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 ITALIA - ITALIA - Italia. Quale sara’ il destino dei 30.000 embrioni congelati?
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27 giugno 2002 18:35
 
Il doppio successo nella ricerca sulle cellule staminali embrionali ottenuto negli Usa e pubblicato su Nature "chiama direttamente in causa il problema del destino degli embrioni congelati". Questo il principale commento del direttore del laboratorio di Biologia dello sviluppo dell'Universita' di Pavia, Carlo Alberto Redi, a quelle che definisce due grandi conferme nella ricerca sulle cellule stamiali. "Con i due esperimenti annunciati oggi abbiamo l'evidenza -ha osservato Redi- che le cellule staminali embrionali potrebbero essere di grande aiuto nella cura di alcune malattie, ad esempio quelle neurodegenerative. Alla luce di questi dati e' tanto piu' assurdo lasciar morire gli embrioni in sovrannumero congelati". E' una questione di buon senso, ha aggiunto, cercare di utilizzare in questa direzione embrioni che gia' esistono e che non avrebbero alcun futuro. Da un lato -ha proseguito Redi-, l'esperimento in cui cellule staminali di embrione sono state trasformate in neuroni ''dimostra che il morbo di Parkinson si puo' trattare con questo approccio. E' anche la conferma del primo esperimento sull'uomo coordinato alcuni anni fa dall'istituto Karolinska di Stoccolma e i cui risultati sono stati annunciati nel 2001. I ricercatori scandinavi, coordinati da Ole Isacson e Lars Bjorklund, avevano trasferito cellule staminali prelevate da 6 feti abortiti spontaneamente nel cervello di un paziente malato di Parkinson, ottenendo un miglioramento a distanza di 3-5 anni. All'annuncio di questo risultato un gruppo statunitense reagi' con un controesperimento che pero' utilizzava cellule in coltura, e che non dette alcun risultato. Si parlo' addirittura di completo disastro e venne smentita la validita' dell'esperimento scandinavo. Qualche mese fa i due scandinavi dimostrarono su Nature Neuroscienze che nella coltura di cellule utilizzata dagli statunitensi tutte le cellule utili alla cura del Parkinson (quelle produttrici di dopamina) erano andate perdute. "I risultati presentati oggi -ha commentato Redi- mettono finalmente fine alla polemica e dimostrano che la quantita' di cellule necessaria (6 feti per un solo paziente) e' cosi' grande che non e' possibile ottenerla a partire da cellule adulte". Dall'altro il successo nella riprogrammazione delle cellule mesenchimali (cioe' cellule del midollo osseo in grado di generare molti altri tessuti oltre al sangue) in cellule embrionali totipotenti (potenzialmente capaci di svilupparsi in tutti i tipi di tessuto) dimostra quanto si sospettava da anni, e cioe' che le cellule mesenchimali sono effettivamente un jolly. Derivano infatti dalla parte dell'embrione (mesoderma) che nel corso dello sviluppo da' origine al maggior numero di tessuti.
 
 
 
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