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 USA - USA - Staminali. Piu' vicino l'uso delle cellule ringiovanite
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18 febbraio 2016 11:55
 
Più vicine le applicazioni delle staminali 'ringiovanite' per salvare la vista e battere la degenerazione maculare senile. Sono passati dieci anni da quando la scoperta delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) di Kazutoshi Takahashi e Shinya Yamanaka ha fatto il giro del mondo, portando qualche anno dopo a Yamanaka il premio Nobel. Ora, in un articolo pubblicato online su 'Nature Reviews Molecular Cell Biology', Takahashi e Yamanaka descrivono il percorso che ha portato alla scoperta e discutono lo stato attuale delle applicazioni terapeutiche di queste cellule. Le staminali pluripotenti, derivate da embrioni umani o da cellule somatiche riportate indietro nel tempo fino a una fase pluripotente, possono essere indirizzate a formare praticamente qualsiasi tipo di cellula del corpo umano. Già questo spiega l'entusiamo che ha salutato fin dall'inizio questi studi. La riprogrammazione nucleare - per cui il nucleo di una cellula somatica differenziata viene convertito in uno stato pluripotente simil-embrionale - è stata ottenuta la prima volta attraverso un trasferimento nucleare nel 1960 da Sir John Gurdon, che ha vinto il premio Nobel con Yamanaka nel 2012. Il processo è stato seguito dal primo lavoro sulle iPS nel 2006 nei topi, e da quello sulle cellule ringiovanite umane un anno dopo. Da allora, i progressi tecnici nel modo in cui vengono generate e coltivate le staminali ringiovanite ne hanno permesso l'utilizzo e la sperimentazione nel trattamento dell'anemia falciforme, nella malattia di Parkinson e nelle lesioni del midollo spinale, il tutto in studi sui topi.
Anche se i meccanismi alla base della riprogrammazione cellulare sono ancora poco conosciuti, questa ormai è ampiamente riconosciuta come una potente tecnologia. I primi studi clinici con iPS umane per il trattamento della degenerazione maculare senile umida - una condizione che porta alla perdita della vista - sono attualmente in corso in Giappone, con l'obiettivo di valutare la sicurezza e l'efficacia delle terapie nell'uomo. "Ora speriamo che ulteriori studi clinici di terapie basate sulle cellule staminali pluripotenti indotte, accompagnati dalla ricerca di base focalizzata su ulteriori dettagli, e da approfondimenti molecolari nel processo di riprogrammazione molecolare, si traducano nello svelamento di tutto il potenziale delle iPS nel prossimo decennio", scrivono gli autori, celebrando il decennale di questa scoperta da Nobel.  
 
 
 
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