testata ADUC
 MONDO - MONDO - Mondo. Staminali adulte rivisitate. Meno plasticita' di quanto si e' creduto?
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
17 settembre 2002 21:07
 
Le ultime ricerche volte ad appurare la reale plasticita' delle cellule staminali adulte contenute nel midollo osseo non hanno dato esiti positivi, sostanziando il dubbio che molti degli studi sin qui condotti siano da rifare prima di potere passare agli studi clinici.
Gli esperimenti condotti da Irving Weissman (nella foto) alla Stanford University in California, sembrano dimostrare che le cellule staminali ematopoietiche, singolarmente iniettate in vivo sono in grado di rigenerare si' il midollo osseo, ma non cellule epatiche o neuroni. L'esperimento e' stato condotto iniettando una singola cellula staminale ematopoietica in topi precedentemente privati del midollo osseo. Grazie all'inserimento di un gene che controlla la produzione di una proteina fluorescente, i ricercatori di Stanford hanno potuto identificare al microscopio sia la cellula trapiantata sia le sue cellule figlie. In questo modo e' stato possibile stabilire che, dopo qualche settimana, la cellula staminale aveva rigenerato il midollo osseo e le cellule circolanti nel sangue. Al contrario, praticamente nessuna dei circa 15 milioni di cellule analizzate in altri tessuti dimostrava di appartenere alla progenie della staminale trapiantata (solo 1 neurone e 7 cellule del fegato sono risultate fluorescenti). In una seconda serie di esperimenti, sono stati sottoposti al trapianto topi con danni alla parete intestinale, per verificare se la presenza di una lesione in un tessuto diverso dal midollo fosse in grado di favorire il differenziamento della cellula staminale verso un tipo cellulare diverso da quello d'origine. Purtroppo, neanche in questo caso e' stato possibile identificare cellule fluorescenti (quindi figlie della staminale trapiantata) tra quelle che partecipavano alla ricostruzione del tessuto lesionato. Lo studio di Weissman, che e' stato pubblicato nei giorni scorsi sul sito web della rivista Science, ha suscitato la preoccupazione di quanti, in precedenza, avevano riscontrato notevoli capacita' transdifferenziative nelle staminali midollari adulte, soprattutto in considerazione del fatto che in base a quei risultati sono gia' stati avviati alcuni studi clinici. In attesa delle dovute verifiche, sono state avanzate due ipotesi alternative che potrebbero rendere conto delle discrepanze tra i risultati ottenuti dai diversi ricercatori: o nel midollo osseo esistono realmente delle cellule staminali multipotenti che pero' sono estremamente rare, oppure le cellule staminali midollari acquisiscono la capacita' di differenziarsi in tipi cellulari diversi solo dopo un lungo periodo di coltura in vitro.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS