testata ADUC
 GERMANIA - GERMANIA - Germania. Il clone della paura
Scarica e stampa il PDF
Articolo di a cura di Rosa a Marca
6 febbraio 2003 10:53
 
Il "no" maggioritario e trasversale del mondo politico tedesco alla clonazione non e' piaciuto al settimanale DIE ZEIT, che il 23 gennaio ha pubblicato un editoriale intitolato "Clone della paura", a firma di Frank Drieschner.
Ne riportiamo un amplissimo stralcio.

Il mondo e' cattivo mentre noi tedeschi siamo buoni. L'abbiamo appena dimostrato votando bi-partisan un provvedimento contro la clonazione, il cui tenore e': proibire tutto e in tutto il mondo. Non dobbiamo permettere che qualche pazzo si metta a manipolare l'essere umano e nemmeno che qualcuno si dedichi alla clonazione terapeutica. Forse il mondo non ci seguira', ma a noi importa del principio.

Il meglio che si possa dire di chi avversa la clonazione terapeutica e' l'indiscutibile coerenza. Giacche' e' senz'altro vero che per ottenere cellule staminali bisogna distruggere l'embrione. E chi crede che gli embrioni siano gia' persone non puo' che provare orrore per questo tipo di ricerca. Pero' chiediamoci: e' l'embrione gia' persona o comunque ad essa comparabile? Secondo il Papa si', secondo la Corte Costituzionale tedesca si'; e adesso lo e' anche per il Parlamento.
Sono due gli argomenti usati dai difensori della vita a questo proposito, ma nessuno dei due e' convincente. Si chiamano potenzialita' e continuita'.
Con potenzialita' si indica, a ragione, che l'embrione a determinate condizioni puo' svilupparsi in un essere umano e quindi da un punto di vista morale gli e' equiparabile. Conclusione azzardata. Anche qualcuno di noi potrebbe, in "determinate" condizioni, diventare un assassino. Potrebbe o lo e' gia'? Dobbiamo forse imprigionarlo prima che commetta l'omicidio? Naturalmente no. Un assassino potenziale e' altro da un assassino vero, anche da un punto di vista morale.
L'altro argomento, la continuita', pretende che chi e' d'accordo a sacrificare l'embrione ma vuole proteggere la persona, stabilisca dei confini. Solo che per farlo bisogna mettere sotto tutela l'embrione fin dall'inizio. E anche questo e' poco ragionevole. Come sostiene il filosofo del Diritto Reinhard Merkel, un uomo alto 1 metro e 55 e' evidentemente una persona di bassa statura; per sostenere che e' piccolo non c'e' bisogno di fissare prima che un uomo per essere alto debba misurare 1 metro e 85 o invece 1 metro e 92. Allo stesso modo, non abbiamo bisogno di tracciare un confine per stabilire che un agglomerato di cellule grande quanto il punto che chiudera' questa frase sia un essere umano. Nessun scienziato serio andrebbe oltre quel piccolo mucchietto di cellule grande come un punto.
In realta', i due argomenti non sono dei veri argomenti, bensi' artifici retorici. E chi vi si addentra perde la capacita' di pensare e valutare a mente lucida. C'e' per caso qualcuno che oserebbe denunciare per omicidio una donna perche' usa la spirale contraccettiva (con cui di fatto uccide degli embrioni)? Oppure c'e' qualcuno che se la sentirebbe di incolpare per omicidio colposo un ricercatore cui fosse sfuggita di mano una provetta con dentro degli embrioni? O si puo' pretendere che un vigile del fuoco impegnato a spegnere un incendio in un laboratorio si preoccupi prima di mettere in salvo gli embrioni e solo dopo il personale che vi lavora?
Purtroppo nel dibattito sulla clonazione terapeutica la ragione ha gia' perso. Quando ci sono di mezzo il Papa e la Corte Costituzionale non c'e' scampo per la politica in Germania.
E allora limitiamoci a fare un'unica obiezione. Tra qualche anno, scienziati che operano in Gran Bretagna, negli Stati Uniti o in un altro Paese "corrotto" dove la clonazione terapeutica e' autorizzata, riusciranno a ottenere ottimi tessuti cellulari da trapiantare per salvare vite umane. Questa tecnica alla fine arrivera' anche in Germania. Nel frattempo pero' noi resistiamo, speranzosi si' di beneficiare in futuro di quella tecnica, ma standocene al riparo dietro alla nostra superiorita' etica.
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS