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 ITALIA - ITALIA - Italia. L’informazione data dai media non riduce la diffidenza dei cittadini per le biotecnologie
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Notizia 
1 aprile 2002 23:52
 
Secondo due studi italiani pubblicati su Nature e' ora di curare la qualita' dell'informazione scientifica in Italia. Delle biotecnologie i mass media parlano molto ma, contrariamente alle attese, ad essere piu' ostili al biotech sono proprio coloro che hanno i quotidiani come principale fonte di informazione. Le ricerche sono state condotte da Massimiano Bucchi, del dipartimento di Scienze sociali dell'Universita' di Trento, e Federico Neresini, del Dipartimento di Sociologia dell'Universita' di Padova. Dai dati, raccolti con questionari nel 2000 e nel 2001, su un totale di oltre 2.000 italiani, e' emerso che "una forte esposizione all'informazione non sempre comporta un atteggiamento positivo verso le biotecnologie" e che "una grande esposizione alla scienza nei mass media non corrisponde necessariamente ad un alto livello di comprensione". E' cosi' che si verifica ad esempio, che tanto gli accaniti lettori di notizie scientifiche sui quotidiani (29% del campione), come coloro che si dichiarano meno interessati alla scienza (31%) sono convinti che "soltanto i pomodori geneticamente modificati contengono geni, mentre cio' non accade nei pomodori normali". Inoltre piu' di un quarto di coloro che regolarmente legge le notizie scientifiche sui quotidiani (28%) riesce a rispondere correttamente soltanto a 1 domanda su 5 in materia di biotecnologie, mentre oltre la meta' (57%) non riesce a dare piu' di due risposte corrette.
Oltre ad essere i meno informati, coloro che leggono piu' articoli scientifici sono anche i piu' critici verso le biotecnologie: il 64%, ad esempio, considera la ricerca sugli embrioni eticamente inaccettabile (contro il 59% dei lettori meno accaniti), e l'80% considera inutile la clonazione riproduttiva (contro il 76% nel secondo gruppo). Inoltre il 49% dei piu' informati ritiene che trasferire geni nella frutta o nei vegetali sia inutile e il 54% lo considera rischioso (il 60% in entrambi i gruppi lo giudica addirittura inaccettabile). Secondo i ricercatori si tratta soprattutto di un problema di qualita' dell'informazione e osservano che "le persone esposte ad almeno una fonte di comunicazione scientifica di buona qualita' (come viene considerata l'edizione italiana di Scientific American) sembrano avere un atteggiamento positivo verso le biotecnologie". Un alto livello di informazione e' associato con il desiderio di una regolamentazione pubblica delle biotecnologie. I ricercatori raccomandano cosi' "di dedicare una maggiore attenzione all'educazione scientifica, sia in termini di ricerca e di investimenti, cosi' come alla comunicazione della scienza sui mass media".
 
 
 
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