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 SPAGNA - SPAGNA - Spagna. Regolamentata la ricerca con cellule embrionali, ora si parte!
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Articolo di Donatella Poretti
11 novembre 2004 22:16
 
Pronti, attenti, via! Il Governo spagnolo ha dato luce verde alla ricerca con gli embrioni sovrannumerari crioconservati. Un decreto legge, approvato in Consiglio dei ministri il 29 ottobre, consente ai genitori di donare gli embrioni alla scienza e prevede che gli scienziati possano chiederli per i loro progetti di ricerca. Genitori e scienziati dovranno rinunciare a fini lucrativi.
"Abbiamo fatto un passo molto importante per lo sviluppo della ricerca con cellule staminali, un campo fondamentale per poter lottare contro malattie che al momento non hanno cure, come l'Alzheimer o il Parkinson", ha detto la ministra della Sanita', Elena Salgado, che guarda gia' avanti e preannuncia: quando il Governo approvera' nel 2005 una nuova legge sulla ricerca biomedica, "la clonazione a fini terapeutici potrebbe esservi inclusa se sara' questo il sentimento della societa'".
"Non e' etico mettere ostacoli e difficolta' sulla strada degli scienziati che stanno usando il loro talento e i loro saperi per migliorare la nostra capacita' di curare le malattie", ha detto il vice primo ministro Maria Teresa Fernandez de la Vega nel corso di una conferenza stampa.
"Si tratta di una notizia eccellente per i ricercatori, ovviamente, [...] ma anche per i genitori che in questo momento hanno embrioni conservati nelle cliniche per la procreazione assistita e non riescono a trovare uno scopo socialmente utile per essi, che possa aiutare altre persone", ha aggiunto la Salgado. "Ora hanno questa possibilita'".

Le coppie e gli embrioni sovrannumerari
"Molte coppie che assistiamo hanno gia' preso la decisione, ma fino ad ora non l'hanno potuta formalizzare", ha fatto sapere la dottoressa Anna Veiga, dell'Istituto USP Dexeus di Barcelona. In questa struttura infatti numerose coppie hanno gia' sottoscritto dei documenti nella direzione della donazione alla scienza. "Alla maggiorparte delle persone che si rivolgono al nostro centro ripugna l'idea che un'altra donna abbia un figlio con lo stesso patrimonio genetico dei propri figli -aggiunge il dottor Joan Anton Vanrell, responsabile in riproduzione assistita dell'Hospital Clinico di Barcelona-. Credo che prima di ordinare la distruzione di questi embrioni, la maggioranza di queste coppie, una volta certe che non ne avranno necessita', li cedera' alla ricerca".
"Le persone che hanno embrioni, non esitino a donarli alla ricerca", ha detto Maria José Gonzalez Galindo, presidente dell'associazione delle persone colpite da problemi di sterilita' CERES, con una sorta di appello alla donazione, al contempo richiamando l'attenzione del Governo sull'aspetto dei diritti economici. Giacche' l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita ha dei costi elevati, e' strano che il Governo si sia premurato di vietare che chi dona gli embrioni non ne possa trarre dei benefici economici. La richiesta e' che i profitti di certe ricerche vengano investiti per beneficiare le coppie e le persone che hanno problemi di sterlita'.

A luglio del 2003, il Governo precedente di Jose' Maria Aznar e della ministra alla Sanita' Ana Pastor, aveva approvato una legge che autorizzava la ricerca sulle cellule staminali embrionali, ma poneva molte limitazioni. Tuttavia i passi per far entrare la legge in vigore non erano stati compiuti. Con il decreto appena approvato si potranno cosi' destinare alla ricerca quegli embrioni, creati per il trattamento della sterilita' e congelati da piu' di cinque anni. I genitori che acconsentiranno al loro uso per la ricerca dovranno firmare un modulo di consenso informato che autorizzi il loro impiego per uno specifico progetto di ricerca. Non potranno ricavarne alcun vantaggio finanziario ne' potranno accampare diritti sui possibili brevetti.

