E' assolutamente etico, per la ricerca sulle cellule staminali, utilizzare embrioni senza futuro, come quelli destinati a morire perche' frutto di aborti. Lo sostiene l'oncologo Carlo Croce, direttore del Kimmel Centre per la ricerca sul cancro dell'Universita' statunitense Thomas Jefferson. "In futuro accadra' che le cellule embrionali potranno curare malattie degenerative, quale sara' allora la posizione di chi oggi si oppone a questa possibilita' davanti ai malati di Alzheimer e Parkinson?", ha detto Croce a margine del convegno sulle staminali, organizzato dall'ospedale Sant'Andrea di Roma. "Sara' una valanga che travolgera' coloro che oggi hanno una posizione negativa sull'uso delle cellule embrionali. Non hanno capito la problematica scientifica: pensano che i ricercatori vogliano creare cloni umani, invece si utilizzerebbero soltanto embrioni senza futuro. Non ritengo etico creare in laboratorio embrioni da destinare agli esperimenti, ma se un embrione allo stadio molto precoce viene abortito, non vedo niente di male ad utilizzarlo per la ricerca". Secondo Croce sono "troppo restrittive" per la ricerca sulle staminali anche le regole previste dal Presidente degli Stati Uniti, che nell'agosto scorso ha limitato la ricerca alle circa 60 linee cellulari finora ottenute.