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CO2 in atmosfera, esplosa nel XX secolo
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Articolo di Redazione
25 novembre 2018 15:48
 
I gas ad effetto serra, nel 2017, hanno oltrepassato il nuovo limite di concentrazione nell’atmosfera, in particolare la CO2, che è di gran lunga il principale responsabile del riscaldamento climatico. L’anno scorso, la concentrazione di anidride carbonica si è attestata sui 405,5 ppm (parti per milione), cioé una crescita dello 0,32% in rapporto al 2016 e del 5,66% in rapporto al 2007 (quando il suo livello era 383,79 ppm).
E’ un segnale particolarmente inquietante, a pochi giorni dalla COP24, che dovrebbe finalizzare l’accordo di Parigi adottato a dicembre del 2015 -l’incontro è previsto a partire dal prossimi 3 dicembre in Polonia.
Prima del periodo industriale, che è cominciato alla fine del XIX secolo, la concentrazione di CO2 era di 278 ppm in media ed era rimasto stabile per migliaia di anni prima di conoscere un aumento grazie alle attività umane: combustione del petrolio, fabbricazione del cemento, deforestazione.
Record di concentrazione di CO2 nell’atmosfera durante il 2017
Questo grafico rappresenta la concentrazione di CO2 nell’atmosfera dall’anno 1000 al 2017 in arti per milione (ppm)
L’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera era di 0,86 ppm nel decennio 1960, 1,90 ppm negli anni 2000, mentre nel periodo 2010-2017 si è attestato a 2,39 ppm. E la tendenza non è al ribasso.

“I dati scientifici sono senza equivoci. Se non si riducono rapidamente le emissioni di gas ad effetto serra, essenzialmente CO2, i cambiamenti cimatici avranno conseguenze irreversibili e sempre più distruttive per la vita della Terra”, ha fatto sapere l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM, una agenzia ONU con sede a Ginevra). “L’ultima volta che la Terra ha conosciuto un tenore di CO2 simile, è stato da 3 a 5 milioni di anni fa: la temperatura era da 2 a 3 gradi più elevata e il livello del mare era superiore da 10 a 20 metri in rapporto al livello attuale”, dice il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas.

(da un articolo del quotidiano Le Monde del 25/11/2018)
 
 
 
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