La scienza non e' il male, ma il futuro e il progresso, avverte Tony Blair in un'intervista al Times, criticando chi frena la ricerca scientifica in Gran Bretagna e in Europa, come gli animalisti e quelli che mettono a rischio settori considerati strategici come la ricerca sugli organismi geneticamente modificati, gli Ogm. Nell'intervista, il premier anticipa alcune linee del Governo sui rapporti con la ricerca, sia a livello nazionale sia a livello europeo, e condanna i comportamenti che rischiano di mettere in crisi il settore, amplificando i ritardi che il Vecchio Continente ha nei confronti degli Stati Uniti ma anche di Paesi emergenti come l'India. Il Premier, in particolare, e' preoccupato dal clima che si e' creato in Europa attorno ad alcuni dei piu' innovativi settori della ricerca, dall'agricoltura geneticamente modificata, alle ricerche sugli animali, alla clonazione e alla genetica. E promette che quelli che sono "contro la scienza" non vinceranno la partita. In discussione ci sono migliaia di posti di lavoro che Gran Bretagna ed Europa rischiano di perdere se gli animalisti ed altri attivisti fossero messi nella condizione di bloccare progetti che invece mirano a salvare vite umane, dice Blair. Il Primo ministro britannico promette che gli investimenti continueranno a crescere. Attualmente la Gran Bretagna, con l'uno per cento della popolazione mondiale, elabora l'otto per cento della produzione scientifica mondiale mentre gli investimenti rappresentano il 4,5% delle spese complessive, sempre a livello mondiale. Dati importanti che Blair vede a rischio a causa del clima di sospetto che sembra circondare il lavoro degli scienziati. "Sono rimasto colpito- spiega- dagli stretti legami che ci sono in India tra scienza ed industria e dal fatto che gli indiani dicano chiaramente che gli atteggiamenti antiscientifici nelle societa' sviluppate" danno loro una mano.