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 USA - USA - Usa. La clonazione come mezzo di confronto democratico
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Articolo di a cura di Cinzia Colosimo
5 febbraio 2004 18:59
 
Sul quotidiano The Oregonian e' apparso un articolo redatto da Margaret Monahan Hogan, direttrice del comitato etico della University of Portland, ed esperta opinionista nel campo della bioetica. Nel testo la Hogan si concentra sulla clonazione e sulle possibilita' di scelta che offre al genere umano. Ma in particolare, il suo apporto alla discussione si presenta come una riorganizzazione del dibattito stesso, minimizzato ai suoi punti principali e scevro di retorica. Ne riportiamo di seguito i punti salienti.

"Le problematiche coinvolte nel tema della clonazione umana, offrono a tutti noi la possibilita' di esprimerci come persone appartenenti ad una societa' democratica. Possiamo entusiasmarci per le conoscenze che derivano dal trasferimento nucleare somatico, possiamo incoraggiare la ricerca su alcune delle piu' temibili malattie, ma possiamo anche nasconderci dietro slogan, paure allarmanti e talvolta insulti. La liberta' e' nostra, e anche la scelta, ma qualsiasi decisione noi prendiamo puo' influire enormemente sull'esperimento finale: la Repubblica Democratica Americana.
Ma occorre prima inquadrare il dibattito, che piu' o meno si formula nel seguente modo. Dovremmo innanzitutto dibatterne? Dovremmo permettere la clonazione come mezzo di procreazione? Dovremmo permettere la clonazione come forma di ricerca biomedica?
La prima domanda riguarda la legittimita' di una discussione aperta nel campo scientifico. E' giusto che il dibattito venga allargato anche a eticisti, filosofi, moralisti o teologi? Solo negli Stati Uniti, la storia ha dimostrato che la scienza puo' essere un ottimo mezzo per ottenere scopi diversi da quello originale. Non e' raro infatti vedere la scienza al servizio di un'ideologia, di un imperativo medico o di ricerca. La scienza non e' piu' fine a se stessa. Da qui la risposta alla prima domanda. La scienza necessita di una disciplina che ne direzioni gli obbiettivi morali. Ed e' altrettanto giusto che anche il tema della clonazione venga discusso secondo questi presupposti. [.]
Il secondo quesito riguarda la possibilita' di concepire figli attraverso la clonazione. Per il momento, la National Academy of Sciences e il President's Council of Bioethics, hanno dato la stessa riposta: no alla clonazione riproduttiva. Gli esperimenti su primati e mammiferi dimostrano che e' ancora troppo pericolosa sia per la donna che per il feto stesso. Esistono gravi rischi di morte prematura, malformazioni, e comunque, ogni complicazione sarebbe un avvenimento nuovo e di difficile risoluzione. Se un giorno la scienza riuscisse a superare tutti questi ostacoli (ma questo e' un grande SE, dal momento che la clonazione coinvolge anche fattori genetici, di sviluppo e di mutazione), sarebbe comunque giusto clonare un bambino? Cosa rende giusta la clonazione umana? Perche'?

Gli esperti rispondono:
- per la riproduzione biologica e compatibile di un essere umano;
- per eliminare le malattie genetiche;
- per ottenere trapianti senza rischi di rigetto;
- per riprodurre una persona amata;
- per riprodurre particolari geni, talenti o personalita' eccezionali.

Alcune di queste spiegazioni appaiono chiare, altre piu' problematiche. Per quanto riguarda le prime tre, i loro obiettivi sono buoni dal punto di vista umano, ma incontrano dei problemi quando si tratta dell'inizio della vita umana. C'e' infatti una profonda transizione da procreazione a fabbricazione. Che significato morale ha questa transizione? E' da considerarsi un nodo spinoso o un avanzamento della societa' umana?
Le altre due giustificazioni devono fare i conti con dei problemi di fattibilita' reali. E' altamente improbabile ricreare simpatie o sentimenti, al di la' della formazione biologica dell'individuo. L'ultima risposta in particolare, trascina vecchie nozioni di eugenetica, e la storia insegna che quel tipo di eugenetica non porta nulla di positivo. [.]
Ma trattiamo ora il terzo punto. La clonazione come forma di ricerca biomedica.
Le motivazioni alla base di questa ricerca sono:
- migliorare la conoscenza sulla malattie umane;
- trovare nuove e definitive cure;
- produrre tessuti immuno-compatibili per i trapianti;
- migliorare la terapia genica.

Queste sono le motivazioni estratte da un documento del President's Council on Bioethics. Perche' quindi introdurre una moratoria sulla clonazione cosiddetta terapeutica? Fondamentalmente il problema principale, non ancora risolto, e' lo status morale dell'embrione. L'estrazione di cellule staminali embrionali comporta infatti la distruzione della blastociste, cioe' l'embrione al primissimo stadio di sviluppo. A quel livello pero' l'embrione non e' che un gruppo di massimo 100-200 cellule, ma l'opinione comune e' che si tratti di un essere umano. E' questo il nodo centrale, il problema di fondo, ma sembra che nessuno voglia dare una risposta chiara, perche' si teme che questa risposta ci conduca laddove in realta' non vogliamo andare".
 
 
 
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