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 USA - USA - Usa. Howard Dean, un candidato alla Casa Bianca per la ricerca
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Articolo di Cinzia Colosimo
22 gennaio 2004 18:42
 
Faccione sorridente, in maniche di camicia e braccia conserte. E' La copertina del numero di gennaio della rivista Rolling Stone dedicata all'intervista con Howard Dean, ex governatore del Vermont e in corsa per la nomination democratica alle elezioni presidenziali.
Dean si racconta e tra le altre cose spiega le sue proposte politiche in materia di diritti civili come i matrimoni gay o della legalizzazione delle droghe, ma anche della ricerca scientifica con le cellule staminali, insomma agli antipodi di un'impostazione della destra religiosa, impersonificata politicamente da Bush Junior, l'attuale inquilino della Casa Bianca.
Cosa ne pensa della politica presidenziale di limitare la ricerca sulle cellule staminali? Pensa che Bush abbia fatto questa scelta per ammansire i suoi supporters sulle politiche religiose?
"Non so cosa abbia portato il presidente a portare avanti queste restrizioni sulla ricerca. Ma penso che questo presidente non dovrebbe mai prendere un voto in una famiglia dove c'e' un diabetico, in nessuna circostanza, a causa di cio' che ha fatto per distruggere la speranza di guarigione dei bambini. E non solo dei diabetici, ma di tutte le malattie che sono potenzialmente curabili. Penso che la sua vicinanza fondamentalista alle teorie anti-scientifiche sta costando la vita e la speranza a molta gente in tutto il Paese".
A questo indirizzo l'intervista: clicca qui

Sono moltissimi comunque, i quotidiani e le riviste che in questi giorni si occupano della corsa alla presidenza, di questo strano fenomeno mediatico e politico che per qualche mese occupa costantemente la vita dei cittadini statunitensi. Il Chronicle ad esempio, ha rivolto una serie di domande uguali ai candidati, che sembrano dimostrare nell'insieme una visione piu' razionale della ricerca, rispetto alla politica apocalittica che Bush ha fin'ora propinato.
Uno dei candidati, il generale democratico Wesley Clark, riguardo agli studi pre-clinici ha dichiarato: "La ricerca accademica e' fondamentale per lo sviluppo di nuove idee, tecnologie, cure mediche, e teorie che potrebbero rivelarsi cruciali per il nostro futuro. Io credo che, fin dove sia possibile, la liberta' di esplorazione debba essere protetta e conservata".
Quando il Chronicle ha chiesto loro se si trovavano d'accordo con il divieto di finanziare la ricerca sulle staminali embrionali, i candidati Dean, Clark, Kerry, Edwards e Ghepartd (questi ultimi Senatori) , hanno categoricamente dichiarato di essere lontani da quella visione della scienza. Tutti si sono dimostrati aperti, e hanno sostenuto l'importanza di un accordo politico che permetta lo sviluppo della cosiddetta "clonazione terapeutica". In particolare Clark e' sceso nei dettagli tecnici, spiegando fino a dove arriverebbe un eventuale contributo finanziario federale. Secondo il generale, il Governo federale finanzierebbe gli studi sulle cellule staminali embrionali, solo se queste sono state generate grazie a fondi privati. Niente soldi pubblici quindi, per l'estrazione di staminali da embrioni, in quanto il processo comprende la distruzione dell'embrione stesso.
Per Dean comunque, la questione e' molto piu' che di semplice carattere etico. "La politica di Bush ha danneggiato molte persone, indipendentemente dal fatto che sia troppo restrittiva o moralista. Di fronte a questioni come queste, le decisioni vanno prese in base a considerazioni scientifiche, non teologiche o teoretiche. Ma Bush ha agito solo in base alle sue convinzioni religiose, e questo non e' giusto".
E' difficile ipotizzare il candidato in grado di battere Bush. Gli Usa sono un Paese strano, a volte tendono a reclamare la loro liberta' in modo chiaro e lodevole, ma spesso sono attratti dai "pugni forti", come Bush, che riescono a mantenere inalterata la loro supremazia mondiale. C'e' da dire comunque, che Dean si e' mosso con estrema attenzione, ha utilizzato mai come prima, canali di comunicazione innovativi, come internet. Sembra infatti che grazie alla rete web, il candidato abbia potuto conoscere di persona centinaia di elettori, e questo, in una societa' come gli Usa dove 4 persone su 10 usano internet, non e' poco. Da parte nostra, ci auguriamo che il nuovo presidente sia scientificamente parlando piu' responsabile di quello uscente, e non lo diciamo solo per motivi politici, ma perche' quei motivi per molte persone significano salvezza o dolore.
 
 
 
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