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 U.E. - U.E. - Ue. La fine della moratoria? Si' della commissione
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Articolo di Rosa a Marca e Donatella Poretti
10 luglio 2003 19:10
 
Il primo luglio c'era stato il dibattito in seno alla Commissione europea, il 9 e' arrivato il via libera alla proposta Busquin per porre fine alla moratoria sui finanziamenti alle ricerche con le staminali derivate dagli embrioni sovrannumerari.
Il documento indica che potranno essere utilizzati esclusivamente embrioni creati prima del 27 giugno 2002 (data dell'adozione del VI Programma Quadro di Ricerca) per evitare che "il finanziamento dell'Ue incentivi indirettamente la produzione di un maggior numero di embrioni". La proposta, elaborata dal commissario alla ricerca, Philippe Busquin, ribadisce il no alla clonazione umana e alla creazione di embrioni a scopi di ricerca, sottolineando pero' l'utilita' di finanziare ricerche che utilizzino esclusivamente embrioni umani "creati attraverso la fecondazione in vitro per aumentare le possibilita' di successo dei trattamenti di riproduzione assistita" non usati e destinati comunque alla distruzione.
"Il nostro obiettivo -ha osservato Busquin- non e' dettare valori etici agli Stati membri, dal momento che questo e' un tema su cui ogni Paese deve decidere per se', ma di fornire delle linee guida". Il commissario ha ricordato che "la decisone di offrire fondi Ue alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e' gia' stata presa l'anno scorso da Parlamento e Consiglio" e che "finanziando questo tipo di ricerca e stabilendo rigide regole etiche, l'Ue contribuisce in modo responsabile all'avanzamento di questa scienza".
Tra le condizioni poste al finanziamento, il documento introduce l'esame qualitativo dei progetti per accertare che non possono essere svolti grazie a metodi alternativi al ricorso agli embrioni umani, la verifica della qualita' e della sicurezza delle cellule staminali usate e l'obbligo di poter rintracciare la provenienza degli embrioni utilizzati.
Parallelamente all'approvazione della proposta di decisone, Bruxelles ha anche lanciato un bando per favorire la creazione di "un registro europeo" e di "banche pubbliche" di cellule staminali, per assicurare "l'accesso ottimale" e "una piu' rapida diffusione dei risultati delle ricerche a tutti i pazienti d'Europa". Gli embrioni destinati alla ricerca dovranno essere donati dalle coppie interessate e le linee guida faranno riferimento a requisiti etici indispensabili, quali l'assenza di guadagno per i donatori e il rispetto dell'anonimato. Bruxelles introduce anche l'obbligo di valutazione dei progetti di ricerca in questione da parte di comitati etici nei Paesi in cui tale procedura non e' in vigore.
Il VI Programma Quadro di Ricerca, approvato lo scorso 30 settembre dal Consiglio dei ministri Ue ammonta a 17.500 milioni di euro per gli anni 2002-2006. Fino alla fine del 2003 sono stati sospesi i finanziamenti sulle staminali embrionali, la cifra destinata a queste ricerche viene stimata tra i 30 e i 50 milioni di euro.
La proposta approvata dovra' ora passare per l'ultima volta al vaglio del Parlamento, per averne un parere non vincolante, prima di essere posta sul tavolo di discussione dei ministri dei Quindici, probabilmente nel corso della presidenza italiana, uno dei Paesi che maggiormente si batte contro l'uso degli embrioni sovrannumerari nella ricerca scientifica.