La ricerca e le prime richieste
La ricerca sugli embrioni sara' coordinata da una commissione, presieduta dal direttore dell'istituto per la salute Carlos III, Francisco Gracia, che studiera' ciascun caso singolarmente. La commissione si avvarra' di un segretario Agustín Zapata, di tre rappresentanti delle comunidad autonome e di tre membri nominati dall'amministrazione centrale.
"In questo modo", ha spiegato Salgado, "ai trial viene garantita l'applicazione di criteri omogenei e uniformi". Il Governo spera di dedicare 100 milioni di euro nei prossimi quattro anni alla medicina rigenerativa.
Inizialmente la Spagna disporra' di due centri di ricerca, uno in Catalogna specializzato in medicina rigenerativa, e una banca di cellule staminali a Granada. Si calcola che nella banca siano contenuti attualmente 100.000 embrioni, che potrebbero essere usati per la ricerca scientifica.
Ad una settimana di distanza dall'approvazione del decreto il ministero della Sanita' ha ricevuto quattro richieste. I progetti sono del Laboratorio Andaluso di Terapia Cellulare nel Diabetes Mellitus, diretto da Bernat Soria, dell'Hospital Virgen de las Nieves (Granada), diretto da Ángel Concha, dell'Hospital Virgen del Rocío (Sivigla), diretto da José López Barneo e del Centro Superior de Alta Tecnología di Valencia, diretto da Carlos Simón.

Il 10 novembre nel frattempo sono arrivate a Granada le prime linee di cellule staminali embrionali importate dall'Istituto Karolinska di Stoccolma. L'Andalucia sara' cosi' la prima Comunidad a partire con la ricerca; per poter lavorare sugli embrioni spagnoli ci sara' infatti da aspettare che il decreto entri a pieno regime in tutte le sue applicazioni.
Promossa dalla Junta, la Banca di Granada e' concepita per permettere ai ricercatori l'accesso alle staminali. Quattro gli indirizzi su cui il Governo autonomo andaluso sta investendo: diabete (con Bernat Soria); Parkinson (José López Barneo); lesioni osteoarticolari (José Becerra Ratia) e trapianti (Fernando Rodríguez Fonseca).
Per certi versi si chiude un cerchio. L'Andalucia era stata la Comunidad autonoma che aveva spinto per la ricerca sulle staminali, approvando anche una legge ad hoc, richiamando una competenza sulla materia. Bernat Soria era stato lo scienziato che per proseguire le sue ricerche sul diabete aveva lasciato il suo Paese per Singapore. Ora sara' il primo a lavorare in suolo spagnolo ad utilizzare delle linee embrionali.

La Chiesa
La Conferenza episcopale ha immediatamente reagito affermando che il decreto e' "un attentato" alla dignita' dell'uomo perche' "l'embrione umano merita il rispetto dovuto alla persona". "Per nobile che sia il fine perseguito, e' moralmente inaccettabile la produzione, manipolazione e distruzione di embrioni umani". L'invito e' a compiere le ricerche "utilizzando cellule staminali provenienti da individui adulti". Ancora piu' esplicito l'arcivescovo di Burgos, Francisco Gil Hellin, il quale ha affermato che le autorita' dovrebbero essere le prime a sentirsi responsabili della difesa degli embrioni che "sono gia' persone". Ed ha accusato il Governo socialista di voler creare "uno Stato laicista che promuove direttamente l'aconfessionalita' del suoi cittadini".

Lo scontro sugli embrioni si inserisce in una situazione di forte tensione che aveva portato la Chiesa a convocare una "grande manifestazione" per contrastare il progetto del Governo di limitare il peso dell'insegnamento della religione nelle scuole e contro le altre sue iniziative sociali. La data esatta della mobilitazione non e' stata ancora decisa ma il mese indicato e' dicembre e le diocesi hanno iniziato una raccolta di firme contestando il questionario previsto dal ministero dell'Istruzione sulla riforma dell'insegnamento. Nell'eventualita' di uno scontro a tutto campo con la Chiesa, rilevava recentemente un sondaggio, Zapatero potrebbe contare su un grande sostegno da parte degli spagnoli, apparentemente sempre meno religiosamente conservatori o ligi alle indicazioni della Chiesa. Le iniziative sociali del Governo, dalle unioni omosessuali al divorzio, dall'aborto all'eutanasia, sarebbero -secondo un'inchiesta della Sigma Dos per il quotidiano El Mundo- una delle ragioni principali per cui il Governo socialista continua a guadagnare punti, e se ci fossero elezioni adesso, otterrebbe il 44,3% dei voti contro il 42,6 ottenuto a marzo. E un altro sondaggio dell'Istituto di statistica (Cis) avverte che la Chiesa e' l'istituzione di cui gli spagnoli si fidano meno, insieme alla televisione.
 
 
 
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