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 USA - USA - Usa. Cellule staminali embrionali possono curare il diabete
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Notizia 
27 febbraio 2008 17:04
 
Le cellule staminali embrionali possono curare il diabete, almeno nei topi. Ricercatori americani del Novocell Inc. San Diego CA, hanno convertito cellule staminali embrionali umane (ESC) in cellule beta (degli isolotti di Langerhans) che secretano, nel pancreas, l'insulina in risposta ai livelli di zucchero nel sangue. Lo studio coordinato da Emmanuel Baetge (e colleghi), pubblicato il 21 febbraio su Nature Biotechnology, una volta sviluppato e approfondito, potrà portare ad avere a disposizione una fonte rinnovabile di cellule per il trattamento del diabete.  Il diabete di tipo 1 ed anche alcune forme del diabete di tipo 2 comportano una perdita di cellule pancreatiche beta, quelle cellule che regolano i livelli del glucosio nel sangue rilasciando un ormone ad azione ipoglicemizzante, chiamato insulina.  In uno studio precedente lo stesso gruppo di ricerca aveva tentato di guidare le ESC umane fino ad inserirle ad un certo punto del processo di sviluppo del pancreas per farle diventare cellule beta. Ma le cellule generate da questo "processo" creato in laboratorio non avevano la funzione chiave delle cellule beta mature naturali e cioè quella di rilasciare insulina.  In questa nuova ricerca Baetge riferisce di aver derivato da ESC umane, cellule pancreatiche immature e di averle impiantate in topolini. Queste nuove cellule beta, nell'arco di un periodo di tempo che va da un mese a tre mesi, sono maturate sviluppando la proprietà di risposta al glucosio e la capacità di secretare insulina. Le cellule sono state fatte maturare "in vivo" e, in effetti, si sono mostrate capaci di regolare i livelli di zucchero nel sangue dei topolini ingegnerizzati, dei modelli animali del diabete, le cui cellule beta erano state precedentemente distrutte da trattamenti chimici.  Secondo gli scienziati il controllo del glucosio operato da queste nuove cellule beta ha la stessa efficacia di quello ottenuto trapiantando isolotti di Langerhans umani in persone affette dalla malattia.  Infatti, come è stato dimostrato utilizzando il cosiddetto protocollo Edmonton, si può curare il diabete con il trapianto di cellule pancreatiche, ma poiché questa terapia dipende dalla disponibilità, purtroppo limitata, di cellule beta che devono essere fornite da un donatore, la possibilità di poter sviluppare una fonte alternativa di cellule beta efficaci che secretano insulina, come quelle derivate da ESC umane, è di grande interesse dal punto di vista terapeutico.    

 
 
 
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Le cellule staminali embrionali possono curare il diabete, almeno nei topi. Ricercatori americani del Novocell Inc. San Diego CA, hanno convertito cellule staminali embrionali umane (ESC) in cellule beta (degli isolotti di Langerhans) che secretano, nel pancreas, l'insulina in risposta ai livelli di zucchero nel sangue. Lo studio coordinato da Emmanuel Baetge (e colleghi), pubblicato il 21 febbraio su Nature Biotechnology, una volta sviluppato e approfondito, potrà portare ad avere a disposizione una fonte rinnovabile di cellule per il trattamento del diabete.  Il diabete di tipo 1 ed anche alcune forme del diabete di tipo 2 comportano una perdita di cellule pancreatiche beta, quelle cellule che regolano i livelli del glucosio nel sangue rilasciando un ormone ad azione ipoglicemizzante, chiamato insulina.  In uno studio precedente lo stesso gruppo di ricerca aveva tentato di guidare le ESC umane fino ad inserirle ad un certo punto del processo di sviluppo del pancreas per farle diventare cellule beta. Ma le cellule generate da questo "processo" creato in laboratorio non avevano la funzione chiave delle cellule beta mature naturali e cioè quella di rilasciare insulina.  In questa nuova ricerca Baetge riferisce di aver derivato da ESC umane, cellule pancreatiche immature e di averle impiantate in topolini. Queste nuove cellule beta, nell'arco di un periodo di tempo che va da un mese a tre mesi, sono maturate sviluppando la proprietà di risposta al glucosio e la capacità di secretare insulina. Le cellule sono state fatte maturare "in vivo" e, in effetti, si sono mostrate capaci di regolare i livelli di zucchero nel sangue dei topolini ingegnerizzati, dei modelli animali del diabete, le cui cellule beta erano state precedentemente distrutte da trattamenti chimici.  Secondo gli scienziati il controllo del glucosio operato da queste nuove cellule beta ha la stessa efficacia di quello ottenuto trapiantando isolotti di Langerhans umani in persone affette dalla malattia.  Infatti, come è stato dimostrato utilizzando il cosiddetto protocollo Edmonton, si può curare il diabete con il trapianto di cellule pancreatiche, ma poiché questa terapia dipende dalla disponibilità, purtroppo limitata, di cellule beta che devono essere fornite da un donatore, la possibilità di poter sviluppare una fonte alternativa di cellule beta efficaci che secretano insulina, come quelle derivate da ESC umane, è di grande interesse dal punto di vista terapeutico.    

 
 
 
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