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Dall'inno di Mameli a quello di Beethoven. L'Europa conviene
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Articolo di Primo Mastrantoni
14 gennaio 2021 13:03
 
  Il 31 maggio scorso i morti per Coronavirus erano 33 mila; oggi sono 80 mila. Il 2020 è stato caratterizzato da una crisi economica e sociale senza precedenti.
L'inno di Mameli, ovvero, l'Inno nazionale, ripete "stringiamoci a coorte", che è un invito a unirsi in momenti di difficoltà.
Come hanno reagito le forze politiche alla tragedia che stiamo vivendo?
Vediamo.
Giorgia Meloni (FdI), nelle scorse settimane, aveva annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia al Governo, che non è mai stata presentata. Il motivo della iniziativa è evidente: i sondaggi accreditano a FdI una percentuale di voti tripla rispetto a quelli ottenuti nel 2018.
Matteo Salvini (Lega), dichiara di pensare alla salute degli italiani, ma alla Festa della Lega, ad agosto scorso, invitava un adolescente a togliersi la mascherina.
Del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, abbiamo già abbondantemente scritto:  è che se prendi uno che passa di lì per caso (politicamente, s'intende), e lo metti a fare il capo del Governo, qualche difficoltà sorgerà.
Matteo Renzi (Italia viva) pone drasticamente il problema della inadeguatezza del premier Conte, poi si dichiara disponibile per un governo con Conte. "Non abbiamo nessuna pregiudiziale, nè sui nomi nè sulle formule", dichiara.

Di Luigi Di Maio (M5S), abbiamo scritto a iosa.
Nicola Zingaretti (PD), galleggia.

Così è rimasto l'Inno alla Gioia di Beethoven, ovvero, l'Inno europeo che celebra l'unità nella diversità. "Abbracciatevi moltitudini", è l'invito.
Così nasce l'imponente Piano di ripresa, del quale l'Italia è il maggior beneficiario, così il progetto europeo Sure, che garantirà 27 miliardi per la cassa integrazione, così la disponibilità di 36 miliardi del Mes, così è stato avviato il massiccio piano europeo per la vaccinazione, così, proprio ieri, l'Ue ha previsto una riserva monetaria per attutire le conseguenze negative della Brexit.
E' l'Europa!
 
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