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 USA - USA - Usa. Lesioni alla spina dorsale: a che punto e' la ricerca?
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Articolo di Cinzia Colosimo
28 aprile 2005 19:16
 
Una delle frontiere piu' ambite dai ricercatori che si occupano di cellule staminali, riguarda la possibilita' di curare definitivamente le lesioni alla spina dorsale. Alcuni scienziati sono ancora cauti nel definire le potenzialita' delle staminali per questo problema, mentre altri intravedono una reale opportunita' per cambiare la vita di molte persone.
Si calcola che solo negli Usa circa 250.000 pazienti soffrono quotidianamente delle conseguenze delle lesioni alla spina dorsale: dalla paralisi motoria ai problemi di respirazione, all'atrofizzazione di muscoli e tessuti. E la domanda che si pongono e' sempre la stessa: a quando le sperimentazioni cliniche?
Evan Snyder, del Burnham Institute di La Jolla, e' tra coloro che preferiscono non dare false aspettative, e procedere con cautela nella direzione della sperimentazione animale sicura. In questi mesi Snyder sta proponendo una serie di video in cui mostra dei topi, un tempo paralizzati, in grado di fare dei piccoli movimenti dopo aver ricevuto trapianti di staminali. I risultati di questi esperimenti farebbero supporre di aver gia' raggiunto dei traguardi importanti, ma la realta' dimostra che non sono sufficienti per proporli agli esseri umani. "L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno e' un altro Jessie Gelsinger", commenta Snyder, riferendosi al 18enne che nel 1999 perse la vita a causa di una terapia genica sperimentale azzardata.
E concorda con questa linea anche lo scienziato Hans Keirstead, professore di anatomia e neurobiologia al Reeve-Irvine Research Centre. Keirstead, che ha condotto esperimenti simili su primati, in particolare scimmie, sostiene che la somiglianza delle staminali umane con quelle dei topi e' paradossalmente piu' forte rispetto a quelle delle scimmie. "Stiamo imparando tutto cio' che c'e' da sapere sulle staminali studiando le scimmie? Se la risposta e' si', bene, continuiamo. Se la risposta e' no, allora stiamo perdendo tempo prezioso, soprattutto in termini di garanzia del benessere umano".
La compagnia biotech Geron sta progettando degli studi specifici sulle ricerche condotte da Keirstead, con lo scopo di creare nuovi farmaci. Questi studi prevedono, secondo le direttive della FDA (Food and Drug Administration), anche una serie di sperimentazioni cliniche, che secondo il direttore della Geron, Tomas Okarma, dovrebbero iniziare entro la meta' del 2006. Per Okarma infatti, e' giunto il momento di verificare l'efficacia delle staminali sugli esseri umani, dal momento che gli studi sugli animali hanno gia' dato molti risultati. Le ricerche che verranno effettuate con la collaborazione di Keirstead, riguarderanno in particolare la differenziazione delle staminali in mielina, la 'guaina' che protegge i tessuti nervosi, e la possibilita' di diminuire gli effetti cronici delle lesioni alla spina dorsale. Saranno comunque necessari almeno dai 6 ai 12 mesi di studi pre-clinici, atti a garantire la non tossicita' della terapia.
Scienziati come Snyder comunque, sostengono che la priorita' nel campo delle staminali non dovrebbe essere data ai danni alla spina dorsale, dal momento che i risultati sono ancora avvolti nell'incertezza. Ci sono patologie altrettanto gravi, come il cancro al cervello o la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), che sembrano piu' appropriate per le prime sperimentazioni cliniche. Snyder crede infatti che curare i danni, spesso irreversibili, delle paralisi, comporta una serie di conoscenze globali che la scienza non ha ancora ottenuto. "Ad esempio, se una persona ha subito un trauma all'altezza della vertebra C6, potenzialmente potremmo permettere una riabilitazione dei muscoli dalla vertebra C7 in giu'. Sarebbe una cura parziale, ma senza dubbio se Christopher Reeve avesse avuto questa possibilita', forse non avrebbe dovuto dipendere da un respiratore e la sua qualita' della vita sarebbe stata decisamente migliore".
Gran parte della ricerca, a livello amministrativo, e' comunque legata alla politica della Food and Drug Administration, che in questo periodo non sembra entusiasta nell'elargire permessi e finanziamenti a chi si occupa di staminali. Negli Usa pero', la collaborazione fra scienziati che si appoggiano a enti pubblici e compagnie private, sta dando notevoli risultati, come abbiamo visto. E' probabile quindi che le sperimentazioni cliniche piu' importanti si muoveranno in questa direzione.
 
 
 
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