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 U.E. - U.E. - Ue. La moratoria sulla ricerca con gli embrioni sovrannumerari, sviluppi
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Articolo di Rosa a Marca, Cinzia Colosimo e Donatella Poretti
2 ottobre 2003 19:43
 
Lunedi' 22 settembre, riunitosi a Bruxelles, il Consiglio dei ministri della competitivita' (Mercato Interno, Industria e Ricerca) ha adottato una risoluzione in cui definisce gli strumenti piu' appropriati per rafforzare gli investimenti in ricerca, fissando per i Paesi dell'Ue entro il 2010, l'obiettivo di raggiungere una spesa pari al 3% del Pil, di cui l'1% proveniente dal settore pubblico e il 2% da quello privato.
E' stata anche l'occasione per fare il punto sulla spinosa questione della moratoria in scadenza alla fine di dicembre, che non permette di finanziare le ricerche in cui vengono utilizzati embrioni umani per la ricerca scientifica con le risorse del VI Programma Quadro. A luglio il commissario belga alla Ricerca Scientifica Phillippe Busquin aveva proposto di levare la moratoria e di concedere i finanziamenti per quelle ricerche in cui gli embrioni siano sovrannumerari e percio' inutilizzabili nelle tecniche di fecondazione in vitro e creati anteriormente al 27 giugno 2002, per eliminare in rischio che vengano creati ad hoc.
La delegazione portoghese, insieme a Germania, Austria e Italia, si e' pronunciata contro il Piano della Commissione europea che prevede di finanziare l'utilizzo degli embrioni a scopo di ricerca a partire dal gennaio 2004, eliminando cosi' la moratoria in scadenza. In caso di votazione, la Commissione dovrebbe percio' fare i conti con un'interdizione della minoranza. Resta da vedere se la dichiarazione portoghese sia davvero una vittoria dei "fautori della vita" sugli "euforici della ricerca".
"Questa posizione non comporta necessariamente che la futura legge portoghese vada in questa direzione. Stiamo lavorando per arrivare a conclusioni precise. Il consiglio di bioetica sara' ascoltato e non possiamo accelerare. E' un'area molto delicata", ha spiegato il segretario aggiunto del ministro della Scienza, José Pinto Paixão, che ha partecipato alla riunione di Bruxelles in nome del Governo portoghese. "La pressione da parte di alcuni Paesi e' inaccettabile. Sono materie di natura sociologica, scientifica, politica ed economica. La scienza non puo' andare a rimorchio di interessi poco chiari", ha aggiunto Pinto Paixão accusando Busquin di avere ceduto a pressioni.
Una data cruciale sara' in ogni caso il 18 novembre, quando e' in agenda la votazione al Parlamento europeo. E' vero che il Consiglio dei ministri e la Commissione non sono tenuti a cedere ai voleri dell'Assemblea di Strasburgo, ma se emergesse un chiaro No da parte dei Paesi ancora in bilico -Spagna e Irlanda- sarebbe difficile per Bruxelles non tenerne conto. Come annunciato, la Germania e' ferma sulle sue posizioni contrarie. Ed e' auspicabile che la delegazione tedesca all'Onu, dove si sta discutendo di clonazione, sostenga il parere espresso dal Bundestag. Voci filtrate dal ministero degli Esteri fanno invece intuire il contrario.
Per parte sua anche l'Austria tiene duro sulla posizione di contrarieta' a levare la moratoria. In caso contrario, la ricerca con le staminali potrebbe essere finanziata con i soldi di tutti i Paesi membri. E nel calderone sono compresi anche i soldi austriaci.
Secondo la ministra austriaca per la Scienza, Elisabeth Gehrer, i limiti contenuti nella direttiva proposta da Bruxelles non sono abbastanza rigorosi. Essa teme che si possano produrre embrioni a puro scopo di ricerca. Alla domanda se una posizione troppo restrittiva non danneggi il Paese, la ministra ne oppone un'altra: "alla scienza dev'essere tutto concesso?".
La Spagna che fino a giugno formalmente faceva parte del gruppo dei Paesi a favore della moratoria, alla riunione del Consiglio dei ministri della competitivita' avrebbe assunto un "atteggiamento ambiguo". Il ministro per l'Industria Juan Costa si e' infatti limitato a sottolineare che la Spagna sta affrontando la materia con una legge al momento in discussione al Parlamento, quella che riforma la legge sulla procreazione medicalmente assistita. Costa ha percio' chiesto al commissario Busquin solo di fornire maggiori dettagli sulla sua proposta.
Qualche giorno prima della riunione di Bruxelles anche l'Irlanda aveva fatto sapere che sarebbe uscita dal gruppo dei Paesi contrari alla proposta Busquin. Il portavoce del Department of Trade, Entreprise and Employment, Ned Costello aveva infatti ribadito il concetto rivolgendosi agli irlandesi e alla Chiesa Cattolica, ricordando i provvedimenti presi dall'Ue in materia di embrioni e ricerca su cellule staminali.
Ma una deputata irlandese del Parlamento europeo, Dana Rosemary Scallon, ha reagito bruscamente alla notizia ed ha esortato "le persone a premere sui loro rappresentanti politici affinche' il Governo non sostenga le decisioni europee in materia".


Le conclusioni del Consiglio dei ministri della competitivita' sono disponibili in inglese a questo indirizzo Internet: clicca qui
 
 
 
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