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Studi clinici e riserbo
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Articolo di Grazia Galli
8 agosto 2002 17:25
 
Una delle notizie piu' interessanti di questo numero viene da uno studio svedese, secondo il quale le staminali neuronali, sembrano, in alcuni casi, attivarsi spontaneamente per riparare il danno. Un risultato importante, che potrebbe aiutare a capire come mai cio' non avvenga in tutti i casi, e se e come, si puo' intervenire per potenziare l'attivita' rigenerativa spontanea del cervello. Un'altra buona notizia e' l'avvio, dato per imminente, del primo studio su larga scala, del trapianto di precursori muscolari per la cura dell'insuffcienza cardiaca. Occorre precisare che, per cio' che ci e' dato di capire, anche le staminali neuronali di cui si e' appena detto, andrebbero piu' opportunamente designate come precursori. Cellule cioe', gia' programmate per differenziarsi in un certo tipo cellulare, la cui funzione fisiologica e' quella di rigenerare il tessuto in cui si trovano.

Sono in molti a scriverci chiedendo come mai, a differenza che in altri Paesi, in Italia non si riescano ad avere notizie certe ed esaustive sugli studi clinici in atto. Abbiamo cercato informazioni, ma, per ora, non siamo riusciti a districarci nella complessa normativa che regola questo settore. Secondo voci di corridoio, che ci riserviamo di verificare, il fatto che in Italia sia vietato fare pubblicita' alle sperimentazioni cliniche e', insieme alla comprensibile necessita' di riservatezza, la ragione principale della non facile accessibilita' del registro degli studi clinici in atto. Sperando sinceramente che qualcuno ci smentisca, ci sembra doveroso puntualizzare che "rendere pubblico" e "fare pubblicita'" sono due cose molto diverse e che, assicurata la privacy dei pazienti ed il giusto riserbo sui protocolli in sperimentazione, non riusciamo ad immaginare una valida ragione per non mettere sul sito web del Ministero della Salute anche una bella pagina che ci dica: a Pisa si fa questo, a Catanzaro quest'altro.. etc. etc. Siamo sempre piu' convinti, infatti, che il modo migliore per non creare false aspettative sia quello di garantire informazione esaustiva, con il minor numero possibile di intermediazioni. E' faticoso, lo sappiamo bene, ma in assenza di questa, ogni richiamo alla maggior trasparenza, al rispetto del consenso informato e all'etica del rapporto medico-paziente, rischiano di restare solo belle parole.

 
 
 
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8 agosto 2002 17:25
 
Una delle notizie piu' interessanti di questo numero viene da uno studio svedese, secondo il quale le staminali neuronali, sembrano, in alcuni casi, attivarsi spontaneamente per riparare il danno. Un risultato importante, che potrebbe aiutare a capire come mai cio' non avvenga in tutti i casi, e se e come, si puo' intervenire per potenziare l'attivita' rigenerativa spontanea del cervello. Un'altra buona notizia e' l'avvio, dato per imminente, del primo studio su larga scala, del trapianto di precursori muscolari per la cura dell'insuffcienza cardiaca. Occorre precisare che, per cio' che ci e' dato di capire, anche le staminali neuronali di cui si e' appena detto, andrebbero piu' opportunamente designate come precursori. Cellule cioe', gia' programmate per differenziarsi in un certo tipo cellulare, la cui funzione fisiologica e' quella di rigenerare il tessuto in cui si trovano.

Sono in molti a scriverci chiedendo come mai, a differenza che in altri Paesi, in Italia non si riescano ad avere notizie certe ed esaustive sugli studi clinici in atto. Abbiamo cercato informazioni, ma, per ora, non siamo riusciti a districarci nella complessa normativa che regola questo settore. Secondo voci di corridoio, che ci riserviamo di verificare, il fatto che in Italia sia vietato fare pubblicita' alle sperimentazioni cliniche e', insieme alla comprensibile necessita' di riservatezza, la ragione principale della non facile accessibilita' del registro degli studi clinici in atto. Sperando sinceramente che qualcuno ci smentisca, ci sembra doveroso puntualizzare che "rendere pubblico" e "fare pubblicita'" sono due cose molto diverse e che, assicurata la privacy dei pazienti ed il giusto riserbo sui protocolli in sperimentazione, non riusciamo ad immaginare una valida ragione per non mettere sul sito web del Ministero della Salute anche una bella pagina che ci dica: a Pisa si fa questo, a Catanzaro quest'altro.. etc. etc. Siamo sempre piu' convinti, infatti, che il modo migliore per non creare false aspettative sia quello di garantire informazione esaustiva, con il minor numero possibile di intermediazioni. E' faticoso, lo sappiamo bene, ma in assenza di questa, ogni richiamo alla maggior trasparenza, al rispetto del consenso informato e all'etica del rapporto medico-paziente, rischiano di restare solo belle parole.

 
 
 
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