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 ITALIA - ITALIA - Italia. Prima donazione del cordone autologa-eterologa
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Notizia 
1 marzo 2007 14:14
 
Sara' eseguito nelle prossime ore a Como, per la prima volta in Europa, il primo prelievo di cellule staminali dal cordone ombelicale secondo i criteri della donazione "autologa-solidale". Questa nuova formula, ideata dall'associazione sarda no profit Osidea che ha stipulato una convenzione con la piu' grande banca privata del sangue europea, la "Crio Save" di Bruxelles, consentira' di conservare nel tempo il patrimonio di sangue placentare sia per le future esigenze di salute del neonato e della sua famiglia sia per eventuali pazienti che dovessero averne bisogno in futuro.
La differenza rispetto al passato e' che le madri non saranno piu' costrette a scegliere fra la donazione autologa e quella eterologa e potranno cosi' conservare l'unita' di sangue per se' e i propri congiunti ma anche, nel caso ne venisse fatta richiesta, decidere di destinare il patrimonio di cellule staminali alla collettivita'.
La prima madre ad avere accettato di partecipare al progetto ideato da Osidea e' una giovane segretaria d'azienda sarda, Tiziana Frongia, 36 anni, residente a Como. La donna -il cui caso viene riportato oggi dal quotidiano L'Unione Sarda- e' al nono mese di gravidanza e attende da un giorno all'altro di entrare in sala parto, nel reparto di ginecologia dell'ospedale Sant'Anna di Como, la citta' in cui risiede. Il ginecologo aveva indicato come data probabile del parto il 18 febbraio. "Avevo sentito parlare dei benefici della donazione autologa -ha detto Frongia, alla sua prima esperienza di madre- ma mi sentivo un po' egoista perche' scegliendo l'autologa avrei potuto conservare le staminali solo per Greta (il nome scelto per la bambina, ndr) precludendo la possibilita' di guarigione ad altri essere umani compatibili con mia figlia. E' stato allora che Osidea mi ha prospettato questa opportunita' che non ho esitato a cogliere".
Le cellule staminali sono al centro della ricerca scientifica degli ultimi anni: rappresentano una sorta di "kit naturale" di riparazione di gran parte dei tessuti del corpo umano. Vengono utilizzate per la cura di leucemie, talassemie, microcitemie e altre malattie del sangue.
"Sono cellule giovani che ancora non hanno deciso che mestiere fare da grandi e hanno un'alta capacita' di differenziarsi e di adattarsi ai vari tipi di tessuto del corpo umano", sintetizza Giuseppe Consolo, vice presidente dell'associazione sarda no profit Osidea, impegnata nella battaglia per la sensibilizzazione alla donazione del sangue del cordone ombelicale, ricchissimo di staminali. La "Crio Save" copre i costi della 'tipizzazione', procedimento necessario per individuare la compatibilita' fra chi dona e chi riceve. I costi della famiglia si limitano alle spese per la conservare il sangue: dai mille ai milleottocento euro. I dati dei singoli campioni verranno annotati in un registro ufficiale, gestito da Osidea, e accessibile a tutte le organizzazioni internazionali in cerca di unita' di sangue corrispondenti per eventuali trapianti. Ma il consenso per donare il patrimonio cellulare non e' automatico: nel momento in cui arriveranno richieste, il donatore del sangue placentare potra' decidere di volta in volta, tenuto conto delle esigenze di salute della sua famiglia.
Per la futura mamma resta un rimpianto: "Per far nascere la bambina avrei preferito tornare in Sardegna. Volevo che Greta fosse sarda anche sulla carta d'identita'. Ma a Cagliari ho incontrato troppe resistenze e non avrei potuto farle questo regalo".
 
 
 
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