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 SVIZZERA - SVIZZERA - Svizzera. Progetti di sperimentazione con cellule staminali ad un anno dal referendum
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Articolo di Rosa a Marca
8 dicembre 2005 16:16
 
Esattamente un anno fa, la ricerca con le cellule staminali embrionali fu oggetto di un appassionato dibattito seguito da referendum. Una netta maggioranza di elettori, il 66%, si pronuncio' a favore della nuova legge che da' ai ricercatori svizzeri regole certe per coltivare e utilizzare cellule staminali embrionali.
Come e' stata sfruttata, finora, quest'opportunita'?
A prima vista sembrerebbe che poco o nulla sia accaduto. Parlando con gli interessati, essi confermano la loro gratitudine per quella maggioranza di concittadini che ha sostenuto la ricerca, togliendoli dalla zona grigia e paralegale in cui si trovavano ad agire. Ma la legge e' entrata effettivamente in vigore solo a marzo 2005, e si sa che le buone sperimentazioni richiedono un certo tempo, spiegano concordi Alois Gratwohl della clinica universitaria di Basilea e Lukas Sommer del politecnico di Zurigo (ETH). Comunque qualcosa comincia a muoversi. Nelle ultime settimane al Dipartimento della Sanita' sono stati inoltrati due progetti con la richiesta d'autorizzazione. Uno da parte di Marisa Jaconi della clinica universitaria di Ginevra e l'altro da Yves-Alain Barde del Biozentrum di Basilea. Barde ha gia' ottenuto il via libera per importare cellule staminali embrionali umane, allo scopo di produrre cellule nervose. Il suo obiettivo e' di costituire colonie di un particolare tipo di cellule nervose. Oggi non esistono colture formate da cellule nervose umane pulite, ossia non provenienti da tumore, spiega Barde. Ma e' solo col tipo di coltura da lui voluto che si potranno analizzare determinati processi nelle cellule nervose e quindi comprenderli meglio. A questo punto cio' che manca sono i soldi. Il suo lavoro fa parte di un progetto Ue che comprende diciotto gruppi di vari Paesi comunitari. Solo che Bruxelles procede con grande cautela: poiche' ogni Stato membro ha una propria normativa in materia la Commissione, prima di distribuire il denaro, vuole accertarsi che il progetto parta davvero e avere garanzie che tutti i partecipanti operino nella legalita'. Le diversita' ci sono: la Gran Bretagna autorizza la clonazione terapeutica, in Germania invece i biologi possono utilizzare solo embrioni importati entro il primo gennaio 2002, Francia e Svizzera hanno una normativa simile. Barde spera che il progetto ottenga il via libera nella primavera del 2006. Anche Marisa Jaconi conta di avviare il suo progetto piu' o meno in quel periodo. Lei vuole produrre da se' le cellule staminali embrionali umane che le servono. Dice che il Dipartimento della Sanita' le ha gia' fatto capire di poter contare sull'autorizzazione. Da tempo, la Signora Jaconi utilizza cellule staminali embrionali umane importate per sperimentare la formazione di cellule cardiache. Ma per future applicazioni cliniche servono cellule staminali embrionali umane che non siano mai venute a contatto con cellule o sostanze animali. Poiche' oggi cellule simili non sono disponibili, Jaconi, in collaborazione con un'equipe svedese, intende stabilire un procedimento di coltura cellulare che escluda le impurita' accennate. Il suo intento e' di produrre cinque linee staminali, per le quali servono circa cento embrioni e che lei sta chiedendo ai reparti ginecologici degli ospedali. La legge prescrive infatti che si possano usare solo gli embrioni soprannumerari provenienti da progetti di fecondazione medicalmente assistita.
Se il lavoro con le staminali embrionali muove appena i primi passi, la ricerca con le staminali adulte vanta gia' una buona affermazione anche a livello internazionale, sostiene Andreas Trumpp dell'Istituto per la ricerca sperimentale sul cancro Isrec. Anche le adulte hanno un buon potenziale clinico. E inoltre non presentano problemi etici visto che provengono da organismi adulti, il motivo per cui non sono menzionate nella legge. Da anni, le cellule staminali sanguigne sono impiegate nei trapianti cellulari contro i tumori o per trattare gravi malattie ereditarie del sangue. Oggi si sperimentano e si usano sempre piu' altre staminali tissutali. In Svizzera si fa ricerca su cellule staminali neuronali, epiteliali, della retina e del sangue -sia umane che dei topi.
Gli esperti concordano nel dire che se la Svizzera vuole raggiungere un livello d'eccellenza in questo campo dovra' presentare un progetto di ricerca nazionale al Nationalfond per ciascuno dei due tipi di cellule staminali -embrionali ed adulte. Sarebbe inoltre opportuno riflettere su cosa fare davvero con le staminali embrionali, giacche' e' solo con le buone competenze in un determinato settore che un Paese puo' ambire al riconoscimento della comunita' scientifica mondiale e avere voce in capitolo e possibilita' di partecipazione a programmi internazionali, aggiunge Gratwohl. Purtroppo manca una piattaforma strutturata per la cooperazione su tutto il territorio. Piu' di un anno fa e' stata fondata Swiss stemcell network, una rete che dovrebbe servire ad intensificare i contatti e le sinergie, ma che e' ancora in via di formazione.
Nel dibattito attorno alla ricerca con le cellule staminali s'inserisce anche il tema della brevettabilita'. Un anno fa, quando gli svizzeri votarono la legge sulle staminali, la normativa sui brevetti era appena abbozzata. Dalla settimana scorsa esiste invece una bozza di revisione della legge sui brevetti. Essa prevede che le cellule staminali embrionali umane e le linee di cellule staminali immodificate siano escluse dalla brevettabilita'. Lo stesso dovra' valere per i procedimenti che portano agli ibridi (composti da materiale genetico umano e animale) attraverso l'utilizzo di cellule staminali embrionali, cosi' come non ci potra' essere nessun brevetto sugli ibridi stessi. Cio' significa che il Consiglio Federale intende autorizzare la brevettabilita' delle cellule staminali modificate. E che lo fa riferendosi esplicitamente alla volonta' espressa dal popolo quando ha approvato l'attuale legge sulla ricerca con le cellule staminali.
 
 
 
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