Nella settimana intercorsa tra il dibattito e il voto di Bruxelles, il presidente del Bundestag tedesco, Wolfgang Thierse, e i deputati di Spd, Cdu e Verdi avevano inviato una lettera alla Commissione Europea con la precisa richiesta di non approvare lo stanziamento di fondi per la ricerca sugli embrioni umani. I soldi del bilancio comunitario per la ricerca si possono utilizzare solo per le finalita' ritenute meritevoli da tutti gli Stati membri, avevano scritto i deputati al presidente Romano Prodi. Nel frattempo, Wolfgang Thierse ha preparato un documento parlamentare trasversale dello stesso tenore, che vincola il Governo presso il Consiglio dei Ministri a Bruxelles.
La protesta, dalla quale si e' chiamata fuori solo la Fdp, chiarisce che Berlino finanzia circa un quarto del bilancio di Bruxelles, e non si vuole che con i soldi dei contribuenti tedeschi si favoriscano attivita' vietate in Germania.
Un'altra lettera, stavolta per il commissario Busquin, era stata inviata da Rita Bernardini, segretaria dell'associazione Luca Coscioni, e Marco Cappato, parlamentare europeo della Lista Bonino, in cui si esprimeva il sostegno dei radicali al lavoro svolto da Busquin al fine di consentire i finanziamenti europei alla ricerca sulle cellule staminali ricavate da embrioni soprannumerari: "Conosciamo benissimo gli ostacoli che Lei sta incontrando per sostenere i finanziamenti europei alla ricerca sugli embrioni che trova nemici acerrimi negli integralismi religiosi ma, proprio per questo, vogliamo incoraggiarla nella direzione che ha scelto. Una direzione che prende nella dovuta considerazione anche coloro che sperano nei progressi della ricerca per curare le malattie terribili dalle quali sono affetti", scrivevano Bernardini e Cappato.
Dopo il via libera della Commissione, il quotidiano "Il Sole24Ore" sente le voci dei ricercatori italiani, e sulla clausola della data entro la quale devono essere stati creati gli embrioni per poter essere utilizzati nella ricerca, sembrano esserci le maggiori critiche. "Mi sembra un compromesso un po' ipocrita, non si capisce come mai un embrione cambi di statuto morale dopo il 27 giugno 2002 -dice Gilberto Corbellini, professore di storia della medicina e bioetica all'universita' La Sapienza di Roma-. Accontentiamoci di questa soluzione, ma con il "bizantinismo" etico-politico l'Europa non va avanti. Questo continuo mettere paletti arbitrari alla scienza, l'aspettarsi che proceda per certezze non per diminuzione di incertezza, non fa bene all'Europa". "Se gli embrioni sono sovrannumerari non si pone il problema etico: vuol dire che vengono buttati via, il problema e' stato scavalcato in precedenza" dice Elena Cattaneo del centro di eccellenza sulle malattie neurovegetative dell'Universita' degli Studi di Milano. "Un embrione senza l'utero e' gia' un cadavere, e' staccato dalla macchina della vita, dall'ambiente che gli permette di svilupparsi. E nel momento in cui la donna che lo ha generato lo ha donato, quindi ha deciso di non usarlo piu', ha solo due possibilita': restare congelato o finire nel lavandino. E allora perche' bisogna buttarlo, come avviene dopo alcuni anni che gli embrioni restano congelati, e non usarlo per ricerche che potrebbero portare a risultati nella cura di alcune terribili malattie?", ribadisce la Cattaneo.
La decisione della Commissione ha suscitato il rammarico della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunita' europea (Comece). "Ci rammarichiamo profondamente -ha dichiarato il segretario generale della Comece, Monsignor Noel Treanor- tali ricerche sollevano fondamentali questioni morali poiche' comportano la distruzione di embrioni umani, e per questo motivo non sono consentite in numerosi Stati membri dell'Ue". Il rifiuto dell'uso di embrioni umani, ha concluso Monsignor Treanor, "non e' un attacco alla ricerca scientifica: esso mira a far si' che la scienza non sia in conflitto con i diritti dell'uomo".

Una panoramica della situazione tra le varie normative europee.

