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 ITALIA - ITALIA - VIVA TRUJILLO!
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Articolo di Pietro Yates Moretti
6 luglio 2006 19:53
 
E' divenuta una apprezzabile consuetudine che il nostro notiziario includa le dichiarazioni di un prelato della Chiesa cattolica sulla ricerca con le cellule staminali. Con cadenza quasi quattordicinale -particolarmente confacente ai tempi di pubblicazione di questo nostro modesto contributo all'informazione- un presidente di qualche accademia pontificia o un vescovo di qualche importante citta' supera i propri colleghi nel condannare la ricerca con le cellule staminali embrionali.
In questo numero e' la volta del cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio consiglio della famiglia, il quale ha proposto di estendere la scomunica agli uomini politici che autorizzano per legge la ricerca con le cellule staminali embrionali, nonche' ai ricercatori che la praticano.
Queste dichiarazioni hanno attratto le prevedibili critiche di chi sostiene la liberta' di ricerca. Contrariamente pero' alle altre volte, anche i piu' ferventi rappresentanti della fede cattolica nel nostro Parlamento non hanno nascosto un certo fastidio per le dichiarazioni del cardinale. L'assolo di Trujillo non sembra essere piaciuto proprio a nessuno.
E allora, a costo di essere accusati di bastiancontrarismo, diciamo VIVA TRUJILLO! Questa volta la quattordicinale uscita ecclesiale ci e' proprio piaciuta. Siamo perfettamente d'accordo con Trujillo che e' ipocrita scomunicare un medico che pratica l'aborto o un ricercatore che distrugge un embrione, e non il legislatore ed il Presidente della Repubblica che di fatto lo rendono possibile per legge. Se si considera una qualche azione un peccato mortale, uno dei piu' infami crimini contro l'uomo e contro il Bene assoluto, non si capisce perche' non si debba giudicare responsabile chiunque lo favorisca. Una tribunale dello Stato non si sognerebbe mai di condannare l'esecutore materiale di un omicidio e non il suo mandante. A nostro avviso, ha proprio ragione il nostro cardinale.
Forse i rappresentanti della fede cattolica in Parlamento che si sono dissociati da Trujillo temono che la scomunica possa eventualmente estendersi anche a loro per tutti quei casi in cui votano contro i dettami della Chiesa. Immaginatevi il dilemma di quel povero cristiano che siede al Parlamento o addirittura al Governo: faccio cascare il Governo o mi becco la scomunica? .sapendo benissimo che in entrambi i casi col cavolo che verrebbe rieletto.
E cosi' la Chiesa, con la trasparenza della scomunica, avrebbe perso un suo malcelato rappresentante nelle istituzioni temporali, e con lui una parte della sua straordinaria capacita' di influenzare la vita degli altri Stati. I politici oggi vicini alla Chiesa dovrebbero uscire allo scoperto e dichiarare apertamente fedelta' non gia' al popolo che li ha eletti ma al Papa che li comanda. E su questa base dovrebbero cercare il consenso dell'elettorato.
Ed ecco che allora si preferisce rimanere nell'ipocrisia: piu' pappa per i rappresentanti della fede cattolica in Parlamento, piu' potere per le gerarchie ecclesiastiche sul Parlamento.
Ringraziamo quindi il cardinal Trujillo per la lezione di trasparenza che sta dando ai suoi colleghi ed ai loro rappresentanti che operano nelle istituzioni italiane. Al contrario di loro, il cardinale si rivolge all'istituzione di cui fa parte, la Chiesa Cattolica, per combattere a viso scoperto pratiche che questa legittimamente non condivide e aborre. E stigmatizza cosi' quei rappresentanti della Chiesa cattolica che preferiscono esercitare le loro pressioni in maniera poco trasparente (magari, ma non osiamo crederci, minacciando di mobilitare un esercito di preti di parrocchia durante la successiva campagna elettorale).
Per tutto questo, VIVA TRUJILLO!
 
 
 
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