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 USA - USA - Usa. Kerry contro Bush: la sfida per la Casa Bianca che passa dalle staminali
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Articolo di Donatella Poretti
24 giugno 2004 19:40
 
Lo scontro per la Casa Bianca passa per le staminali. Un ulteriore capitolo della storia che vede protagonista il variegato movimento -che chiede a George W. Bush di rivedere le sue posizioni in tema di finanziamenti federali alle ricerche con le staminali embrionali- si e' avuto con la presa di posizione dello sfidante democratico John Kerry. Contemporaneamente 48 premi Nobel hanno scritto una lettera di sostegno al candidato Kerry e di pesante critica al presidente Bush accusandolo di "compromettere il futuro" del Paese a causa dei bassi stanziamenti destinati alla ricerca scientifica.
In viaggio per Denver, Colorado, Kerry il 21 giugno ha accusato Bush di basarsi sull'ideologia e non sui fatti quando tratta politiche e decisioni da prendere in temi scientifici, ribadendo la sua promessa di annullare il veto sui finanziamenti federali alle ricerche con le staminali embrionali.
"Abbiamo bisogno di un presidente che torni ad accettare la nostra tradizione di guardare al futuro e alle nuove scoperte con le speranze basate sui fatti scientifici e non sui timori. Si tratta di investire nel futuro del nostro Paese. Di non permettere che l'ideologia e il timore si frappongano nel nostro cammino", ha ribadito Kerry spiegando che gli Usa stanno perdendo la leadership scientifica su altri Paesi. Le grandi innovazioni tecnologiche secondo il candidato democratico potrebbero trasformare positivamente l'economia statunitense, creare occupazione, avere un'energia piu' "pulita" e ottenere nuovi progressi nel campo della medicina, in questo senso ha citato un rapporto della Union Concerned Scientist, un'organizzazione scientifica progressista.
"Solo John Kerry dichiara che gli Usa sono in declino scientifico il giorno stesso in cui il Paese ha visto il successo del primo viaggio spaziale finanziato privatamente", ha risposto sbrigativamente Steve Schmidt, portavoce della campagna per la rielezione del presidente Bush. Troppo sbrigativamente, visto che la critica rivolta e' proprio quella della mancanza di investimenti del Governo federale, di fondi pubblici, insomma, e non privati che ancora sono liberi, ma certo scoraggiati dalle scelte della Casa Bianca.
"Rischiamo di farci superare da Singapore, Israele, Gran Bretagna, Sud Corea e Svezia, che hanno legalizzato la clonazione terapeutica, ma gli Usa per fortuna sono ancora primi nella sponsorizzazione dei privati, e alla fine saranno proprio loro a salvarci dall'ottusita' dei nostri politici", ha ammesso Robert A. Goldstein, capo della Juvenile Diabetes Research Foundation International.

Lo stesso giorno in cui Kerry ha sferrato l'attacco a Bush sulla ricerca scientifica, a pronunciarsi sono stati 48 premi Nobel con una dichiarazione a sostegno dello sfidante democratico: "John Kerry restituira' alla scienza il ruolo appropriato in seno al Governo. E' chiaramente lui che deve essere eletto come prossimo presidente degli Stati Uniti". "Il Governo di Bush ha ignorato la consulenza scientifica imparziale nel tracciare le politiche che sono tanto importanti per il nostro benessere collettivo. [.] Con la riduzione del finanziamento alla ricerca scientifica, vengono danneggiate le basi del futuro degli Stati Uniti. Stabilendo restrizioni sulla ricerca con le cellule staminali embrionali, si mettono ostacoli nei progressi medici. [.] Con gli ostacoli all'immigrazione, si allontanano talenti scientifici cruciali. E ignorando il consenso scientifico su temi tanto importanti come il riscaldamento globale, si minaccia il futuro della Terra. [.] Diversamente dai Governi precedenti, repubblicani e democratici, quello di Bush ha ignorato i consigli scientifici imparziali per elaborare la sua politica".
Tra i sottoscrittori dell'appello pro Kerry: Peter Agre e Roderick MacKinnon (Nobel per la Chimica nel 2003), David Lee (Nobel per la Fisca nel 1957), Baruj Benacerraf (Nobel per la Medicina nel 1980), Harold Varmus (Nobel per la Medicina nel 1989).
Alla lettera dei 48 Nobel se ne aggiunge una sottoscritta da 137 tra associazioni di pazienti, universita' e societa' scientifiche, la richiesta e' sempre la stessa: eliminare i limiti imposti alla ricerca con le staminali embrionali.