La Gran Bretagna e' il Paese con la legislazione piu' liberale per utilizzare gli embrioni a scopo di ricerca. E' infatti l'unico Paese Ue ad autorizzare legalmente la produzione di embrioni finalizzati unicamente alla ricerca. Anche l'Olanda, con una legge votata nel 2002, va in questa direzione, pur prevedendo una moratoria di cinque anni. In Svezia, all'inizio dell'anno una commissione parlamentare ha proposto un passo ulteriore: autorizzare, a determinate condizioni, di produrre ovuli fecondati a scopo di ricerca.
Anche Finlandia, Grecia e Svezia permettono l'uso di embrioni soprannumerari gia' disponibili per ottenere cellule staminali. In questi casi si tratta soprattutto di embrioni provenienti dalle tecniche della fecondazione assistita. Il Belgio ha gia' approvato una legge che permette non solo la ricerca sugli embrioni sovrannumerari, ma anche la clonazione terapeutica. La Danimarca ha approvato una legge in primavera, che entrera' in vigore solo alla fine dell'estate e che permette di utilizzare gli embrioni sovrannumerari per la ricerca.
Sono invece sei i Paesi Ue che proibiscono espressamente la ricerca con gli embrioni in eccesso: Germania, Austria, Francia, Irlanda, Italia e Spagna. Un gruppo di Paesi ribattezzato anche come il "club cattolico". Da cui si e' gia' sfilata la Spagna, e ora sembra pronta ad uscirne anche la Francia del conservatore Governo Raffarin.
Per la Spagna infatti il preannuncio di una riforma della legge sulla fecondazione assistita da parte del Governo apre la strada per fornire un sostegno giuridico alle ricerche con gli embrioni congelati da oltre cinque anni, che gia' l'attuale legge riconosce come non "vitali".
All'interno degli Stati piu' rigidi, la Germania ha trovato una formula compromissoria: autorizzare, entro determinati limiti, l'importazione e la ricerca di cellule staminali. Cio' significa la possibilita' di utilizzare linee di staminali reperite da embrioni prodotti entro una data prestabilita. In Austria quest'opportunita' non e' espressamente sancita, ma nemmeno preclusa. Il Governo francese di Jean-Pierre Raffarin, dopo avere approvato nei mesi scorsi una legge in cui la clonazione e' riconosciuta come un crimine contro l'umanita', sta preparando una legge per permettere le sperimentazioni con gli embrioni sovrannumerari congelati da piu' di cinque anni. Legge che dovrebbe venire approvata entro la fine dell'anno.
Nell'Europa allargata dei venticinque: Polonia, Lituania e Slovacchia si collocano tra gli oppositori a un ampliamento della ricerca con gli embrioni; Estonia, Ungheria, Lettonia e Slovenia autorizzano gia' la ricerca con gli embrioni soprannumerari; Malta, Cipro e Repubblica Ceca non hanno nessuna legge in materia.
 
 
 
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Il primo luglio c'era stato il dibattito in seno alla Commissione europea, il 9 e' arrivato il via libera alla proposta Busquin per porre fine alla moratoria sui finanziamenti alle ricerche con le staminali derivate dagli embrioni sovrannumerari.
Il documento indica che potranno essere utilizzati esclusivamente embrioni creati prima del 27 giugno 2002 (data dell'adozione del VI Programma Quadro di Ricerca) per evitare che "il finanziamento dell'Ue incentivi indirettamente la produzione di un maggior numero di embrioni". La proposta, elaborata dal commissario alla ricerca, Philippe Busquin, ribadisce il no alla clonazione umana e alla creazione di embrioni a scopi di ricerca, sottolineando pero' l'utilita' di finanziare ricerche che utilizzino esclusivamente embrioni umani "creati attraverso la fecondazione in vitro per aumentare le possibilita' di successo dei trattamenti di riproduzione assistita" non usati e destinati comunque alla distruzione.
"Il nostro obiettivo -ha osservato Busquin- non e' dettare valori etici agli Stati membri, dal momento che questo e' un tema su cui ogni Paese deve decidere per se', ma di fornire delle linee guida". Il commissario ha ricordato che "la decisone di offrire fondi Ue alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e' gia' stata presa l'anno scorso da Parlamento e Consiglio" e che "finanziando questo tipo di ricerca e stabilendo rigide regole etiche, l'Ue contribuisce in modo responsabile all'avanzamento di questa scienza".
Tra le condizioni poste al finanziamento, il documento introduce l'esame qualitativo dei progetti per accertare che non possono essere svolti grazie a metodi alternativi al ricorso agli embrioni umani, la verifica della qualita' e della sicurezza delle cellule staminali usate e l'obbligo di poter rintracciare la provenienza degli embrioni utilizzati.
Parallelamente all'approvazione della proposta di decisone, Bruxelles ha anche lanciato un bando per favorire la creazione di "un registro europeo" e di "banche pubbliche" di cellule staminali, per assicurare "l'accesso ottimale" e "una piu' rapida diffusione dei risultati delle ricerche a tutti i pazienti d'Europa". Gli embrioni destinati alla ricerca dovranno essere donati dalle coppie interessate e le linee guida faranno riferimento a requisiti etici indispensabili, quali l'assenza di guadagno per i donatori e il rispetto dell'anonimato. Bruxelles introduce anche l'obbligo di valutazione dei progetti di ricerca in questione da parte di comitati etici nei Paesi in cui tale procedura non e' in vigore.
Il VI Programma Quadro di Ricerca, approvato lo scorso 30 settembre dal Consiglio dei ministri Ue ammonta a 17.500 milioni di euro per gli anni 2002-2006. Fino alla fine del 2003 sono stati sospesi i finanziamenti sulle staminali embrionali, la cifra destinata a queste ricerche viene stimata tra i 30 e i 50 milioni di euro.
La proposta approvata dovra' ora passare per l'ultima volta al vaglio del Parlamento, per averne un parere non vincolante, prima di essere posta sul tavolo di discussione dei ministri dei Quindici, probabilmente nel corso della presidenza italiana, uno dei Paesi che maggiormente si batte contro l'uso degli embrioni sovrannumerari nella ricerca scientifica.

