12 milioni di pacchi sono arrivati in Ue l’anno scorso per acquisti di basso valore (inferiore a 22 euro) provenienti essenzialmente (91%) dalla Cina. Il doppio rispetto al 2023 e il quadruplo rispetto al 2022. Il commissario alla Protezione dei consumatori, Michael McGrath, in conferenza stampa ha oggi messo in evidenza i pericoli sanitari che ci potrebbero essere per chi li riceve (si pensi, in particolare, ai giocattoli per i bambini).
Per questo è stata proposta una commissione di gestione sugli articoli importati nell'Ue direttamente ai consumatori, per affrontare i costi crescenti della supervisione della conformità alle norme Ue di tali prodotti. Il commissario assicura che questo costo non verrà pagato dai consumatori, ma sarà compito dei venditori assolvere le pratiche doganali, al contrario di quanto avviene ora. Inoltre - sempre il nostro commissario - assicura che non ci saranno impatti sulle tempistiche di consegna dei pacchi.
Ogni tanto ci viene il dubbio che a Bruxelles siano un po’ lunatici.
Come fa il commissario McGrath a sostenere che questi costi non graveranno sui consumatori?
Certo, la norma stabilisce che i costi doganali saranno pagati dai rivenditori… ma c’è una norma che vieta a questi ultimi di aumentare i prezzi ai consumatori? No. Ed è bene che non ci sia, altrimenti saremmo poco differenti dalla Cina…
Fino ad oggi spettava al consumatore farsi carico direttamente di questa incombenza doganale.. bene, ma tutto ci dice che se sarà il rivenditore a farsene carico, sarà chi acquista che ne subirà le spese. Sarebbe illogico il contrario.
Quindi, quanto proposto non va bene, oppure potrebbe andar bene se si dicesse, senza ipocrisia, che in questo modo saremo più sicuri ma pagheremo di più.
Se a Bruxelles non vogliono far spendere di più i consumatori, dovrebbero fare in modo diverso… tipo che le spese doganali saranno a carico di Bruxelles (che, di fatto, graverebbero sempre sui contribuenti, ma in modo diverso e, volendo, non gravando questi ultimi ma trovando i fondi da quanto già hanno a disposizione… magari con qualche economia di gestione..).
Oppure - molto più difficile - accordandosi coi cinesi che se vogliono vendere in Ue, devono rispettare le nostre regole sanitarie.
Infine, sui tempi di consegna dei pacchi che non saranno compromessi da queste pratiche doganali… forse sarebbe meglio che il commissario si impegnasse su cose credibili e fattibili, altrimenti non fa altro che rafforzare il convincimento che spesso i politici non sanno di cosa parlano, pur se devono in merito prendere decisioni.
L’importante è che sia chiaro come girano questi soldi e chi paga, senza prendere in giro consumatori e contribuenti.
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