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Aduc - Osservatorio Firenze - Coronavirus e mobilità urbana
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Articolo di Vincenzo Donvito
16 ottobre 2020 17:46
 
 Il coronavirus ci ricorda che in città esiste un pesante problema di mobilità. Privata e pubblica. Ma dalle parole occorre passare ai fatti: decisi e con tempistica mai sperimentata in passato. Difficile? Volendo: fattibile. La nostra città ha lo spirito (alluvione docet) per farlo.
Una tendenza preoccupante è (comprensibilmente) in atto: l’uso più rarefatto del trasporto pubblico a favore del privato. Per varie considerazioni, tra cui primaria quella ambientale, occorre invertire la situazione. Chi oggi usa il mezzo pubblico (il caso degli studenti è solo punta di un iceberg) non deve essere scoraggiato “perché lì si prende il Covid”.

Nella logica di riduzione del danno e provvisorietà per l’immediatezza, due sono le direttive su cui muoversi: mobilità privata non inquinante (gas e traffico); maggiore disponibilità di mezzi pubblici.

Per la mobilità privata è illusorio puntare sulla elettrica. Va bene incentivarla e promuoverla, ma i tempi sono lunghi e non risolve il problema del traffico. Occorre favorire la mobilità ciclistica. Le piste ciclabili disegnate sull’asfalto non sembra abbiano dato buoni risultati. Occorrono barriere provvisorie che non creino commistione tra traffico automobilistico e ciclabile. Qualche anno fa la città ha avuto per diverso tempo una struttura come l’ovonda di viale Strozzi/Lavagnini… che sia di esempio, provvisorio, ma immediato. Provvisorio che presuppone col tempo infrastrutture non precarie.

Per i mezzi pubblici. I mezzi attuali non bastano e non è strano credere che si passerà presto dall’80 al 50% di riempimento. Occorre un coinvolgimento provvisorio di ogni tipo di mezzo pubblico: dai bus che oggi viaggiano semivuoti nel trasporto interurbano ai veicoli Ncc (che hanno già manifestato una disponibilità). Le capacità di integrazione e coordinamento tra questi nuovi e diversi mezzi non potrà che spettare a chi oggi ben gestisce la rete della mobilità pubblica metropolitana.
Scadenza? Entro novembre.

(articolo pubblicato sul quotidiano La Nazione del 16/10/2020)
 
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