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 ITALIA - ITALIA - Staminali per curare talassemia. Esperimento a Palermo
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Notizia 
2 dicembre 2010 19:38
 
La cura per la talassemia, in un futuro non troppo lontano, potrebbe essere raggiunta grazie all'impiego delle cellule staminali che verrebbero inoculate nel feto per 'correggere' il difetto genetico che causa la malattia e provoca anemia nei malati. E' l'ipotesi sulla quale sta lavorando il gruppo di ricerca di Aurelio Maggio, direttore di Ematologia II dell'ospedale Vincenzo Cervello di Palermo che oggi ha presentato una nuova tecnica di diagnosi prenatale, la celocentesi, per coppie ad alto rischio di far nascere un bambino malato di talassemia, che fornisce un responso entro il secondo mese di gravidanza, attraverso un prelievo di cellule per via transvaginale.
'Stiamo lavorando con le cellule staminali adulte, di solito quelle del padre, con una tecnica che per ora e' sperimentale - ha sottolineato Maggio - da inoculare nel feto prima della tredicesima settimana, dopo aver effettuato la diagnosi con la celocentesi'.
Finora, il gruppo di ricerca ha effettuato 12 trapianti in utero, fa sapere Maggio ma solo in un caso c'e' stato un parziale attecchimento, 'perche' abbiamo inoculato le staminali quando la gravidanza era gia' troppo avanzata e il feto, diventato immunocompetente, le ha rigettate'.
Il procedimento, da attuare entro la tredicesima settimana di gestazione, prevede l'inserimento delle staminali che dovrebbero installarsi nel midollo del feto, in un processo chiamato 'housing'.
'E' sufficiente che attecchisca il 20% delle staminali che, successivamente si riproducono - ha concluso Maggio - affinche' l'organismo produca emoglobina 'normale''.
I prossimi passi del gruppo di lavoro palermitano riguarderanno la verifica della sicurezza dell'inoculazione delle staminali e occorreranno 'almeno due anni' prima di avviare una sperimentazione su donne per il trapianto in utero.
 
 
 
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La cura per la talassemia, in un futuro non troppo lontano, potrebbe essere raggiunta grazie all'impiego delle cellule staminali che verrebbero inoculate nel feto per 'correggere' il difetto genetico che causa la malattia e provoca anemia nei malati. E' l'ipotesi sulla quale sta lavorando il gruppo di ricerca di Aurelio Maggio, direttore di Ematologia II dell'ospedale Vincenzo Cervello di Palermo che oggi ha presentato una nuova tecnica di diagnosi prenatale, la celocentesi, per coppie ad alto rischio di far nascere un bambino malato di talassemia, che fornisce un responso entro il secondo mese di gravidanza, attraverso un prelievo di cellule per via transvaginale.
'Stiamo lavorando con le cellule staminali adulte, di solito quelle del padre, con una tecnica che per ora e' sperimentale - ha sottolineato Maggio - da inoculare nel feto prima della tredicesima settimana, dopo aver effettuato la diagnosi con la celocentesi'.
Finora, il gruppo di ricerca ha effettuato 12 trapianti in utero, fa sapere Maggio ma solo in un caso c'e' stato un parziale attecchimento, 'perche' abbiamo inoculato le staminali quando la gravidanza era gia' troppo avanzata e il feto, diventato immunocompetente, le ha rigettate'.
Il procedimento, da attuare entro la tredicesima settimana di gestazione, prevede l'inserimento delle staminali che dovrebbero installarsi nel midollo del feto, in un processo chiamato 'housing'.
'E' sufficiente che attecchisca il 20% delle staminali che, successivamente si riproducono - ha concluso Maggio - affinche' l'organismo produca emoglobina 'normale''.
I prossimi passi del gruppo di lavoro palermitano riguarderanno la verifica della sicurezza dell'inoculazione delle staminali e occorreranno 'almeno due anni' prima di avviare una sperimentazione su donne per il trapianto in utero.
 
 
 
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