La ricerca europea e' in pericolo. Servono piu' fondi, piu' rigore, piu' organizzazione e serieta'. Il premio Nobel per la medicina Rita Levi-Montalcini e il professore di fisica teorica all'Universita' La Sapienza di Roma, Giorgio Parisi, sono tra i firmatari dell'appello di un gruppo di scienziati europei, pubblicato dal quotidiano francese. Le Monde, a favore della ricerca di base nell'Unione Europea. "La fuga dei cervelli, scienziati giovani e di talento che abbandonano il loro paese, e' una realta' nella maggior parte dei paesi dell'Ue", denuncia il documento. "Le dichiarazioni di intenti non basteranno a frenare il relativo declino della capacita' scientifica europea" ne' la renderanno competitiva con gli Stati Uniti". "Per invertire la tendenza -scrivono i firmatari dell'appello, tra cui figurano anche altri quattro premi Nobel- bisogna agire rapidamente e con fermezza". Le proposte del documento riguardano un programma di riforme radicali, che prevedono la redistribuzione dei finanziamenti per la ricerca (che vanno almeno raddoppiati), con rinnovata e sostanziale attenzione a quella di base, vera produttrice di innovazione; investimenti in centri iper-specializzati aperti a tutti i ricercatori, indipendentemente dalla loro nazionalita', con possibilita' di mobilita' da un paese all'altro e garanzia di stipendi competitivi; infine, trasferimento della gestione dei programmi di ricerca scientifica dell'Ue a strutture scientifiche europee basate ''sulla trasparenza e sull'esame tra pari". Quindi, se e' certamente necessario l'aumento dei finanziamenti -e' la conclusione dell'appello- "sono di importanza capitale riforme strutturali volte a creare un ambiente universitario aperto, flessibile e trasparente che contribuisca allo scambio e all'interazione sia a livello nazionale che internazionale".