Due fatti di questi ultimi giorni. 1 - Emma Coronel, moglie non-pentita dell’ex-boss narco El Chapo-Guzman, partecipa come modella ad una sfilata di moda a Milano. Il narco è in galera a vita in Usa perché scuoiava vivi i propri avversari, li decapitava, li esponeva penzoloni appesi ai ponti stradali in Messico… sua strategia per inondare il mondo delle sue merci mortali (pratica ancora in uso oltreoceano e non solo). La signora Coronel non è stata una moglie, come per esempio in Iran e Afghanistan, dove le bambine sono costrette a sposarsi con chi le compra, ma al compimento del 18mo anno ha scelto di convolare a nozze, partorire due figli da questa unione e partecipare consapevolmente al business del marito. E’ stata poco in galera, perché non sono state provate abbastanza sue responsabilità negli affari del marito.
2 - Un signore di Modena, in diretta televisiva, schivo e sconvolto confessa di aver ucciso la madre e risponde al giornalista che lo tempesta di domande sui particolari.
Protagonisti di queste due vicende sono: - il sangue, quello provocato da esseri umani per propria scelta su altri esseri umani; - il business della moda e dell’informazione.
Non c’è da fare morale e manifestare stupore. Solo prenderne atto. Ci sono esseri umani che scelgono di fare business in questo modo.
La signora Coronel non ha mai manifestato un ripensamento sulla sua vita coniugale e gli imprenditori della sfilata milanese l’hanno scelta.
I giornalisti dell'assassino modenese continuano a svolgere i loro servizi di informazione, immaginiamo facendo tesoro del loro scoop.
Ogni utente e consumatore si domandi: è questo business? E’ questa informazione? Dovremmo acquistare abiti stimolati da queste sfilate? Dovremmo informarci così?
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