Ma John Kerry aveva "sfruttato" anche la morte di Ronald Reagan per dichiararsi a favore della ricerca scientifica, proprio per cercare la cura a malattie come il morbo di Alzheimer che ha ucciso l'ex capo della Casa Bianca.
"Il buon senso e la buona volonta'" possono aiutare a risolvere questioni etiche sollevate dall'uso degli embrioni, aveva detto Kerry nel discorso radiofonico del 12 giugno trasmesso dopo quello del presidente Bush. "Nancy Reagan ha detto al mondo che l'Alzheimer gli ha rubato il marito e ha preso posizione per risparmiare ad altri la sorte che e' toccata alla loro famiglia", aveva detto Kerry ricordando che la ricerca sulle staminali offre speranze anche nelle terapie contro il Parkinson, il diabete e varie forme di paralisi.

Ma il presidente Bush aveva comunque gia' respinto l'appello dei 58 senatori di entrambi i partiti, e di Nancy Reagan, per le ricerche sulle cellule staminali. Annunciando la decisione di Bush ai media, il portavoce della Casa Bianca Scott McClellan aveva dichiarato che "il presidente non crede che si debba creare la vita all'unico scopo di distruggerla", produrre cioe' embrioni per estrarne le cellule staminali, cosi' uccidendoli. Il presidente "vuole che si studino le prospettive di queste ricerche senza oltrepassare una certa soglia morale. Ci sono molte cose che non sappiamo ancora". Il portavoce aveva anche ammesso che considerazioni religiose avevano pesato sulla decisione di Bush, ma non ha polemizzato ne' con i senatori ne' con la vedova di Reagan.
In occasione dei funerali di Reagan, uno dei figli, Ron, aveva criticato Bush senza peraltro farne il nome: "mio padre era religioso, ma non commise il fatale errore di tanti di ostentare la sua fede per ottenere un vantaggio politico". Secondo un anonimo dirigente repubblicano citato dal The New York Times: "Ron ha voluto mandare un messaggio a Bush: sii tollerante sulla questione delle cellule staminali". Anche un'altra figlia di Reagan Patti Davis ha fatto uscire un articolo sul settimanale Newsweek in cui ha accusato pesantemente Bush di bloccare la ricerca scientifica. Ha parlato della madre Nancy come "la voce a favore delle cellule staminali", "la figura chiave nella campagna per far fuori il Governo federale", ricordando una delle frasi del padre sul tema: "il Governo e' il problema, non la soluzione".
Altri appelli sono stati ripetuti da Christopher Reeve durante una cerimonia di laurea al Middlebury College del Vermont: "il presidente Bush ha l'obbligo morale di appoggiare la ricerca sulle cellule staminali embrionali, per il bene dell'umanita'".

Secondo il dottor Leonard Zon, presidente dell'International Society for Stem Cell Research, il dibattito rischia di penalizzare Bush alle urne. "Nel braccio di ferro tra scienziati e Casa Bianca gli americani tifano per chi cerca di curare le loro malattie". Quando annuncio' il bando, Bush assicuro' che "oltre 60 linee preesistenti di cellule saranno a disposizione dei ricercatori". "In verita' la lista ne contiene solo 15 ma numerosi problemi ne rendono difficile l'utilizzo".
 
 
 
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