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 USA - USA - Sclerosi: staminali neuronali inducono ripresa in topi
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Notizia 
11 settembre 2014 12:20
 
Un'iniezione di cellule staminale neuronali ha indotto la ripresa in topi affetti da sclerosi multipla cronica. E' il risultato al quale è giunto uno studio internazionale presentato a Boston al congresso mondiale sulla sclerosi multipla (sm), condotto da varie università tra le quali anche quella di Pavia. Le staminali neuronali operano come agenti modificatori della malattia che captano i segnali, migrano in specifiche zone dell'organismo ed eseguono complesse risposte contro la patologia. Tuttavia, sottolineano i ricercatori, le maggiori limitazioni per le terapie neuronali nell'uomo sono le fonti dalle quali tali cellule staminali vengono derivate, trattandosi di cellule embrionali o fetali. In questo caso sono inoltre necessari vari passaggi in vitro, che comportano numerose difficoltà. Un aspetto questo superato però dalla sperimentazione portata avanti in questo nuovo studio: le staminali utilizzate, infatti, sono ottenute dalla conversione diretta di cellule somatiche autologhe in staminali neuronali indotte. Tale metodo rappresenta una promettente alternativa, si rileva nella ricerca, rispetto ai trattamenti su staminali convenzionali. In questo modo, infatti, la riprogrammazione delle cellule staminali neuronali è diretta, efficiente e rapida, richiedendo un solo passaggio che si completa in vitro nell'arco di 18 giorni. Al momento, sono in corso anche altri studi che utilizzano cellule staminali per il trattamento della sm. Tra i più grandi vi è lo studio internazionale Mesems sull'uomo che utilizza staminali mesenchimali (derivate dal midollo). Le staminali mesenchimali, sottolinea il neurologo Antonio Uccelli dell'università di Genova e coordinatore del progetto, "sono più facili da prelevare rispetto alle neuronali. Per quanto riguarda invece l'efficacia, le potenziali capacità riparative delle neuronali offrono maggiori vantaggi; al contrario le mesenchimali hanno una più spiccata capacità antinfiammatoria". Attualmente, conclude, "il livello di studio sulle staminali mesenchimali è più avanzato, ma sono necessarie ulteriori sperimentazioni".
 
 
 
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