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 U.E. - U.E. - Ue. L’Europa autorizza uno studio su cellule staminali embrionali
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31 marzo 2002 21:21
 
L'Unione europea ha approvato, e finanziato con 4 milioni di Euro, un progetto di ricerca in cui verranno usate cellule staminali di embrione umano. Lo scorso 21 marzo a Bruxelles un Comitato di esperti di bioetica ha dato il via libera a uno studio, su cui c'era gia' il parere favorevole del comitato scientifico, sul diabete insulino-dipendente che sara' condotto da ricercatori spagnoli, inglesi e tedeschi.
Del Comitato di esperti Ue ha fatto parte anche il professor Demetrio Neri, ordinario di bioetica all'Universita' di Messina e membro del Comitato nazionale di Bioetica decaduto nel dicembre scorso (e non ancora rinnovato). Intervistato dal Corriere della Sera il Professor Neri ha spiegato che "il progetto non prevede la distruzione di embrioni per ricavare le cellule staminali necessarie allo studio ma l'utilizzo di linee cellulari gia' esistenti, e in vendita, nei laboratori pubblici americani". Alla richiesta dell'intervistatore se sia possibile ipotizzare una partecipazione italiana a questo tipo di progetti, Neri ha confermato che allo stato attuale e' proibita l'importazione di gameti ed embrioni, ma non di linee cellulari, anche se il testo di legge sulla fecondazione assistita, attualmente in discussione alla Camera, potrebbe chiudere la porta anche a questo tipo di ricerche. Per quanto riguarda l'orientamento dell'Unione Europea, secondo l'esperto di bioetica "Il parere del gruppo sull'etica della scienza e' quello di consentire gli studi sulle cellule di embrioni sovrannumerari. La stessa direzione espressa in Italia dalla Commissione Dulbecco e dai documenti della Commissione nazionale di bioetica. L'Ue poi lascia liberi i singoli Stati membri di adottare le regole che vogliono. Ma consiglia l'uso di finanziamenti pubblici. Anche perche' queste ricerche, se compiute dai privati, possono poi essere coperte da brevetti. L'Ue ritiene, invece, che il frutto di questi studi deve poi portare a procedure utilizzabili da tutti. Il diabete insulino-dipendente, per esempio, colpisce il 3-5 per cento della popolazione italiana. Ecco perche' deve intervenire il settore pubblico. La Commissione europea, al riguardo, intende anche rivedere la normativa brevetti per quanto riguarda studi con fondi pubblici e con la compartecipazione dei privati".
 
 
 
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