Dall'Ansa apprendiamo che "la cellula fetale o embrionale se prelevata in condizioni legali, ossia previste dalle legislazioni nazionali, puo' essere oggetto di brevetto purche' se ne possa ravvisare la futura applicazione terapeutica". E chi l'ha detto? Sirchia? Ruini? Ramon Mantovani? Forse Fiorello? No, cari miei, siamo solo di fronte alle conclusioni a cui e' giunto il mitico Comitato Europeo di Etica delle Scienze e delle Nuove Tecnologie. Mica si scherza. L'organismo della burocrazia europea che avrebbe dovuto far chiarezza tra fonda e realo', nel mare delle legislazioni nazionali contrastanti, che avrebbe dovuto provare a coordinare lui, proprio lui, le politiche nazionali, invece di appellarsi ad esse, che avrebbe dovuto dirimere la faccenduola non proprio secondaria dei brevetti e dei finanziamenti pubblici sugli esperimenti, indossa invece i comodi panni dello Struzzo Reale. Le linee cellulari esistenti, con i tempi che corrono, sono piu' preziose dell'uranio arricchito e questo Lenoir, il presidente del comitato, lo sa bene. Come altrettanto bene sa che la Germania sull'argomento risponde mele, l'Italia pere e la monarchica Gran Bretagna poponi. E che importa alla fin fine delle condizioni legali di prelievo? Perche' e' pur sempre vero che "la ricerca sugli embrioni e' di competenza nazionale: ad esempio il ricorso all'interruzione della gravidanza". Sic! Come il gioco d'azzardo e le mignotte. Ciao Euro, ciao politiche agricole comuni, quote latte e vino, formaggi e ciao difesa comune. Ognuno si tenga i malati che aspettano, i servizi sanitari nazionali che si merita, i Sirchia che vuole, che' l'Europa la Grande ha altro da fare. E se avete qualche linea cellulare nel cassetto, meglio per voi. Il mercato e' ottimo. Il novello Ponzio Pilato Lenoir ci arricchisce con un ultimo pensierino, che se lo sentiva sulla punta della lingua si vede: "non e' opportuno brevettare utilizzando la clonazione terapeutica perche' ci sono problemi etici considerevoli". Mettiamoci una pietra sopra. Il presidente della Commissione europea Romano Prodi nell'accogliere il parere ha ringraziato Lenoir -che lascia la presidenza del gruppo dopo dieci anni di presenza nel Comitato- "per l'enorme impegno realizzato".