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 ITALIA - ITALIA - Fecondazione assistita. Tribunale: si' a diagnosi pre-impianto
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16 novembre 2012 9:29
 
Il Tribunale di Cagliari ha autorizzato una coppia, lei malata di talassemia major e lui portatore sano, di eseguire il test all’Ospedale Microcitemico di Cagliari.

PARLA LA DONNA - “Siamo più che felici. Per noi, è un risultato importantissimo. Ora l’Italia è più vicina alle coppie con questi problemi”. Parla con Radio 24 la signora di Cagliari (che vuole restare anonima), affetta da talassemia, che ha ottenuto col marito il via libera dal Tribunale auna diagnosi preimpianto. “Non ho mai capito perchè le persone non si calino nei nostri panni e non provino a capire il desiderio di avere un figlio, senza questa patologia con cui conviviamo. E' la volontà di proteggerlo, da cio’ che conosciamo che è brutto”.

“Ci sentivamo esclusi dalla possibilità di avere un figlio senza questa malattia - racconta la signora - Non potevamo permetterci di andare all’estero, nè i vari tentativi, che costano 9-10mila euro. E non volevamo mettere in conto un eventuale aborto".

MARINO (PD) - “Un altro passo per riconoscere l’impianto ideologico e incoerente di una legge sbagliata. Che la legge 40 fosse esclusivamente il frutto di una negoziazione avvenuta nel Parlamento italiano, è stato palese sin dalla sua approvazione. Un provvedimento che non ha tenuto conto nè delle conoscenze scientifiche, nè del calvario delle coppie che desiderano completare il loro progetto di famiglia, con la nascita di un figlio”, sottolinea il senatore Pd Ignazio Marino.

“A prescindere dalla biologia e dall’età di una donna - prosegue Marino - la legge le imponeva l’impianto di tre embrioni e le impediva una diagnosi pre-impianto, costringendola, nel caso di una grave malattia genetica del bambino, a ricorrere all’aborto terapeutico. Al tempo stesso il legislatore ha spinto a un’altra incoerenza, permettendo ai ricercatori italiani di condurre i loro studi su cellule staminali embrionali, solo se prelevate all’estero. Per questo auspico che il governo non presenti ricorso rispetto alla sentenza della Corte per i diritti dell’uomo di Strasburgo per difendere una legge ascientifica, peraltro in un momento storico in cui il presidente del Consiglio Mario Monti sta cercando di restituire all’Italia l’immagine di un paese moderno e affidabile. Sarebbe un grave errore”.

ROCCELLA (PDL) - “Da quanto si apprende, sembra che la sentenza sulla legge 40 stabilisca che le strutture pubbliche per la fecondazione assistita debbano ‘necessariamente dotarsi delle attrezzature atte a svolgere la diagnosi preimpianto’. Se questo fosse il contenuto della sentenza, sarebbe più semplice trasferire le competenze delle ASL e delle Regioni direttamente ai tribunali. Perchè, infatti, stabilire i requisiti minimi quando ci pensano i tribunali, tanto più preparati in questa materia?”, sottolinea Eugenia Roccella, deputato Pdl.

“Per quanto riguarda il merito della questione - prosegue Roccella - rileviamo che il Tribunale di Cagliari ha sostanzialmente decretato che una persona affetta da talassemia ha meno diritto a nascere di una persona sana, affermando, cosi’, non solo un chiaro presupposto eugenetico, ma anche un forte elemento di disuguaglianza tra i cittadini. Un criterio ingiusto e pericoloso che tradirebbe anche il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione”.
 
 
 
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