di prendere una piccola quantita' di cellule staminali dall'altro occhio, senza lesionarlo, e, in determinate condizioni che i ricercatori hanno messo a punto, generare una piccola lamina che si applichera' nella parte anteriore della cornea lesionata e che permettera' di riparare l'epitelio". Vengono presi 2 millimetri quadrati di cellule staminali che, dopo 3 o 4 settimane, si trasformano in 3 centimetri quadrati di epitelio, che applicato a quello danneggiato reintegra la trasparenza necessaria all'occhio per vedere.
"Stiamo migliorando la tecnica -spiega il dottor Juan Gallo, vicedecano della facolta' di Scienze Biomediche dell'Universita' di Austral-. E stiamo lavorando perche' l'estrazione sia la piu' efficace e la piu' sicura possibile. Anche nell'ultima parte dell'operazione, stiamo provando diverse tecniche di sutura per evitare una cicatrice che possa essere di impedimento per la futura trasparenza". "Se tutto va bene, nel giro di due o tre mesi potremmo avere terminato le tappe di ricerca e iniziare uno studio sugli esseri umani", spiega Gallo. Mentre Genovese aggiunge che "una volta che abbiamo completato gli studi sugli animali si potra' passare rapidamente alle applicazioni negli umani".
 
 
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"Se uno si brucia un occhio -spiega Genovese- ha la possibilita' di prendere una piccola quantita' di cellule staminali dall'altro occhio, senza lesionarlo, e, in determinate condizioni che i ricercatori hanno messo a punto, generare una piccola lamina che si applichera' nella parte anteriore della cornea lesionata e che permettera' di riparare l'epitelio". Vengono presi 2 millimetri quadrati di cellule staminali che, dopo 3 o 4 settimane, si trasformano in 3 centimetri quadrati di epitelio, che applicato a quello danneggiato reintegra la trasparenza necessaria all'occhio per vedere.
"Stiamo migliorando la tecnica -spiega il dottor Juan Gallo, vicedecano della facolta' di Scienze Biomediche dell'Universita' di Austral-. E stiamo lavorando perche' l'estrazione sia la piu' efficace e la piu' sicura possibile. Anche nell'ultima parte dell'operazione, stiamo provando diverse tecniche di sutura per evitare una cicatrice che possa essere di impedimento per la futura trasparenza". "Se tutto va bene, nel giro di due o tre mesi potremmo avere terminato le tappe di ricerca e iniziare uno studio sugli esseri umani", spiega Gallo. Mentre Genovese aggiunge che "una volta che abbiamo completato gli studi sugli animali si potra' passare rapidamente alle applicazioni negli umani".
 
 
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