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 FRANCIA - FRANCIA - Francia. Autorizzata la pratica del "baby-designer"
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4 gennaio 2007 12:35
 
Oltre due anni dopo l'entrata in vigore della legge sulla bioetica del 6 luglio 2004, diventerà realtà una delle principali disposizioni della norma, quella del cosiddetto "bebè-medicina", ovvero la diagnosi dei feti pre impianto per assicurare la creazione di materiale genetico atto a curare i fratelli e le sorelle malati dei nuovi nati.

Si è dovuto infatti aspettare ieri, quando l'Agenzia per la biomedicina ha esplicitato il contenuto del decreto di applicazione della legge relativo alla diagnosi pre impianto, uscito il 23 dicembre. Un decreto atteso con ansia dalle équipe mediche e scientifiche specializzate, timorose fino all'ultimo che i collaboratori più conservatori del primo ministro Dominique de Villepin facessero pressione su quest'ultimo per ritadare al massimo la pubblicazione.

Autorizzata sin dalla prima legge sulla bioetica, del 1994, la diagnosi pre impianto consiste nell'analizzare il patrimonio genetico degli embrioni concepiti in vitro a partire dalle cellule di coppie che presentano il rischio di avere bambini con gravi e incurabili malattie genetiche. In base a questa legge gli embrioni malati vengono di solito distrutti o, ed è cosa recente, usati per scopi scientifici.

Il decreto del 23 dicembre permette ai medici di usare la diagnosi pre impianto non più soltanto "per far nascere bambini sani da coppie a rischio, ma anche per far nascere bambini che presentino caratteristiche biologiche precise", spiega Le Monde, secondo il quale "si tratta di fare in modo che questi bambini, al momento della nascita, possano fornire cellule staminali prelevate nel cordone ombelicale, per curare un fratello o una sorella più grande colpito da alcune malattie" genetiche, per lo più forme di anemia mediterranea ed altre malattie del sangue.

L'Agenzia per la biomedicina ha precisato che questa prassi potrà essere messa in atto "a titolo sperimentale" e che le autorizzazioni verranno concesse solo se le domande rispondono a una serie di criteri, primo fra i quali "il carattere incurabile della malattia, tale da provocare il decesso nei primi anni di vita".

Gran Bretagna e Spagna hanno recentemente approvato una norma simile alle stesse condizioni (ogni caso viene esaminato da una apposita commissione).

Un secondo decreto di applicazione della legge del 2004 uscito in questi giorni riguarda invece i doni di gameti (cellule sessuali) e l'assistenza medica alla procreazione, che saranno d'ora in poi entrambe poste sotto l'autorità dell'Agenzia per la biomedicina. Agenzia che sarà competente anche ad autorizzare o meno gli "spostamenti transfrontalieri" degli embrioni congelati, allo scopo di evitare che questi possano essere impiantati presso coppie che non rispondano al criterio richiesto dalla legge, e cioè di essere formate "da un uomo e da una donna in età di procreare".

Nel 2004, su 800.000 nascite, circa 12.300 bambini sono stati concepiti in vitro e 5.600 concepiti per inseminazione artificiale.
 
 
 
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