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 U.E. - U.E. - Ue. Regole comuni per la ricerca? La prima risposta arriva dai vescovi!
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Articolo di Donatella Poretti
24 novembre 2005 15:16
 
La Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento sui medicinali per terapie avanzate, volta a fornire un unico quadro normativo integrato a livello europeo per la terapia genica, la terapia cellulare somatica e l'ingegneria dei tessuti. Il vicepresidente della Commissione Günter Verheugen ha dichiarato: "Le terapie avanzate dispongono di un potenziale enorme, sia per i pazienti che per l'industria. Con questa proposta garantiamo ai pazienti il massimo livello di protezione della salute. Al tempo stesso, forniamo all'industria biotecnologica un quadro europeo coerente che permette al settore di innovare, crescere e creare occupazione".
In merito alle questioni etiche sollevate da determinati medicinali per terapie avanzate basati sulle cellule umane, la Commissione europea ha stabilito che la proposta di regolamento non interferira' con le decisioni prese dagli Stati membri in merito all'autorizzazione o al divieto di utilizzo di eventuali tipi di cellule, tra cui quelle staminali embrionali. Inoltre, la proposta osserva i principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e tiene conto della Convenzione per la protezione dei diritti umani e della dignita' dell'essere umano riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina (Convenzione di Oviedo). I prodotti a base di cellule e tessuti umani dovrebbero fondarsi sulla filosofia della donazione volontaria e gratuita, sull'anonimita' sia del donatore che del ricevente, sull'altruismo del donatore e sulla solidarieta' tra donatore e ricevente.
La proposta verra' ora sottoposta alla codecisione del Parlamento europeo e del Consiglio e sara' anche oggetto di consultazione in seno al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni.

La prima risposta arriva da dove non sarebbe bene arrivasse: dalla Chiesa, e piu' precisamente dai vescovi della COMECE, la commissione episcopale della Comunita' Europea, che "saluta gli sforzi dell'Ue per promuovere un quadro efficace e competitivo per la ricerca", ma sottolinea "le conseguenze etiche" derivate dal finanziamento comunitario. I vescovi enfatizzano la necessita' che la ricerca "protegga in ogni momento la vita e la dignita' umana" e chiedono all'Ue di "non finanziare progetti di ricerche che comportino l'uso di embrioni umani o di cellule staminali derivati dagli stessi". Nella riunione di Bruxelles i vescovi hanno ribadito come il sacramento del matrimonio sia la base su cui costruire la societa', e il presidente Josef Homeyer ha chiesto alla Chiesa un coinvolgimento piu' attivo "per promuovere una migliore comprensione e considerazione del progetto europeo".
Come se non bastasse un monito all'Unione, che "non deve sottostimare la capacita' della Chiesa di agire come interlocutrice" tra l'Europa e i suoi cittadini, in un momento in cui i Venticinque vivono "un periodo di profonda incertezza e cercano un orientamento".

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