Nella settimana intercorsa tra il dibattito e il voto di Bruxelles, il presidente del Bundestag tedesco, Wolfgang Thierse, e i deputati di Spd, Cdu e Verdi avevano inviato una lettera alla Commissione Europea con la precisa richiesta di non approvare lo stanziamento di fondi per la ricerca sugli embrioni umani. I soldi del bilancio comunitario per la ricerca si possono utilizzare solo per le finalita' ritenute meritevoli da tutti gli Stati membri, avevano scritto i deputati al presidente Romano Prodi. Nel frattempo, Wolfgang Thierse ha preparato un documento parlamentare trasversale dello stesso tenore, che vincola il Governo presso il Consiglio dei Ministri a Bruxelles.
La protesta, dalla quale si e' chiamata fuori solo la Fdp, chiarisce che Berlino finanzia circa un quarto del bilancio di Bruxelles, e non si vuole che con i soldi dei contribuenti tedeschi si favoriscano attivita' vietate in Germania.
Un'altra lettera, stavolta per il commissario Busquin, era stata inviata da Rita Bernardini, segretaria dell'associazione Luca Coscioni, e Marco Cappato, parlamentare europeo della Lista Bonino, in cui si esprimeva il sostegno dei radicali al lavoro svolto da Busquin al fine di consentire i finanziamenti europei alla ricerca sulle cellule staminali ricavate da embrioni soprannumerari: "Conosciamo benissimo gli ostacoli che Lei sta incontrando per sostenere i finanziamenti europei alla ricerca sugli embrioni che trova nemici acerrimi negli integralismi religiosi ma, proprio per questo, vogliamo incoraggiarla nella direzione che ha scelto. Una direzione che prende nella dovuta considerazione anche coloro che sperano nei progressi della ricerca per curare le malattie terribili dalle quali sono affetti", scrivevano Bernardini e Cappato.
Dopo il via libera della Commissione, il quotidiano "Il Sole24Ore" sente le voci dei ricercatori italiani, e sulla clausola della data entro la quale devono essere stati creati gli embrioni per poter essere utilizzati nella ricerca, sembrano esserci le maggiori critiche. "Mi sembra un compromesso un po' ipocrita, non si capisce come mai un embrione cambi di statuto morale dopo il 27 giugno 2002 -dice Gilberto Corbellini, professore di storia della medicina e bioetica all'universita' La Sapienza di Roma-. Accontentiamoci di questa soluzione, ma con il "bizantinismo" etico-politico l'Europa non va avanti. Questo continuo mettere paletti arbitrari alla scienza, l'aspettarsi che proceda per certezze non per diminuzione di incertezza, non fa bene all'Europa". "Se gli embrioni sono sovrannumerari non si pone il problema etico: vuol dire che vengono buttati via, il problema e' stato scavalcato in precedenza" dice Elena Cattaneo del centro di eccellenza sulle malattie neurovegetative dell'Universita' degli Studi di Milano. "Un embrione senza l'utero e' gia' un cadavere, e' staccato dalla macchina della vita, dall'ambiente che gli permette di svilupparsi. E nel momento in cui la donna che lo ha generato lo ha donato, quindi ha deciso di non usarlo piu', ha solo due possibilita': restare congelato o finire nel lavandino. E allora perche' bisogna buttarlo, come avviene dopo alcuni anni che gli embrioni restano congelati, e non usarlo per ricerche che potrebbero portare a risultati nella cura di alcune terribili malattie?", ribadisce la Cattaneo.
La decisione della Commissione ha suscitato il rammarico della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunita' europea (Comece). "Ci rammarichiamo profondamente -ha dichiarato il segretario generale della Comece, Monsignor Noel Treanor- tali ricerche sollevano fondamentali questioni morali poiche' comportano la distruzione di embrioni umani, e per questo motivo non sono consentite in numerosi Stati membri dell'Ue". Il rifiuto dell'uso di embrioni umani, ha concluso Monsignor Treanor, "non e' un attacco alla ricerca scientifica: esso mira a far si' che la scienza non sia in conflitto con i diritti dell'uomo".

