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 SVIZZERA - SVIZZERA - Svizzera. Kraehnebuehl: l'esperienza di un laboratorio "multiculturale", il rispetto per le staminali
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Articolo di a cura di Rosa a Marca
25 novembre 2004 16:00
 
"Ascoltare le cellule staminali" era il titolo dato all'articolo di Thomas P. Kraehnebuehl (Zurigo) sulla Neue Zuercher Zeitung, che riportiamo di seguito.
"Sono circa cento milioni i dollari investiti nel nuovo Centro per la ricerca con le cellule staminali della Harvard University. Nel frattempo, in uno degli atenei piu' avanzati dell'Europa continentale, il Politecnico di Zurigo, non si e' nemmeno iniziato a studiare le cellule staminali embrionali. In Svizzera mancano le basi giuridiche per farlo. E pensare che il Politecnico ha sempre cercato ovunque il contatto con la ricerca piu' avanzata -per valutarne l'impatto, lo stato dell'arte, l'eventuale partecipazione a nuovi scenari scientifici. In qualita' di laureando del Politecnico mi e' stata data l'opportunita' di conoscere da vicino la sperimentazione con le cellule staminali embrionali nel Centro internazionale di Biotecnologia alla Harvard-Mit di Boston e, contemporaneamente, di contribuire al progresso scientifico in questo campo con il mio dottorato di ricerca.
Sono stato associato al laboratorio Langer del Dr.Shulamit Levenberg, salito recentemente alle cronache di tutto il mondo. L'impegno ha riguardato lo sviluppo di tessuti nervosi a partire dalle cellule staminali embrionali umane. Il valore medico e sociale di quest'esperimento consiste nella speranza di ottenere progressi significativi, o addirittura la guarigione, su malattie di origine nervosa tuttora incurabili come Alzheimer, Parkinson, paraplegie.
La molteplicita' culturale all'interno del laboratorio Langer (due terzi di statunitensi, un terzo di asiatici ed europei) lo rende un ambiente quanto mai stimolante. E una grossa sfida e' stata convertire Levenberg in supervisore del lavoro di dottorato. Un'israeliana -trentenne con quattro figlie- a fine anno potra' proseguire il suo iter accademico in Israele, come assistente nel rinomato "Technion" di Haifa. Ma la diversita' culturale costringe anche a tenere in debito conto gli aspetti etici della ricerca con le staminali, a rispettare i diversi punti di vista nazionali e i retroterra religiosi (cristiano, ebraico, musulmano, buddista, ecc). E costringe a maneggiare le cellule staminali embrionali umane con cura e senso di responsabilita'.
Un rapporto piu' rispettoso me l'hanno insegnato le stesse cellule staminali. In base alle conoscenze fin qui acquisite si riteneva decisivo imprimere loro, il prima possibile, la stimolazione chimica necessaria per generare il tessuto nervoso. Invece, questo modo di procedere le "stressava" ed era come se si rifiutassero di differenziarsi in cellule nervose. Cosi', sono stato costretto ad "ascoltare" le staminali e a scoprire il momento in cui loro erano pronte ad evolversi in cellule nervose. Dopo esperimenti durati intere nottate, siamo finalmente riusciti ad ottenere un tessuto nervoso umano tridimensionale: un ulteriore piccolo passo avanti nel lungo cammino verso la guarigione di determinate malattie. I risultati di questo progetto saranno pubblicati prossimamente su una rivista scientifica.
A me pare importante che anche in Svizzera si giunga al giusto equilibrio tra il rispetto della vita dell'embrione e quello per le speranze di guarigione di tante persone. Sono fermamente convinto che questa legge sulle cellule staminali, con i suoi limiti ben delineati, il giusto bilanciamento sia stato trovato".
 
 
 
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