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 SVIZZERA - SVIZZERA - Svizzera. Opinioni a confronto in vista della legge
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Articolo di a cura di Rosa a Marca
18 settembre 2003 20:35
 
Alois Gratwohl, dell'équipe trapianti di cellule staminali della clinica universitaria di Basilea, si appella ai legislatori perche' elaborino una normativa orientata al futuro.

Allo stato attuale del dibattito sembra proprio che la nuova legge sulla ricerca con gli embrioni voglia proibire la clonazione terapeutica, detta anche trasferimento nucleare. Si tratta di un riflesso condizionato. Il termine clonare viene equiparato alla clonazione riproduttiva senza tenere conto delle differenze. E cosi' si proibisce l'una e l'altra. Invece le differenze e le precisazioni sono importanti. I due processi sono diversi, anche se all'inizio sono comparabili. La finalita' delle due procedure e' invece differente, visto che la tecnica del trasferimento del nucleo vuole solo generare tessuti. Purtroppo gli argomenti di chi vi si oppone hanno molto a che fare con la paura del futuro.
Nella ricerca con le staminali sono avvenute cose che sembravano "impossibili". Appena dieci anni fa, qualsiasi ricercatore "ragionevole" avrebbe considerato assolutamente irrealistica la possibilita' di clonare dei mammiferi o di riparare il cuore colpito da infarto con cellule staminali prelevate dal midollo.
Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che domani si scoprira' qualcosa che oggi appare impossibile.
Qualsiasi nuova scoperta contiene in se' benefici e inconvenienti. Ma l'umanita' ha imparato a gestirli. L'impiego di armi chimiche o biologiche non lo si elimina vietando l'industria chimica o chiudendo i laboratori dove si fa ricerca batteriologica. Questo esempio potrebbe indicare la strada per regolamentare la ricerca con le cellule staminali. E' ragionevole differenziare la medicina riproduttiva da quella rigenerativa. Per la ricerca e l'applicazione di tecniche riproduttive dovrebbero valere altri concetti rispetto alla ricerca e all'applicazione della riparazione di tessuti, sebbene ogni tipo di ricerca e di applicazione debba rispondere a principi di trasparenza.
I centri che si occupano di ricerca con le staminali dovrebbero impegnarsi a rinunciare alla clonazione riproduttiva e a perseguire soltanto progetti approvati da una commissione etica. Dovrebbero poi consentire ispezioni nei loro laboratori e rendere accessibili documenti e scoperte. Si puo' immaginare una commissione ispettiva sul modello della Commissione Internazionale per l'Energia Atomica. Nel nostro caso potrebbe andare bene l'Organizzazione Mondiale della Sanita' .
In conclusione: l'utilizzo delle cellule staminali e' un modello di terapia del futuro. Si tratta di sfruttarne le potenzialita'. Non cogliere quest'opportunita' appare imperdonabile. Del mondo globalizzato in cui viviamo fa parte anche la ricerca con le staminali. In molti Paesi e' gia' consentito il trasferimento del nucleo. Se respingiamo questa tecnologia, resteremo ai margini. Un criterio di vigilanza e di controllo, basato sulla dichiarazione di divieto della clonazione riproduttiva, ben si adatterebbe alle nuove conoscenze. Se la Svizzera assumesse questa funzione di modello dimostrerebbe coraggio e un atteggiamento improntato all'avvenire.


Risponde Rainer Schweizer, professore di Diritto all'universita' di San Gallo, nonche' esperto governativo per gli aspetti giuridici in materia di genetica e biotecnologia.

Non e' vero che clonare a fini terapeutici sia una cosa diversa dalla clonazione riproduttiva. I due metodi, a prescindere dalle finalita', utilizzano lo stesso procedimento. Un embrione prodotto per la ricerca rigenerativa e' utilizzabile anche per quella riproduttiva nel momento in cui la blastocisti viene introdotta in una donna. Per cui si puo' dire: chi persegue la clonazione terapeutica, produce lo strumento per la clonazione riproduttiva. Quello che si ricava per scopi terapeutici e' un pre-embrione. E questi e' tutelato dall'ordinamento giuridico elvetico, che lo considera un futuro essere umano.
Se l'ordinamento giuridico attuale proibisce qualsiasi forma di clonazione, cio' non significa che un giorno non possa essere rivisto e modificato. E' senz'altro possibile che tra qualche anno la Scienza riesca a rendere validi i criteri teorici della clonazione a scopi di ricerca e a dimostrare che il trasferimento nucleare degli embrioni sia il metodo piu' valido per ottenere cellule staminali e che cio' rappresenti la terapia ottimale per la medicina rigenerativa. A quel punto alcune barriere potrebbero essere tolte. Attualmente pero', ne' il Fondo Nazionale, ne' una qualsiasi universita', ne' l'Accademia per le scienze mediche hanno la possibilita' di autorizzare un progetto di ricerca sulla clonazione terapeutica, e qualsiasi gruppo di ricerca vi si cimentasse, non importa se pubblico o privato, incorrerebbe nei rigori della legge. Fino a che la Scienza non sara' in grado di rimuovere i pesanti dubbi etici e giuridici dei costituzionalisti riguardo alla clonazione a scopo di ricerca, non sara' possibile concedere alcuna autorizzazione che abbia valore giuridico e politico.
 
 
 
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