Una panoramica della situazione tra le varie normative europee.

La Gran Bretagna e' il Paese con la legislazione piu' liberale per utilizzare gli embrioni a scopo di ricerca. E' infatti l'unico Paese Ue ad autorizzare legalmente la produzione di embrioni finalizzati unicamente alla ricerca. Anche l'Olanda, con una legge votata nel 2002, va in questa direzione, pur prevedendo una moratoria di cinque anni. In Svezia, all'inizio dell'anno una commissione parlamentare ha proposto un passo ulteriore: autorizzare, a determinate condizioni, di produrre ovuli fecondati a scopo di ricerca.
Anche Finlandia, Grecia e Svezia permettono l'uso di embrioni soprannumerari gia' disponibili per ottenere cellule staminali. In questi casi si tratta soprattutto di embrioni provenienti dalle tecniche della fecondazione assistita. Il Belgio ha gia' approvato una legge che permette non solo la ricerca sugli embrioni sovrannumerari, ma anche la clonazione terapeutica. La Danimarca ha approvato una legge in primavera, che entrera' in vigore solo alla fine dell'estate e che permette di utilizzare gli embrioni sovrannumerari per la ricerca.
Sono invece sei i Paesi Ue che proibiscono espressamente la ricerca con gli embrioni in eccesso: Germania, Austria, Francia, Irlanda, Italia e Spagna. Un gruppo di Paesi ribattezzato anche come il "club cattolico". Da cui si e' gia' sfilata la Spagna, e ora sembra pronta ad uscirne anche la Francia del conservatore Governo Raffarin.
Per la Spagna infatti il preannuncio di una riforma della legge sulla fecondazione assistita da parte del Governo apre la strada per fornire un sostegno giuridico alle ricerche con gli embrioni congelati da oltre cinque anni, che gia' l'attuale legge riconosce come non "vitali".
All'interno degli Stati piu' rigidi, la Germania ha trovato una formula compromissoria: autorizzare, entro determinati limiti, l'importazione e la ricerca di cellule staminali. Cio' significa la possibilita' di utilizzare linee di staminali reperite da embrioni prodotti entro una data prestabilita. In Austria quest'opportunita' non e' espressamente sancita, ma nemmeno preclusa. Il Governo francese di Jean-Pierre Raffarin, dopo avere approvato nei mesi scorsi una legge in cui la clonazione e' riconosciuta come un crimine contro l'umanita', sta preparando una legge per permettere le sperimentazioni con gli embrioni sovrannumerari congelati da piu' di cinque anni. Legge che dovrebbe venire approvata entro la fine dell'anno.
Nell'Europa allargata dei venticinque: Polonia, Lituania e Slovacchia si collocano tra gli oppositori a un ampliamento della ricerca con gli embrioni; Estonia, Ungheria, Lettonia e Slovenia autorizzano gia' la ricerca con gli embrioni soprannumerari; Malta, Cipro e Repubblica Ceca non hanno nessuna legge in materia.
 
 
 
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