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 ITALIA - ITALIA - Italia. Rabbia in provetta
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11 luglio 2002 16:26
 
Uomini e donne sterili. Ma anche single e gay. Tutti penalizzati e pronti a scendere in piazza. Sono sempre piu' numerose le persone che si rivolgono ai 380 centri privati e ai 61 pubblici per la fecondazione assistita, la concentrazione piu' alta d'Europa. D'altra parte, secondo un sondaggio di Renato Mannheimer, oggi il 68 per cento, con punte altissime fra i giovani, e' favorevole a questa tecnica, anche se poi i giudizi sulle sue applicazioni sono diversi. Rispetto agli anni Ottanta, quando i primi tentativi di fecondazione artificiale erano circondati da un'aria di mistero e di sospetto, e i suoi pionieri italiani, da Carlo Flamigni a Ettore Vittadini, potevano sembrare quasi degli apprendisti stregoni, il senso comune degli italiani ha compiuto passi da gigante. Eppure, come confermano gli esperti, l'infertilita' maschile sta sempre piu' aumentando, ed e' la causa della sterilita' nel 40 per cento delle coppie italiane fra i 25 e i 43 anni che ne risultano colpite (quando la donna supera quell'eta', pare che le probabilita' di riuscita della fecondazione assistita diventino minime, alla faccia del battage attorno alle mamme-nonne). Sono circa 70 mila, secondo i calcoli piu' recenti, queste coppie che non ce la fanno a procreare, 140 mila donne e uomini che, se la legge non verra' modificata, verranno fra l'altro bruscamente esclusi da ogni assistenza sanitaria, dopo che il ministro Sirchia ha decretato che la sterilita' non e' una malattia. E quindi la fecondazione assistita non puo' essere considerata una terapia. In realta', dietro la scelta di declassare la richiesta di fare figli a semplice aspirazione di persone un po' strambe, non c'e' solo la voglia di risparmiare sulla pelle degli utenti. Come sostiene la fiorentina Claudia Livi, segretaria della Cecos, un'associazione che riunisce una trentina di centri privati specializzati nell'inseminazione eterologa (www.cecos.it), e' stato anche un modo per poter vietare a varie categorie di donne, dalle single alle gay, di ricorrere all'inseminazione. Ma c'e' anche chi si sta preparando a reagire. Corre su Internet la rabbia delle molte giovani donne che proprio navigando in Rete hanno capito che cos'e' la sterilita' e cosa si puo' fare per affrontarla. Un migliaio di loro si sono ritrovate in un sito, www.mammeonline.net, dando vita a una comunita' virtuale, come definisce il gruppo la portavoce Federica Casadei, trentottenne docente di Linguistica che sta tentando da cinque anni di diventare mamma. Finora queste aspiranti madri si erano scambiate messaggi sulle loro esperienze, incoraggiandosi a vicenda. Ma da quando la legge e' in discussione sono scese fermamente in campo. Quando in aprile gli hacker, forse legati a integralisti, hanno distrutto il loro sito, ne hanno fatto un altro. E assieme a un'altra associazione, Madre provetta, diretta da Monica Soldano (clicca qui), promuovono una manifestazione che il 6 luglio a Roma chiamera' le donne a scendere in piazza contro la legge. Dai tempi dell'aborto sara' la prima volta che le donne manifestano per qualcosa che le riguarda in modo esclusivo come la procreazione. Con la differenza che ora, accanto al triste diritto ad abortire, reclamano quello piu' allegro di generare tutti i figli che vogliono. La scelta del governo italiano, dice Yves Menezo, il grande esperto francese, e' sbagliata. E favorira' i viaggi della speranza all'estero.
 
 
 
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