testata ADUC
 USA - USA - Usa. Un singolo gene spiega i molti insuccessi della clonazione? Forse no, ma e' un passo avanti
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
30 maggio 2002 20:04
 
La percentuale di successo degli esperimenti di trasferimento di nuclei adulti in una cellula uovo e' molto bassa e si aggira attualmente intorno all'1%. Secondo gli esperti la causa principale dei frequenti fallimenti risiede nella difficolta' di "riprogrammare" i nuclei adulti, inducendoli a "dimenticare" il programma di espressione genica della cellula specializzata da cui sono stati prelevati e a "ricordare" il programma di espressione genica tipico di un'ovocita fecondato. Su questa base, gli sforzi di molti gruppi di ricerca sono finalizzati a capire quali siano i meccanismi che regolano la riprogrammazione e ad individuare dei marcatori che permettano di stabilire se essa sia avvenuta correttamente.
Secondo i risultati ottenuti dai ricercatori della University of Pennsylvania (pubblicati il 15 maggio sulla rivista Genes and Development), uno di questi marcatori e' il gene Oct4. Secondo il dottor K. John McLaughlin, responsabile di questo studio di cui e' primo autore l'italiano Michele Boiani, solo una piccola percentuale (34%) degli embrioni di topo generati per clonazione esprime il gene, chiamato Oct4. Per di piu', se messi in condizioni simili a quelle uterine, solo la meta' degli embrioni clonati che continuano a crescere esprime Oct4, e in molti di questi i livelli di espressione del gene sono comunque inferiori a quelli riscontrati negli embrioni ottenuti da fecondazione in vitro. Sono pochissimi gli embrioni clonati che esprimono normali livelli di Oct4 e solo questi sono in grado di raggiungere i 6-7 giorni di sviluppo. Secondo McLaughlin, e' un miracolo che la clonazione funzioni e, sia che si punti alla clonazione riproduttiva che alla produzione di staminali (che compaiono dopo il 6° giorno), la mancata espressione di Oct4 segna l'impossibilita' di ottenere un embrione.
Commentando questi risultati mentre era di passaggio dal suo maestro (il professor Carlo Alberto Redi dell'Universita' di Pavia), il dottor Boiani con molta onesta' ha ammonito alla prudenza: sono troppi i meccanismi ancora sconosciuti, la clonazione e' allo stato attuale una lotteria e solo con il tempo si puo' capire se l'individuo clonato sia normale o se soffra di qualche patologia.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS